«La moka è un capolavoro contemporaneo»

- Alberto Alessi, presidente dell'omonimo marchio italiano, nipote di Alfonso Bialetti, presenta la rivisitazione di David Chipperfield della storica caffettiera. «È più difficile produrre una teiera bella e pratica piuttosto che costruire un palazzo con le stesse caratteristiche».
- Torna Seletti con il suo design pride: appuntamento domani in piazza Affari per ballare sotto il dito medio di Cattelan.
- Doppia firma unisce la creatività al saper fare dei nostri artigiani. Al Fuorisalone, anche le proposte delle case di moda: spiccano Armani e Louis Vuitton.
- Fuorisalone: Rimowa e Kaleidoscope presentano «Gas», l'opera di Guillermo Santomá.
- Una visione alternativa del futuro: Chinneck con Iqos in scena in via Tortona.
Lo speciale comprende cinque articoli, gallery fotografiche e video.
Alberto Alessi il il caffè ce l'ha nel Dna. Suo nonno non è altri che Alfonso Bialetti, l'inventore, nel 1933, della prima moka. Non stupisce dunque che il nipote nel 1979 abbia deciso di dire la sua in questo settore creando con Richard Sapper la 9090. Ha avuto inizio così una piccola rivoluzione: la prima moka Alessi non solo vince il Compasso d'oro, ma si conquista anche un posto nella collezione del Moma di New York.
Nessuno poteva immaginare che quel disegno così innovativo sarebbe stato l'inizio di una lunga, lunghissima collezione di moke di ogni forma e dimensione. Tra queste impossibile non menzionare La Conica, La Cupola e Ottagono di Aldo Rossi o la napoletana 90018 di Riccardo Dalisi. E che dire della Moka di Alessandro Mendini e della Ossidiana di Mario Trimarchi? Con quest'ultima siamo nel 2014 e Alessi torna nell'olimpo dell'architettura con il Compasso d'oro, conquistato per aver trasformato un oggetto che sembrava immutabile. La lista non si ferma: nel 2015 arriva la Pulcina di Michele De Lucchi e oggi Alessi presenta un nuovo modello firmato da David Chipperfield.
L'evoluzione delle moke Alessi è esposto fino al 14 aprile al Mudec di Milano (ingresso gratuito). Per tutto il Salone del mobile, il bistrot del museo diventa una mokeria per celebrare il rituale quotidiano della preparazione del caffè.
Un oggetto apparentemente semplice come la moka è stato in grado di scrivere la storia del design. Perché?
«Che domanda difficile! Mi consolo pensando alle parole di Friedrich Nietzsche: “La sola cosa che oggi può aspirare al capolavoro è una cosa piccola"».
Il caffè è simbolo dell'Italia in tutto il mondo. Così come Alessi. Come vede l'azienda oggi?
«La vedo leggera, gentile, bella e forte, in grado di affrontare le sfide che i tempi ci pongono davanti».
Alessi dal 1921 propone oggetti di design divenuti di uso comune. Qual è il suo segreto?
«Rispondere al desiderio di arte e di poesia di ognuno».
Torniamo alla moka. Per lei è un affare di famiglia. Suo nonno, Alfonso Bialetti, ne fu il creatore. E lei con la 9090 rivoluzionò il progetto. Ora arriva una nuova edizione firmata David Chipperfield. Cosa lega il progetto originale alla moka del 2019?
«La moka di Chipperfield è un esempio di redesign, cioè di intervento su un archetipo nel tentativo di migliorarlo. Già la caffettiera del nonno aveva avuto delle evoluzioni fin dalla fine degli anni Trenta, documentate nel museo Alessi».
Qual è il filo che lega i modelli proposti?
«Il progetto culturale che sta alla base dell'industria Alessi: la consapevolezza che siamo un esempio del fenomeno delle fabbriche del design italiano. Cioè una via di mezzo tra un'industria vera e propria e un artigianato di alta qualità. Un laboratorio di ricerca nel campo delle arti applicate il cui scopo è esercitare una continua attività di mediazione tra la migliore creatività internazionale nel campo del product design e il mercato».
