2019-09-25
Sarah duro sul Sinodo: «Molti occidentali pronti a manipolarlo»
Il cardinale Reinhard Marx sul raduno amazzonico: «Troppi pochi invitati: c'è chi proverà a introdurre ministeri femminili e uomini sposati».C'è un oblio di Dio dietro tutte le crisi, «antropologiche, politiche, sociali, culturali, geopolitiche». Un «ateismo liquido» lo definisce il cardinale africano Robert Sarah, prefetto al Culto divino, in un'intervista esclusiva data a Edward Pentin del National catholic register in occasione dell'uscita negli Stati Uniti del suo ultimo libro pubblicato in Francia nel marzo scorso (in Italia sarà disponibile dal 3 ottobre, edito da Cantagalli, con il titolo Si fa sera e il giorno ormai volge al declino).«La radice comune di tutte le crisi attuali si trova in questo fluido ateismo, che, senza negare Dio, vive nella pratica come se non esistesse», dice Sarah facendo eco a quanto recentemente ribadito anche dal papa emerito Benedetto XVI nei suoi «appunti» sulla crisi degli abusi nella Chiesa. «Questo movimento che consiste nel “mettere Dio da parte", facendo di Dio una realtà secondaria, ha toccato il cuore di sacerdoti e vescovi», così la prima vittima di questo oblio è proprio la Chiesa.«Vediamo sgretolarsi l'intera civiltà occidentale», prosegue il cardinale, un po' come per «i romani del quarto secolo, vediamo i barbari prendere il potere. Ma questa volta, i barbari non vengono dall'esterno per attaccare le città. I barbari sono dentro. Sono quegli individui che rifiutano la propria natura umana, che si vergognano di essere creature limitate, che vogliono pensare a sé stessi come demiurghi senza padri e senza eredità. Questa è la vera barbarie». La critica a un certo liberalismo è profonda: «Abbiamo convinto i nostri contemporanei che per essere liberi non dobbiamo dipendere da nessuno. Questo è un tragico errore. (…) L'uomo civilizzato è fondamentalmente un erede; riceve una storia, una religione, una lingua, una cultura, un nome, una famiglia» e con il rifiuto «di accettarsi come erede, l'uomo si condanna all'inferno della globalizzazione liberale».Il Register ha poi domandato a Sarah della confusione che negli ultimi anni sembra abitare la Chiesa soprattutto rispetto all'insegnamento della dottrina morale, e della morale sessuale in particolare, con riferimento alle controversie della comunione ai divorziati risposati, le aperture al mondo Lgbt e, infine, al caso della ristrutturazione dell'Istituto fu Giovanni Paolo II per studi su matrimonio e famiglia. «Siamo di fronte a una vera cacofonia di vescovi e sacerdoti», ha risposto il porporato. «Tutti vogliono imporre la propria opinione personale come una verità. (…) Alcune persone usano l'(esortazione apostolica) Amoris Laetitia per opporsi ai grandi insegnamenti di Giovanni Paolo II. Si sbagliano. Ciò che era vero ieri rimane vero oggi. Dobbiamo attenerci fermamente a quella che Benedetto XVI ha definito l'ermeneutica della continuità. L'unità di fede implica l'unità del magistero nello spazio e nel tempo. (…) Il magistero della Chiesa non si contraddice mai».Anche il prossimo sinodo sull'Amazzonia, dal 5 ottobre a Roma, si profila ricco di tensioni e polarizzazioni, non ultima quelle che arrivano dal sinodo della Chiesa tedesca che spinge per aprire ad alcune novità al punto che lo stesso Vaticano ha recentemente fatto arrivare il suo altolà al cardinale Reinhard Marx. Ma il presidente dei vescovi tedeschi, dopo aver incontrato Francesco la scorsa settimana, ostenta sicurezza e ha dichiarato che non c'è stato «alcun segnale di stop» e il percorso sinodale tedesco «non è in pericolo». Non a caso il cardinale Marx è nella lista degli invitati al sinodo panamazzonico sotto diretta nomina papale, insieme ad altri influenti cattolici tedeschi come i presidenti di due grandi agenzie di aiuti ecclesiastici, Misereor e Adveniat, impegnatissimi nello spingere l'agenda di un sinodo panamazzonico come punto di non ritorno per la chiesa. La lista dei padri sinodali è ricca di teologi della liberazione di scuola teutonica, insieme ad ambientalisti e economisti come Jeffrey Sachs, già più volte invitato a parlare in Vaticano nonostante le sue posizioni sul controllo della popolazione e sull'aborto. Se fra gli invitati speciali spicca il nome di BanKi-moon, ex segretario generale delle Nazioni Unite, quella dei padri di nomina papale non offre grandi sorprese: tutti gli uomini più vicini a papa Francesco ci sono. C'è il cardinale Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna; il cardinale honduregno Oscar Rodriguez Maradiaga, coordinatore del Consiglio dei cardinali che coadiuva il pontefice nel governo della chiesa universale; il presidente dei vescovi europei e prossimo cardinale Jean-Claude Hollerich, arcivescovo di Lussemburgo; monsignor Marcello Semeraro, Vescovo di Albano; il cardinale Oswald Gracias, arcivescovo di Bombay. Non potevano mancare padre Antonio Spadaro, direttore della Civiltà cattolica, e monsignor Vincenzo Paglia, Gran cancelliere del «ristrutturato» istituto Giovanni Paolo II. Relatore generale e padre «spirituale» di questo sinodo è il grande elettore di papa Francesco, cardinale Claudio Hummes.Il sinodo sull'Amazzonia potrebbe diventare il cavallo di Troia per chi, come appunto la chiesa tedesca nel suo percorso sinodale nazionale, vuole comunque ottenere certe aperture con o senza l'avvallo di Roma. Il cardinale Sarah nell'intervista concessa a Pentin non nomina direttamente queste spinte, ma è chiaro a chi e a cosa si riferisce. «Temo che alcuni occidentali confischeranno questa assemblea», risponde Sarah, «per portare avanti i loro progetti. Penso in particolare all'ordinazione di uomini sposati, alla creazione di ministeri femminili o alla giurisdizione dei laici. Questi punti riguardano la struttura della Chiesa universale. Non possono essere discussi in un sinodo particolare e locale. L'importanza dei suoi soggetti richiede la partecipazione seria e consapevole di tutti i vescovi del mondo. Eppure, pochissimi sono invitati a questo sinodo. Approfittare di un particolare sinodo per introdurre questi progetti ideologici sarebbe una manipolazione indegna, un inganno disonesto, un insulto a Dio, che guida la sua Chiesa e gli affida il suo piano di salvezza».