2021-10-05
Salvini fa mea culpa Meloni: «Draghi al Colle, poi elezioni»
Matteo Salvini (Gabriele Maricchiolo/NurPhoto via Getty Images)
Il Capitano: «Ci serve più unità». La leader di Fdi: «Siamo noi i primi dell'alleanza». Giuseppe Conte: «Ai ballottaggi il M5s mai con loro».«Il centrodestra sia più compatto e meno litigioso: dove siamo uniti, come in Calabria, vinciamo. Chi non è andato a votare non è un marziano, ma gente che ha perso fiducia e questa è anche colpa mia»: il leader della Lega, Matteo Salvini, si presenta davanti alle telecamere per primo tra tutti i leader nazionali. Salvini fa autocritica, non nasconde la delusione per i risultati nelle grandi città, anche se dalla Calabria arriva qualche conforto: «In Calabria», argomenta Salvini al Tg1, «stando agli ultimi dati, avremmo più che raddoppiato il dato del secondo arrivato, e come segretario della Lega, visto che fino a qualche anno fa non esistevamo in nessun piccolo Comune calabrese, questo è un motivo di orgoglio. È una terra che merita tantissimo e sono orgoglioso di averci dedicato decine di incontri». Salvini affronta le domande dei giornalisti a testa alta, e guarda ai prossimi ballottaggi: «A Torino e Roma», dice il leader del Carroccio, «Lega e centrodestra sostituiscono i 5 stelle e quindi avremo 15 giorni di tempo per un cambiamento epocale». Lo sguardo è già rivolto ai prossimi appuntamenti elettorali: «L'anno prossimo», avverte Salvini, «votano 25 capoluoghi di provincia, città importanti per il centrodestra che ha il dovere di individuare i candidati il prima possibile, entro il mese di novembre dobbiamo scegliere i candidati, civici o politici per avere almeno 6 mesi di tempo per spiegare nostra alternativa. Spero», ammonisce Salvini, «che nessuno faccia perdere tempo al parlamento con la legge elettorale, con lo ius soli e con il ddl Zan. Oggi votavano gli italiani per eleggere i sindaci: se qualcuno usa il voto per abbattere il governo di unità nazionale si sbaglia di grosso». Guarda avanti Giorgia Meloni: «Se Letta e il Pd sono coerenti», dice la leader di Fratelli d'Italia, «e così sicuri della loro capacità e possibilità, lancio la sfida al segretario del Pd: Fdi è disponibile a votare Draghi alla presidenza della Repubblica a patto che si vada a votare subito. Fdi è il primo partito della Capitale», aggiunge la Meloni, «e ha avuto un ruolo fondamentale nella determinazione del candidato sindaco e mi pare di poter dire che un centrodestra a trazione Fdi è molto competitivo. Fratelli d'Italia è il primo partito del centrodestra». Sul versante del centrodestra, il coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, si gode la vittoria in Calabria: «La scelta di Roberto Occhiuto», sottolinea Tajani, «quale candidato alla presidenza della Regione Calabria da parte di Silvio Berlusconi si è rivelata vincente. E la Calabria ha fatto un regalo al nostro leader, che sta per tornare in campo. Forza Italia è il primo partito in assoluto della Calabria. Il partito gode di ottima salute e dove non cresce tiene molto bene: siamo non il primo partito del centrodestra ma il primo partito della Calabria. Ancora una volta Berlusconi ha dimostrato di sapere scegliere i suoi candidati». Esulta il segretario del Pd, Enrico Letta, che è stato eletto alla Camera vincendo le suppletive di Siena: «Siamo tornati in sintonia con il Paese», dice Letta, «è il risultato più importante del risultato di questo voto. Lo dimostrano i risultati di tutti i grandi Comuni e metropoli. La volta scorsa al primo turno non ottenemmo nessuna vittoria. È straordinario vedere il risultato di Napoli, Bologna e Milano. Si vince se si allarga la coalizione e se si allarga oltre il Pd. Abbiamo vinto perché abbiamo privilegiato l'unità, prima quella interna del Pd, e in secondo luogo l'unità del centrosinistra che abbiamo portato in tutti i comuni dove si è votato. Questa grande vittoria del centrosinistra e del Pd», sottolinea Letta, «rafforza l'Italia perchè rafforza il governo Draghi. La destra senza Berlusconi che faceva da federatore non vince». Non può gioire il presidente del M5s, Giuseppe Conte: «L'avevo detto», commenta l'ex premier al Tg1, «ci avrei messo la faccia e ce la metto, questo è il tempo della semina per il M5s, siamo appena partiti con il nuovo corso, si è insediato appena prima che si depositassero liste, il nuovo corso non ha potuto dispiegare appieno le sue potenzialità. I risultati confermano l'enorme potenzialità del nuovo corso e la prospettiva seria di lavorare con le forze progressiste. Sui ballottaggi ho sempre detto che i cittadini non possono essere considerati dei pacchi postali, non c'è dubbio che la nostra proposta non può avere affinità con il centrodestra, quindi aspettiamo che si consolidino i dati e valuteremo», sottolinea Conte, «se ci sono le condizioni perché prosegua un dialogo. Non potremo avere nessuna suggestione per le forze di destra per il resto valuteremo nei prossimi giorni».
Il cpr di Shengjin in Albania (Getty Images)
L'ad di Eni Claudio Descalzi (Ansa)
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