2023-03-24
I russi dietro l’affare: Meloni stoppa Carrai
Marco Carrai (Imagoeconomica)
Golden power del governo sulla vendita di Tecnologia intelligente (software e intelligenza artificiale), una società dell’imprenditore amico di Matteo Renzi, all’olandese Nebius Bv. Quest’ultima è lo spin off di Yandex, la «Google russa», che mira al business dei dati in cloud.Uomini d’affari vicini al Cremlino, ex del Mossad e dell’esercito israeliano, tecnologie innovative per la gestione di dati e documenti e fare concorrenza a colossi come Amazon e Microsoft. E Marco Carrai, imprenditore e sodale del leader di Italia Viva Matteo Renzi. Sono i protagonisti e gli ingredienti del primo veto esercitato dal governo Meloni nell’ambito della disciplina del golden power.Con un decreto del presidente del consiglio dello scorso 16 marzo, l’esecutivo ha bloccato l’acquisizione di una piccola società informatica italiana da parte di uno spin-off del colosso tecnologico russo Yandex. La società italiana si chiama Tecnologia intelligente srl ed è al 100% di Marco Carrai, imprenditore fiorentino da sempre vicino a Renzi. Costituita nel luglio scorso con un capitale di 10.000 euro, la società dovrebbe occuparsi di sviluppo software e intelligenza artificiale. Ma, poco dopo la sua costituzione nel dicembre scorso, Carrai vende la nuova creatura. A comprare è una società olandese, Nebius Bv. È appena nata anche lei e dovrebbe gestire le attività di cloud a livello internazionale di Yandex.L’amministratore e unico azionista di Nebius è Alexander de Cuba, un manager di Yandex. Quest’ultima è il colosso di Mosca della tecnologia, la «Google russa», che gestisce un portale di ricerca e una serie infinita di altre attività nel Paese, dalle consegne a domicilio alle piattaforme per i taxi, alle mappe e sistemi di geolocalizzazione fino a una serie di servizi per le imprese. E che fino all’invasione dell’Ucraina stava estendendo la sua rete anche in Occidente.Tra queste attività internazionali c’è, appunto, il cloud, ovvero la fornitura di una serie di servizi informatici tramite la connessione a internet. Settore in forte sviluppo, nel quale l’obiettivo di Yandex era di competere a livello globale con colossi come Aws di Amazon e Azure di Microsoft. Ma l’invasione dell’Ucraina ha cambiato anche lo scenario di Yandex. Quotata anche negli Stati Uniti, ha una capitalizzazione di 6 miliardi contro i 30 miliardi del gennaio 2022. Ma le azioni sono sospese dagli scambi e il Nasdaq ha annunciato lo scorso 15 marzo l’intenzione di delistare la società. Il suo fondatore, Arkady Volozh, è stato sanzionato dagli Usa e dall’Unione europea per il ruolo di Yandex nel «promuovere la narrativa dei media di Stato e nascondere o eliminare contenuti critici verso il Cremlino». Lui si è dimesso dagli incarichi nel gruppo e non è più tornato in Russia dal febbraio del 2022. Attualmente si trova in Israele, da dove ha fatto filtrare di essere contrario alla guerra.Yandex cerca di mantenere il suo status di società privata malgrado le strette del governo di Mosca sul settore tecnologico. Ha incaricato uno stretto collaboratore di Putin fin dai tempi di San Pietroburgo di gestire i rapporti con il Cremlino e separato le sue attività domestiche da quelle internazionali. Vk, società pubblica che gestisce il social network più popolare in Russia, Vkontakte, ha comprato parte delle attività nazionali tra le quali l’aggregatore di notizie e la piattaforma che gestisce i blog. E si dice che un oligarca vicino a Putin come Vladimir Potanin potrebbe entrare nel capitale della stessa Yandex.La parte internazionale, che fa capo alla olandese Yandex Nv, cerca di mostrarsi «separata» e distante, non solo formalmente, dalla Yandex rimasta in Russia. Nel giugno del 2022 è nata così Nebius, sede in Olanda e uffici dichiarati in Italia e a Tel Aviv, alla quale sono state trasferite le attività cloud. La Nebius, tra le prime iniziative, cerca di comprare la Tecnologie intelligente di Carrai per 10.000 euro ma impegnandosi a investire due milioni nella ricerca. L’operazione viene notificata perché il settore IT rientra nella disciplina del golden power. E l’esecutivo blocca tutto. «Nulla da dichiarare», commenta Marco Carrai, «per quanto mi è dato di sapere, il provvedimento del governo sarà rispettato e non verrà impugnato».A essere interessante è anche la divisione israeliana, Paese al quale Carrai è da sempre molto legato. L’imprenditore è anche console onorario d’Israele per Toscana, Lombardia e Emilia Romagna. A capo dell’ufficio di Tel Aviv c’è Eyal Rozen, già manager di Yandex. Nell’advisory board di Nebius Israel figurano invece personaggi di primo piano dei Servizi e dell’esercito di Tel Aviv. Come Nati Cohen, ufficiale in pensione, ex direttore generale del ministero delle comunicazioni ed ex capo della divisione Ict dell’esercito; Hagai Itkin, già a capo del dipartimento tecnologia del Mossad; Lior Carmeli, ex capo del direttorato per la cyberdifesa. L’avvio delle attività di Nebius in Israele è stato salutato nel febbraio scorso con un grande party-evento a Tel Aviv, concluso con lo show della cantante Netta Barzilai, vincitrice dell’edizione 2018 di Eurovision. Le «radici» di Nebius nella tecnologia di Yandex sono ben nascoste nel sito di presentazione della società.D’altra parte il business del cloud è di quelli sensibili. Si tratta in sostanza di archiviare e processare documenti e dati sensibili dei propri clienti. Tra i quali possono esserci grandi società private ma anche agenzie governative. Da qui l’attenzione del governo Meloni al caso della piccola e neonata società di Carrai. E ai suoi aspiranti compratori: siano essi russi o di altri Paesi.
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