2019-08-27
Salvini è a caccia: «Potrete scappare per qualche mese, poi arriverà il voto»
«Ora capisco i tanti “no". Il ribaltone era pronto da tempo: accordo fatto a Bruxelles. Vedrò Cav e Meloni per le regionali».«È un classico ribaltone all'italiana». Ai leghisti che sono riusciti a parlare con lui ieri pomeriggio, il ministro dell'Interno Matteo Salvini ha ripetuto spesso queste parole per definire le trattative tra il Pd di Nicola Zingaretti e i 5 Stelle di Luigi Di Maio. Il segretario della Lega ha seguito la giornata politica dal Viminale. Ha mantenuto il silenzio per quasi tutto il giorno. Ha aspettato di avere notizie certe sin da inizio mattinata, confidando che ci fosse ancora uno spiraglio di apertura con Di Maio. Poi a metà pomeriggio, quando il tam tam sull'accordo per il governo giallorosso si è fatto via via più pressante, ha ordinato ai leghisti di non fare più dichiarazioni. Solo dopo le parole di Zingaretti dal Nazareno di fronte alle telecamere («Confronto partito, sono ottimista per dare agli italiani un governo di svolta») ha deciso di parlare in diretta e spiegare la posizione della Lega. Insieme con lui in conferenza stampa ci sono i due capigruppo di Camera e Senato, Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari. Ma sono presenti anche i ministri Lorenzo Fontana e Gianmarco Centinaio; quest'ultimo è stato incaricato di portare avanti le trattative con i grillini per tutta la giornata di ieri. Proprio di fronte alla stampa Salvini ha ripetuto quello che aveva capito da un po' di ore: «Pare che stia nascendo un governo che ha le poltrone come unico collante, lontano dal Paese reale, tramite un gioco di palazzo che è esattamente il contrario della maggioranza silenziosa e laboriosa che ha votato negli ultimi due anni». Non solo. Ha aggiunto: «Pare che ci fosse un ribaltone pronto da tempo. Perché se non cambia un presidente del Consiglio evidentemente l'accordo è nato a Bruxelles con la commissione imposta dalla Merkel. È un accordo per riportare indietro l'Italia. E infine. «Ribadisco con forza la scelta della Lega: dignità, onore e coerenza valgono più di mille ministeri. Inorridisco all'idea chi vuole smontare per le poltrone quello che abbiamo fatto in questo anno». Salvini ha ribadito anche di essere pronto: «Si può scappare per un mese, sei mesi o un anno, ma prima o poi, si tornerà al voto». Ora si aspetta di capire cosa succederà nelle prossime 48 ore. Tra i leghisti già ieri pomeriggio c'è chi dava l'accordo tra piddini e grillini per fatto, concluso e firmato. Lo stesso Salvini ieri in serata ne era convinto. Eppure in via Bellerio c'è ancora chi scommette ancora su un possibile naufragio, tra le incertezze per la votazione sulla piattaforma Rousseau e soprattutto per la mancanza di un accordo certo sui nomi da piazzare nei ministeri, come sul presidente del Consiglio. Del resto fino all'ultimo la trattativa parallela tra Lega e Di Maio è andata avanti spedita. Tanto che a metà pomeriggio di ieri, intorno all'ora di pranzo, mentre Pd e grillini stavano ancora discutendo sul nome di Conte, circolava voce che un nuovo governo gialloblù fosse ancora più che probabile. A far indispettire Di Maio sarebbero state le parole di Zingaretti che avrebbe chiesto ai grillini di smettere di parlare con l'ex segretario Matteo Renzi e con l'ex ministro per le Riforme Maria Elena Boschi, favorevoli appunto a un Conte bis. È noto come i due toscani conoscano molto bene il premier dimissionario. A confermare la possibilità di una rottura della trattativa sono state le parole del ministro per l'Agricoltura Centinaio, arrivate dopo pranzo tramite un'agenzia: «Rinnoviamo la disponibilità ad aprire con i 5 Stelle un confronto per arrivare a un accordo di legislatura. Non ci interessano cose di breve respiro o fatte contro qualcuno ma un patto per rinnovare e portare avanti il programma di governo». Sono frasi, quelle dell'onorevole lombardo, che vengono concordate proprio con lo stesso Salvini, un ulteriore tentativo di apertura nei confronti di Di Maio. Le proposte per un nuovo esecutivo gialloblù sono sul tavolo da giorni, dal taglio dei parlamentari alla flat tax. In particolare Salvini ha già ripetuto più volte che sarebbe disponibile a dare la premiership proprio a Di Maio. Sarebbe un modo per tagliare fuori Conte e legittimare la leadership del ministro dello Sviluppo Economico nel partito di Casaleggio. Non solo. Sempre nella giornata di ieri è trapelata anche la disponibilità del sottosegretario Giancarlo Giorgetti di diventare ministro dell'Economia, al posto di Giovanni Tria. È questa una mossa che potrebbe piacere sia alla Lega sia a M5s, un modo per fare un rimpasto in piena regola e rilanciare il vecchio governo gialloblù. Ma sono ipotesi che cadono nel vuoto. Al momento. C'è ancora qualche speranza di ricucire? Quanto è aperto il forno gialloblù? Molto poco. «A lunedì siamo a questo» ha ribadito ieri Salvini in conferenza stampa «Andremo dal presidente Mattarella con le idee chiare. Qui c'è il rischio di perdere la nostra sovranità». Per di più Salvini ha già intuito i possibili accordi Pd-M5s in vista delle prossime regionali in Emilia e Toscana. «Sono giochini di palazzo. Sono orgoglioso di aver fatto capire agli italiani che questo ribaltone era già in piedi da tempo». Previsto un incontro a breve con Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni, «con cui ci si vedrà in vista delle Regionali», ha detto Salvini.
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