Quale tra quelle citate considera «l'erede» della moka progettata dal nonno?
«Per me è sempre l'ultima in ordine di tempo».
Molti si chiedono cosa c'è di sofisticato in una moka oppure in una apparentemente semplice teiera.
«Non lo so. Però mi incuriosisce pensare che sia più difficile creare una teiera che piaccia e che sia usabile, piuttosto che una bella architettura alle stesse condizioni».
In un'intervista, Alessandro Mendini, direttore artistico scomparso di recente, definiva la vostra amicizia «sia psicologica che teorica». Quanto le manca questo rapporto?
«Sandro? È sempre là, nel suo piccolo ufficio troppo riscaldato nel mezzanino di via Sannio. Se avrò bisogno di un parere importante so che sarà presente e mi aiuterà».
La 9090 di Sapper fu una rivoluzione. Sapper, pur essendo tedesco, ha il cuore milanese. Quanto è importante l'essere italiani nel design?
«Dà la consapevolezza di agire - anche come azienda industriale - in un contesto di cultura materiale. Nel Paese della bellezza. Dentro il Dna delle botteghe d'arte rinascimentali dove ogni esperimento era concesso, anzi cercato».
A Milano si parla tanto di musei del design, dalla Triennale a quello della fondazione Compasso d'oro. Alessi ha una sua casa a un'ora e mezza dalla città in cui racconta la sua storia. Quanto è importante far conoscere le nostre radici?
«Credo sia fondamentale, come ci ha spiegato lo scrittore turco Orhan Pamuk e come dichiara l'etimo stesso dell'aggettivo. Credo nell'utilità dei “piccoli musei e delle cose modeste" e da molti anni me ne sto costruendo uno mio».
Marianna Baroli
Torna Seletti con il suo design pride: appuntamento domani in piazza Affari per ballare sotto il dito medio di Cattelan
Torna per la sua quarta edizione il design pride l'evento che vivacizza piazza Affari portando l'arte e la stravaganza di Seletti in città.
L'appuntamento è mercoledì 10 aprile 2019 alle ore 18.00 in Piazza Castello (angolo via Minghetti): da qui il suggestivo corteo attraverserà il distretto fino ad arrivare in Piazza Affari per l'immancabile festa finale.
La street parade, capitanata dal design brand Seletti, vede quest'anno protagonisti Esselunga, uno dei marchi più noti nell'ambito della grande distribuzione, amato per essere sinonimo di eccellenza e qualità; Tempo, i fazzoletti delle emozioni, che si distinguono per i loro packaging sempre originali e divertenti; Heinz, lo storico food brand americano le cui salse sono vere e proprie icone di gusto conosciute in tutto il mondo; e Sammontana, l'azienda che da sempre rappresenta la gioia autentica del vero gelato italiano, la convivialità ironica e spensierata legata all'estate.
Grazie all'impegno di Esselunga, anche quest'anno il design prive conferma la propria vocazione di "vetrina" per i giovani talenti. Gli studenti dello Ied – Istituto Europeo di Design hanno l'occasione unica di mostrare al pubblico la propria creatività, portando letteralmente "in piazza" le proprie idee e sfilando insieme ad alcuni dei designer più affermati a livello internazionale. Nel workshop che li vedrà coinvolti a marzo, gli studenti sono invitati a immaginare la scenografia che animerà la parata, sviluppando un concept creativo per la decorazione dei van Esselunga: il design pride diventa così per loro l'occasione unica di confrontarsi con un tema progettuale legato al set-design di un evento pubblico. Esselunga, che da sempre si contraddistingue per la sua visione fortemente contemporanea e attuale, con questo progetto conferma la sua attitudine a sostenere le forme di contemporaneità più dirompenti e originali.
