2025-04-27
Elicotteri, tiratori scelti, artificieri Roma «Caput mundi» della sicurezza
Un vero e proprio esercito composto da polizia, carabinieri, finanzieri e uomini della penitenziaria ha vigilato sul perfetto svolgimento della cerimonia funebre. Nulla è stato lasciato al caso, neanche i selfie di due nomadi.Roma ha retto l’onda d’urto. Ha superato indenne lo sbarco di 166 tra capi di Stato e delegazioni internazionali e la mobilitazione di 400.000 tra fedeli e curiosi disposti lungo il percorso di 6 km scelto per trasportare papa Bergoglio da San Pietro alla basilica di Santa Maria Maggiore. Il viaggio della papamobile è durato circa 25 minuti. Più o meno lo stesso tempo è stato impiegato per la tumulazione del pontefice dentro la basilica. Alle 20, 1.000 fedeli sono potuti entrare a pregare. Cinquantamila persone erano dentro a piazza San Pietro, altre 200.000 nelle immediate vicinanze, ulteriori 150.000 erano distribuite lungo il tragitto.Numeri che mercoledì, quando 20.000 fedeli avevano dato l’ultimo saluto a Francesco senza che si registrasse una calca eccessiva, non erano prevedibili. Nulla, però, nell’organizzazione, è stato lasciato al caso. Come può testimoniare chi scrive. Ecco un breve resoconto dei preparativi e del corteo funebre. Nelle ore di massimo afflusso, poliziotti in borghese si mescolano in mezzo alla folla, confondendosi tra i pellegrini, mentre sopra i palazzi si scorgono le sagome dei cecchini. Quando in via della Conciliazione, da una strada laterale, sbucano due giovani nomadi e si fermano a fare selfie, intorno a loro si crea il vuoto. Due carabiniere le prendono subito in consegna, seppur rimanendo a breve distanza. Nelle strade intorno al Vaticano i militari hanno a disposizione armi super tecnologiche, come i bazooka antidrone. Il Tevere viene passato al setaccio con l’aiuto dei sommozzatori e le persone che fanno jogging sulle sponde del fiume vengono controllate.Gli addetti alla sicurezza svuotano i bidoni dell’immondizia e chiudono i tombini. Gli agenti ai varchi attrezzati di metal detector non lasciano passare i liquidi, come negli aeroporti. Chi si era portato la sedia da casa deve abbandonarla. La stazione Nbcr dei vigili del fuoco per il contrasto alla minaccia nucleare, batteriologica, chimica e radiologica agita le sue antenne su piazza San Pietro mentre gli inibitori di frequenze affievoliscono il segnale Internet.Si arriva, così, al giorno delle esequie. Il percorso del corteo funebre è delimitato dalle fettuccine gialle della polizia municipale. Forze dell’ordine e Protezione civile cercano di tenerlo libero. Il passaggio del Papa davanti al Colosseo è preceduto da moto, scooter, auto blu, uomini con radio, capelli al vento e occhiali da sole. A vegliare sopra il serpentone di folla anche l’elicottero bianco del Vaticano, a fianco di quelli di polizia e carabinieri. Migliaia di persone attendono per ore l’arrivo della bara di Francesco assiepate intorno alle transenne che proteggono piazza di Santa Maria Maggiore. Gente di tutto il mondo, come la ragazza di Managua che sfoggia la sua bandiera «Nicaragua Libre» contro il regime del presidente sandinista Daniel Ortega. Sul palazzo del Pontificio seminario lombardo è esposto un grande striscione: «Grazie Francesco».Verso le 11.30 un cameriere, mentre serve brioche e cappuccini, si fa interprete dello spirito del momento: «Tra un’ora e mezza arriva il Papa, che emozione». Di fianco a lui tre suore seguono la diretta del funerale su un cellulare. Alle 12.03 parte un applauso. Il solito cameriere domanda: «È arrivato il Papa?». Una delle religiose, in versione telecronista, lo tranquillizza: «No, lo stanno caricando adesso. Ecco, lascia il sagrato di San Pietro». Poi, la donna, per prepararsi all’arrivo di Francesco, si arrampica su una transenna. L’auto con la bara lascia il Vaticano poco prima delle 12.30. Dopo circa 25 minuti spunta davanti alla basilica di Santa Maria Maggiore. Tutti i presenti alzano i loro cellulari e iniziano a fotografare e a fare riprese. Alle 12.58 la papamobile si allontana, ma la folla applaude pure la vettura vuota. Cinque suorine africane si mettono in posa per un fotografo. Alle 14.30 vengono spostate le transenne e i fedeli iniziano ad affluire nella piazza. Molti giornalisti (2.700 quelli accreditati) iniziano le loro dirette in tutte le lingue. Un gruppo di vietnamiti canta indossando i cappellini dell’agenzia di viaggi che li ha portati lì. Uno spot di livello planetario.Ma se tutto si è svolto nella più assoluta tranquillità, nonostante l’incredibile concentrazione di governanti, è merito, come detto, di un dispositivo di sicurezza studiato nei minimi dettagli. Il questore di Roma, Roberto Massucci, ha commentato: «Mi è capitato spesso di gestire grandi eventi e c’è sempre qualcosina che potrebbe andare meglio. Questa volta è andato tutto estremamente bene». Il segreto del successo è anche nei numeri. Ieri sono stati mobilitati 2.232 poliziotti, 1.240 carabinieri e 326 finanzieri, ovvero circa 3.800 uomini. Anche la polizia penitenziaria per la prima volta ha contribuito al dispositivo di sicurezza. Sono stati impiegati pure i vigili del fuoco e la polizia locale di Roma.Sono state utilizzate per ogni giornata 6 unità cinofile, 6 team di tiratori scelti , 10 gruppi di artificieri e 10 equipaggi antiterrorismo. Al conto vanno aggiunti 1.170 militari impiegati in strada per proteggere 118 obiettivi sensibili e 152 dislocati nelle stazioni. Novantaquattro personalità straniere sono state affidate alle cure di 550 uomini di scorta delle tre forze di polizia, mentre altri 390 operatori hanno garantito la viabilità. A Pratica di Mare erano pronti i caccia Eurofighter e, al largo di Fiumicino, un cacciatorpediniere. I droni hanno volato sulla città offrendo immagini in 3D. Come si legge nell’ordinanza di servizio emessa il 24 aprile dalla questura di Roma, intorno al Vaticano sono state allestite tre aree di sicurezza (una di massima sicurezza, una riservata e una di rispetto). L’area riservata, a ridosso del Vaticano, è stata suddivisa in cinque zone di servizio e in ulteriori 22 sottosettori, secondo un piano di «safety» realizzato dalla società Ninetynine, che ha vinto l’appalto da 1 milione per l’organizzazione dei grandi eventi del Giubileo.Particolarmente sorvegliata la zona intorno a Villa Taverna, l’ambasciata Usa, dove ha soggiornato Donald Trump con Melania e dove non era possibile parcheggiare neppure un monopattino. Alla fine il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha potuto ringraziare tutte «le articolazioni delle forze dell’ordine» per il brillante risultato che ha contribuito a far tornare Roma «Caput mundi anche da questo punto di vista». Quello, decisivo, della sicurezza.
Sergio Spadaro e Fabio De Pasquale (Imagoeconomica)
Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti (Imagoeconomica)