2021-11-02
Sale la tensione tra Iran e Azerbaigian
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Vladimir Putin e Recep Tayyip Erdogan (Ansa)
I rapporti tra Teheran e Baku si fanno sempre più tesi. Un test difficile per le relazioni tra Vladimir Putin e Recep Tayyip Erdogan.La seconda guerra del Nagorno-Karabakh ha comportato una perdita di influenza dell'Iran sul Caucaso meridionale e un aumento delle fibrillazioni tra Teheran e Baku.Lo scorso 15 ottobre, il presidente azero, Ilham Aliyev, ha affermato che l'Azerbaigian "ha bloccato una rotta del traffico di droga dall'Iran attraverso [il] distretto di Jabrayil dell'Azerbaigian verso l'Armenia e oltre in Europa". Un'affermazione che la Repubblica islamica ha bollato come "dichiarazioni false". Un ulteriore fronte di attrito risiede nell'autostrada Goris-Kapan, che si estende su una sezione di territorio conteso tra Armenia e Azerbaigian. A settembre, Baku ha imposto dei pedaggi aggiuntivi ai camionisti iraniani, innescando le loro proteste. Alcuni di essi sono stati quindi arrestati dalle forze azere, inasprendo le relazioni tra Baku e Teheran. L'Iran, dal canto suo, ha iniziato a ricorrere a dei corridoi commerciali alternativi per non interrompere i propri commerci con l'Armenia, la Georgia, la Russia e l'Unione economica eurasiatica. Come sottolineato da una recente analisi della Jamestown Foundation, un percorso preso in considerazione è innanzitutto la strada che collega Tatev ad Aghvani: un percorso tuttavia piuttosto stretto e scomodo per i camion (specialmente in condizioni atmosferiche sfavorevoli). Una seconda soluzione per Teheran è quella di adottare il Mar Caspio come alternativa marittima alla rotta terrestre Nord-Sud attraverso l'Azerbaigian verso la Federazione russa: anche in questo caso,l'obiettivo sarebbe quello di raggiungere direttamente Russia e Armenia, bypassando l'Azerbaigian. E' in tal senso che l'Organizzazione iraniana per la promozione del commercio ha firmato un memorandum d'intesa con l'Islamic Republic of Iran Shipping Line Group.Il tema commerciale si interseca poi a quello militare. All'inizio di ottobre, l'Iran ha condotto delle rilevanti esercitazioni al confine con l'Azerbaigian. Una mossa a cui gli azeri hanno a loro volta replicato pochi giorni dopo con delle esercitazioni militari congiunte con la Turchia. Una situazione complessiva che, come è facile intuire, ha significativamente aumentato la tensione tra i due Paesi. In un tale clima, Teheran ha inoltre accusato Baku di ospitare dei combattenti siriani sostenuti da Ankara. A livello più generale, non dobbiamo tra l'altro dimenticare che l'Iran intrattenga storicamente delle relazioni piuttosto cordiali con l'Armenia e che risulti al contempo uno dei principali alleati mediorientali di Mosca. E' quindi in tal senso che la seconda guerra del Nagorno-Karabakh ha rappresentato un duro colpo per l'influenza di Teheran sul Caucaso meridionale, a netto vantaggio invece di Azerbaigian e Turchia. In tutto questo, non bisogna neppure trascurare che i difficili rapporti tra Teheran e Baku si intersechino con la nota rivalità che intercorre tra l'Iran e Israele: ricordiamo infatti che proprio Israele risulti piuttosto vicino all'Azerbaigian. Quello stesso Azerbaigian che, soprattutto negli ultimi mesi, ha registrato alcuni significativi attriti con la Russia. E' chiaro che queste spinose dinamiche stiano aumentando le fibrillazioni nel Caucaso meridionale. Il che apre le porte ad almeno due considerazioni. La prima è che, per quanto un conflitto aperto tra Teheran e Baku resti al momento fortemente improbabile, tale situazione generale rischia di pesare sui prezzi dell'energia. In secondo luogo, questa tensione costituisce un fronte problematico nelle relazioni che intercorrono tra il presidente russo, Vladimir Putin, e il suo omologo turco, Recep Tayyip Erdogan. E' pur vero che i due leader siano abituati a collaborare su vari dossier che li vedono in divergenza (si pensi solo alla Siria). Tuttavia trovare un'intesa nel Caucaso meridionale non sarà affatto facile.
Vladimir Putin e Donald Trump (Ansa)