2024-10-27
Un sceriffo del Mef pronto a entrare nei gruppi privati sussidiati dal Tesoro
Giancarlo Giorgetti (Ansa)
La manovra prevede l’ingresso pubblico nel collegio sindacale di chi riceve aiuti. Molto bassa la soglia di 100.000 di contributi.Il principio non ci sfugge: se una società riceve soldi pubblici è cosa buona e giusta che ci sia un controllo anche in corso d’opera sul modo in cui questi fondi vengono usati. Sulla declinazione pratica del principio invece si apre una grande discussione che rischia di non portare a nulla almeno fino a quando non si materializzerà un decreto della presidenza del Consiglio (Dpcm) per definire limiti, dettagli e funzionamento della norma inserita in manovra che prevede l’ingresso di un funzionario del ministero dell’Economia in tutte le aziende che ricevono contributi a carico dello Stato di entità significativa. Qual è la soglia? A che tipologia di sussidi si fa riferimento? Quali poteri avrà l’uomo del Mef che si appresta a scandagliare le decisioni dei manager che stanno usando i soldi dei contribuenti? Al momento è impossibile rispondere a buona parte di questi interrogativi. Si sa che l’obiettivo della norma contenuta nell’articolo 112 della manovra è chiaro: «Potenziare i controlli di finanza pubblica». E si sa pure che «al fine di potenziare le funzioni di controllo e monitoraggio della finanza pubblica, è assicurata la presenza di un rappresentante del ministero dell'Economia e delle finanze nei collegi di revisione o sindacali di società, enti, organismi e fondazioni, che ricevono anche in modo indiretto e sotto qualsiasi forma, contributi a carico dello Stato di entità significativa». Non molto di più.Certo, non si pretende che lo sceriffo del Mef sieda nel consiglio di amministrazione dell’impresa sussidiata - e ci mancherebbe altro - ma viene chiarito che si accomoderà nei collegi che svolgono funzione di controllo. E qui si aprono altri punti di domanda. Il controllo sarà limitato all’uso dei sussidi o potrà riguardare l’attività dell’impresa a 360 gradi? Nel primo caso (così sembra di capire in manovra) sarebbe rafforzato il principio di cui sopra, ti sussidio e pretendo di sapere come usi i miei sussidi, nel secondo invece si rischia di eccedere nell’ingerenza del pubblico sull’attività del privato.Poi c’è la questione fondamentale della soglia. A quanto deve ammontare l’aiuto pubblico perché lo Stato possa pretendere di mettere un suo uomo a controllo dell’azienda? La soglia sarà fissata con Dpcm (dovrà essere adottato entro tre mesi dall’entrata in vigore della legge di Bilancio), intanto però è indicato il limite dei 100.000 euro all’anno.Un limite che spalanca le porte ai controllori del Mef in buona parte delle società che riceveranno sussidi pubblici. E sulla carta l’elenco è quasi infinito. Si parte dai grandi gruppi industriali, il riferimento più naturale è a Stellantis e alla discussione ancora in corso tra il governo e l’ad Carlos Tavares per gli incentivi, fino ad arrivare alle multinazionali che usufruiscono di fondi anche di piccola entità per mettere un proprio presidio in Italia e alle miriade di piccole e medie imprese che prendono sussidi pubblici. Ecco perché, c’è da scommetterci, nelle prossime settimane sulla norma la discussione diventerà più serrata. Per adesso però qualche altro punto fermo c’è. Secondo il Messaggero che per primo ha puntato i fari sulla normativa, l’ingresso del controllore pubblico non avviene automaticamente, ma alla prima scadenza utile del collegio sindacale. Non si parla di aggiunta ma di una vera e propria sostituzione. Secondo l’articolo 112 infatti il numero dei componenti del collegio sindacale non si tocca, resta quello previsto dalle norme dei singoli settori. Così come è messo in evidenza che non ci sarà nessun aggravio sui conti pubblici. Il nuovo sceriffo sarà a carico dell’impresa che riceve l’aiuto. Se l’azienda vuol evitare di ritrovarsi in pancia l’occhio ingombrante dello Stato ha un modo molto semplice: deve rinunciare al contributo pubblico fino a scendere sotto al limite dei 100.000 euro.Soglia che secondo indiscrezione è destinata ad aumentare per almeno un paio di buone ragioni. La prima è evitare di rafforzare le fazioni di chi sta già criticando il provvedimento per l’eccesso di ingerenza pubblica sul privato. Il secondo è invece molto più pratico. Entrare in un’azienda e far parte di un collegio sindacale per verificare strategie e conti non è cosa semplice e richiede una buona dose di competenze. Se la soglia dovesse restare ai livelli attuali, il Tesoro sarebbe costretto a mettere in campo una schiera di esperti e controllori di cui probabilmente al momento non ha disponibilità. Il principio della norma è sicuramente condivisibile, il modo in cui viene messo in campo un po’ meno. Meglio aggiustare il tiro.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.