Doppia firma unisce la creatività al saper fare dei nostri artigiani
Doppia firma: un designer e un artigiano che lavorano insieme per concretizzare un'idea. Un concetto che valorizza il saper fare artigianale e la creatività. Sono 19 i sodalizi di successo, una ricerca che non conosce confini e che svela il genius loci dei territori. Vetro, ceramica, carta, porcellana, marmo, legno, argento e ottone sono i materiali usati da Patricia Urquiola, Vito Nesta, Nick Ross, Victoria Wilmotte, Sam Baron e, tra le manifatture, San Patrignano, Bottega Ghianda, Risogama, Bottega Made in Cloisters, solo per citare alcuni, per arrivare a nuove interpretazioni di oggetti funzionali o decorativi. È il Salone del mobile, fino al 14 aprile a Milano, a mettere in mostra a Villa Mozart per la quarta volta Doppia firma, il progetto di Fondazione Cologni dei mestieri d'arte, uno dei tantissimi appuntamenti del Fuorisalone.
Il comparto del mobile in Italia coinvolge 164.000 aziende per un fatturato di 113 miliardi. Milano è prima in Italia sia per imprese sia per addetti. Seguono Firenze, Napoli, Prato e Roma, secondo i dati della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi. Un settore che coinvolge in larga scala pure il mondo della moda. L'anteprima della nuova collezione Armani/Casa è la chaise longue Onda, dalla struttura sottile le cui curvature evocano il movimento delle onde marine. Rivestita in pelle intrecciata con bordo in legno massello, materassino con poggiatesta imbottiti, braccioli in pelle, Onda è l'essenza della contemporaneità. In occasione del Salone Giorgio Armani inaugura negli spazi di Armani Silos anche la prima mostra dedicata all'architettura di Tadao Ando, riambientando la retrospettiva che il Centre Pompidou gli ha dedicato lo scorso anno a Parigi.
Anche Etro presenta le sue collezioni casa. Le novità della linea Home interiors, lanciata lo scorso anno e prodotta in licenza dal gruppo Jumbo, sono il tavolo Mythos con la figura del Pegaso, simbolo storico della maison; il tavolino Aleppo, con mosaico di tasselli in corno di bue; il divano Woodstock con una conformazione a materasso che ricorda gli ambienti della tradizione araba; e la poltrona Masai in tessuti del gruppo.
Dal loro debutto nel 2012, gli Objets nomades Louis Vuitton sono divenuti una collezione completa di 45 pezzi. Le ultime novità, dieci pezzi in collaborazione con designer di fama internazionale, si possono ammirare a Palazzo Serbelloni. La collezione ispirata al viaggio dà il benvenuto a due nuovi studi: Atelier Biagetti e Zanellato/Bortotto. L'atelier milanese Biagetti ha creato Anemona, un tavolo da pranzo con ripiano in vetro e base ondulata rivestita in pelle color naturale Louis Vuitton all'esterno e smalto blu a contrasto all'interno. Il duo italiano Zanellato/Bortotto fa il suo debutto con Mandala screen, un paravento composto da tre parti modulabili, in un sofisticato intreccio in pelle della maison.
L'ispirazione di Chorustyle, che spazia dall'ufficio del futuro agli oggetti, arriva dagli studi dei gatti di Leonardo da Vinci, i disegni dedicati a questi animali che l'artista e scienziato riteneva addirittura «geniali», come molti pittori del Rinascimento. Laki e Niko sono perfetti per chi è a caccia di un portafortuna, di un pezzo di design, di una luce delicata. Trasformare uno degli animali più amati al mondo in un oggetto creativo è la sfida del marchio, creato dall'imprenditore Domenico Bosatelli per esaltare il patrimonio artigianale e creativo italiano, e che ha scelto come simbolo proprio il gatto. Un'aura maestosa, ispiratrice e benaugurante, con una simbologia di origine giapponese, ha trasformato i felini in opere di design per le porte, in statue guardiane a vigilare negli ingressi.
