2023-11-19
Sala ha stufato persino la sua maggioranza
Tensione tra sindaco e parte della sinistra sull’Ambrogino d’oro al comico Andrea Pucci: «Clientelismo sulle candidature» Il capogruppo dem lo smentisce. E Carlo Monguzzi (Verdi) sfiducia l’assessore all’Ambiente: «Non è il suo mestiere, giunta incapace».Un mandato via l’altro, con il pulsante mantra nella testa: piacere alla gente che piace. Gli ecoriccastri dell’Area C, quelli dell’aperitivino in centro, benevolenti vipponi e influencer. Ma poi il regista Carlo Verdone e la conduttrice Elenoire Casalegno descrivono Milano come una disperante Gotham. E un comico di destra, Andrea Pucci, riceverà l’Ambrogino. Per Beppe Sala la sequela di serrati eventi diventa insostenibile. Al sindaco di Milano casca il mondo. Sono giorni tremendi per lui. Così, in Consiglio comunale se la prende con tutti. Non solo i cattivoni del centrodestra, che sobillano fantasiosi giornalisti. Ma pure il Pd, sangue del suo sangue.In aula basta scandire il dirimente punto all’ordine del giorno. Un’inaudita mozione di sfiducia contro l’assessore all’Ambiente, Elena Grandi, per la gestione del verde in città. Proposta da Fratelli d’Italia, viene seguita dalla sfuriatona di Beppe: «Mi rivolgo al Consiglio. È il momento di distinguere tra le persone che lavorano dalla mattina alla sera, magari facendo degli errori, e quelle che non fanno molto». Quasi un’ardita variante politica del detto milanese: «Guadagno, pago, pretendo». Riferita all’opposizione, ma pure alla maggioranza. Segue brusio generale. E plateale contestazione del comitato Baiamonti, seduto in tribuna. «Non avete nessun diritto di parlare», deflagra Sala. Che chiede addirittura di sospendere la seduta.Ambientino sereno. Esacerbato dall’ultima polemica, a cui il sindaco s’appiglia per difendere il suo assessore: la scelta di conferire la massima onorificenza cittadina a Pucci. «È vergognoso che il Consiglio, anche con la dimostrazione che offre tutti gli anni sulla scelta clientelare degli Ambrogini, si permetta di fare una mozione del genere rispetto a una persona che lavora costantemente». Insomma, come osano criticare l’insuperabile Grandi coloro che hanno scelto un battutista destrorso? E temendo di venir sconfitto con l’aiuto della maggioranza, rincara: «Se volete fare il voto segreto, fate quello che volete. Questa mozione, però, è una vergogna».Peccato che l’assessore di Europa verde sia stata demolita persino dal collega di partito, Carlo Monguzzi. Lei, con piglio saliano, aveva difatti definito «happening» il sopralluogo di una commissione di 27 consiglieri e 200 cittadini. «A differenza tua», dice quindi Monguzzi al sindaco, «penso che questo non sia il mestiere giusto della Grandi. Non ha nessun senso istituzionale. Beppe, te lo dico fraternamente: tu devi scusarti, perché hai insultato tutto il Consiglio comunale. Hai detto delle cose gravissime. Pensi che possiamo andare avanti altri tre anni con questa incapacità della giunta?».Si fa sentire persino il capogruppo del Pd, Filippo Barberis: «Rientra nella prerogativa delle minoranze presentare mozioni di sfiducia sui membri della giunta, come rientra nella nostra prerogativa ribadire la fiducia all’assessore». E, rivolgendosi a Sala, aggiunge: «Non è necessario, per difendere il lavoro della giunta, criticare in maniera trasversale i consiglieri dicendo che non siamo in grado di fare il suo lavoro». In aula scrosciano gli applausi. Quanto all’Ambrogino, «se fosse vero che il Consiglio ha operato con spirito clientelare, non potrei guardarmi allo specchio», assicura Barberis. Che aggiunge: «Non è stata quella la logica che ci ha guidato nelle selezioni». Il furibondo Sala, però, non si placa: «Ci sono candidature agli Ambrogini per cui tu attacchi sindaco e giunta e noi ti proponiamo. Ritengo che questa cosa sia vergognosa. Non è nel mio diritto dirlo?». Risponde Barberis: «Ribadisco che non è quello lo spirito». Riassalta Sala: «Ribadisca quello che vuole». Comunque sia: alla fine la mozione sull’assessore viene respinta. Ma tra sindaco e maggioranza il clima, a dispetto del riscaldamento globale che avvilupperebbe la metropoli, è siberiano. Tanto che il capogruppo del Pd, fuori dall’aula, mette il carico da undici: «Se non si condivide una scelta, si critichi quella. Non accetto, però, che si metta in discussione la buona fede del consiglio», dice Barberis.«Ma vi pare normale che il sindaco di Milano debba occuparsi di Pucci?», chiede quindi Matteo Salvini, vicepremier e leader leghista. Invita il sindaco a parlar di sicurezza, piuttosto che attaccare «una persona al giorno». Replica dell’interessatissimo: «Eh sì, signor ministro, c’è una cosa che si chiama sistema valoriale. Magari per lei è roba da radical chic, come ama spesso definirmi». Che l’area C dunque si sollevi, a bordo di Tesla super accessoriate. Per vendicare l’onta subita dal Beppe furioso.
Jose Mourinho (Getty Images)