2022-05-17
«Liberiamo gli alunni da mascherine e propaganda Lgbt»
Rossano Sasso (Imagoeconomica)
Il sottosegretario leghista all’Istruzione Rossano Sasso: «Imporre i dispositivi col caldo è inutile e rischioso. Ma Pd e M5s se ne disinteressano».La situazione dei bambini a scuola, da una parte costretti a tenere ancora la mascherina, dall’altra esposti a possibile iniziative di indottrinamento gender in particolare in data odierna, con la Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia, non è accettabile. A dirlo in modo chiaro alla Verità è Rossano Sasso, classe 1975, sottosegretario all’Istruzione in quota Lega, che intende fare in modo che su entrambi i fronti si faccia qualcosa.Sottosegretario, come si spiega il perdurante obbligo delle mascherine a scuola? «Si tratta di un obbligo che non corrisponde più alla realtà, già da tempo. In tantissimi ambienti non ci sono più le mascherine e si tratta quindi di una situazione paradossale. I dati ci consegnano oggi una fotografia dell’Italia diversa da quella in cui la mascherina andava usata. Gli stessi ragazzi che sono tenuti a tenerla a scuola, poi, non la tengono negli spogliatoi dei centri sportivi che frequentano, nei locali né da nessuna parte. Quindi è una scelta che comincia a vacillare dal punto di vista della logica proprio e non ha più nulla di scientifico».Prima invece una motivazione c’era? «Anche prima avevo dei dubbi e avrei preferito investire, come abbiamo iniziato a fare, negli impianti di aerazione, ma oggi, soprattutto da Roma in giù - ora per dire le parlo dalla Puglia, dove ci sono 32 gradi - le nostre classi non sono dotate di impianti di aria condizionata. In molte scuole non ci sono neppure le tende parasole e iniziano a esserci lamentele, con bambini che hanno difficoltà respiratore. Chiedo perciò una cosa ai medici, come pure agli scienziati che per due anni hanno dettato la linea su questo: è così fuori dal mondo pensare che, almeno quando si è seduti al posto, cioè per l’80% del tempo che uno studente trascorre a scuola, ci si possa abbassare la mascherina?».Si potrebbe ribattere che mancano tre settimane alla fine della scuola. «Ma saranno tre settimane di sofferenza, a meno che non si voglia invitare i ragazzi a non andare più a scuola. Come al solito, mi rivolgo quindi al ministro della Salute, perché è lui che detiene il potere decisionale - che noi all’Istruzione purtroppo subiamo, anche se nel mio caso non passivamente».In che senso? «Mi sto spendendo molto su questo, ma sono completamente isolato, perché Pd e M5s non sembrano preoccuparsi. Ma oggi è fuori dal mondo pretendere che i ragazzi indossino le mascherine con temperature elevate. Corriamo il rischio di generare patologie, stress e quanto meno difficoltà respiratorie. Davvero, non ha più senso».Ma a settembre che succede? Si ricomincerà con le mascherine? «Come ministero abbiamo messo circa mezzo miliardo di euro, destinandolo alla scuola in presenza e sicurezza. I presidi più illuminati hanno investito queste risorse in impianti di aerazione e, grazie all’Assessore all’Istruzione della regione Marche, Latini - la prima in Italia ad essersi attivata - sappiamo che, con questi sistemi, i tassi di contagi sono sensibilmente più bassi. Manca però una linea politica nazionale, non si può procedere a macchia di leopardo. Il governo dovrebbe quindi approfittare della pausa estiva per lavorare in questo senso. Non sarebbe possibile se, Dio non voglia, ci fosse una nuova ondata, affrontarla con gli stessi mezzi di due anni e mezzo fa».Cambiando argomento, oggi in tante scuole italiane si parlerà di lotta all’omofobia e di gender, sulla base di una circolare diffusa dal ministero dell’Istruzione. Un assaggio del futuro ddl Zan? «Questa circolare è uno di quei documenti che, in realtà, viene trasmesso ogni anno. È chiaro che quest’anno, alla luce di tutto quello che è accaduto, io avrei chiesto un po’ più di tatto. Evidentemente, però, qualcuno l’ha autorizzata».Quando ha saputo, lei si è opposto? «Assolutamente. Mi sono scagliato contro quella circolare, ne ho parlato con il ministro e con tutti i dirigenti, ma ormai il danno era stato fatto ed era difficile revocarla».Le sue proteste sono state quindi inutili? «No, questa presa di posizione è servita perché così, unitamente alle associazioni delle famiglie - e anche ad altri partiti politici - abbiamo detto chiaro e tondo che un conto è lottare contro le discriminazioni di ogni genere, un altro è utilizzare tale possibilità come cavallo di Troia per fare propaganda di genere. Mi spiego meglio».Prego. «Come in modo forse ingenuo qualche dirigente scolastico ha affermato in queste ore, non c’era bisogno della Giornata del 17 maggio perché loro, in realtà, hanno già fatto simili iniziative tutto l’anno. Per fortuna sono ancora meno dell’1% della categoria ma, su grandi numeri, parliamo comunque di decine di scuole che hanno attivato, in barba al buon senso e alle norme amministrative, carriere alias, uso di asterischi, bagni privi di genere».Quindi la circolare ha dato copertura a una prassi? «In realtà, nel testo del documento ci si è solo limitati ad “invitare” a certe iniziative, ma è chiaro che così si è aperto una possibilità - per quanto la stragrande maggioranza degli insegnanti sia del tutto affidabile - alla propaganda di genere. Solo che stavolta c’è un sottosegretario che non gira la faccia dall’altra parte».In concreto che vuol dire? «Con una squadra di collaboratori sto monitorando la situazione. Se succede qualcosa, chiederò che chi ha sbagliato paghi. Se le sinistre vogliono fare propagande Lgbt, libere di farlo nelle sedi di partito. Immagino già le file di genitori pronte ad andare ad ascoltare il professor Zan».