Fuorisalone: Rimowa e Kaileidoscope presentano «Gas» l'opera di Guillermo Santomá
«In molti casi la creazione di un prodotto si avvicina tanto alla pratica artistica. Mi piace lavorare con i materiali industriali e sfruttarli fino al limite». Nasce così «Gas», il progetto curato da Gullermo Santomá in occasione del Fuorisalone di Milano. «Gas» è un progetto multimediale che coinvolge carta stampata, online e performance live. Un vero e proprio evento a 360 gradi che si avvale del contributo del designer spagnolo (classe 1984), invitato a rivisitare con il suo sguardo futuristico questo simbolo senza tempo del lusso funzionale e del viaggiare consapevole. La collaborazione prenderà vita su tre livelli, separati ma interconnessi: un cortometraggio, un'installazione e una pubblicazione.
Fondendo la sua idea del colore e del gioco con una sensibilità verso i materiali e i processi industriali, Santomá crea oggetti e spazi surreali, in bilico tra arte e funzione. La sua nuova installazione, ospitata presso lo Spazio Maiocchi, si ispira all'idea di una stazione di servizio concettuale e vedrà al centro una vera e propria automobile, trasformata con l'alluminio di Rimowa in una scultura di luce e suoni. Battezzata con il nome «Gas» in onore della famosa serie fotografica di Ed Ruscha Twentysix Gasoline Stations, l'installazione si rifà alla cultura della custom car e al movimento light and space, evidenziando la passione dell'artista per la West Coast americana.
Dove: Spazio Maiocchi
Via Maiocchi 7
20129 Milano
Una visione alternativa del futuro: Chinneck con Iqos in scena in via Tortona
«Philip Morris international sta guidando la trasformazione dell'industria del tabacco, basata sulla scienza e l'innovazione. Il nostro obiettivo è quello di costruire un futuro smoke free, in cui prodotti senza fumo, come Iqos, sostituiscano le sigarette a vantaggio della società. È proprio questo pensiero, volto a rivelare una visione alternativa del futuro, che ha reso naturale la collaborazione tra il nostro marchio e Alex Chinneck».
Una casa che si apre, sul mondo, e mostra al suo interno, dietro una grossa cerniera, un azzurro intenso. Come un cielo estivo. Nasce dalla voglia «di ribaltare la percezione di ciò che è possibile» il progetto dell'artista inglese che vede protagonista l'architettura dell'intero edificio che, attraverso una serie di interventi scultorei, viene trasformata in modo spettacolare sfidando la percezione del pubblico. All'esterno, infatti, l'artista ricrea una facciata totalmente nuova il cui prospetto – che richiama l'estetica della tradizionale architettura milanese – sembra "aprirsi" in una delle sue estremità attraverso una zip che lascia intravedere l'interno dell'edificio; gli spazi interni, invece, sono radicalmente trasformati attraverso "aperture" inaspettate nel pavimento in cemento e nelle pareti in pietra. Il simbolo della zip si rivela così il tratto distintivo del progetto, l'espediente attraverso cui l'artista dà origine a una serie di fenditure surreali da cui si propaga una luce eterea e impalpabile che invade lo spazio, trasportando il visitatore in un'esperienza inedita e coinvolgente.
A fianco, i prodotti del futuro: Iqos 3 e Iqos 3 multi, le più recenti versioni del dispositivo smoke free di Philip Morris international. Caratterizzati da un design ergonomico ed elegante e progettati con un sistema all'avanguardia che prevede il riscaldamento degli stick di tabacco evitando la combustione. Design e innovazione, quindi, hanno il potere di avere un impatto positivo sulla vita dei fumatori e, collettivamente, sulla società.
Dove: Spazio Quattrocento – Opificio 31
Via Tortona 31, Milano
Dal 9 al 14 aprile 2019, ore 10.00 – 21.00



















































