2024-08-23
Roma brucia ma Gualtieri non suona neppure la cetra
Il sindaco della Capitale è al terzultimo posto tra i primi cittadini dei capoluoghi di provincia e a pochi mesi dal Giubileo la città è in balia di incendi, rifiuti, borseggiatori e trasporti che non funzionano. E adesso perfino le star dem vogliono fuggire.Roma brucia e Roberto Gualtieri che fa? Niente. Da settimane si susseguono notizie di roghi nella Capitale, mischiate a quelle che riguardano le condizioni dei trasporti, il degrado dei campi rom, la devastante situazione delle strade e il disastro dei servizi di nettezza urbana, e il sindaco limita la sua azione a qualche commento di pragmatica e a rare apparizioni. Non si sa se sia in ferie o nel suo ufficio al Campidoglio, ma sia che svacanzi su qualche isola, sia che sia chino alla scrivania, mi pare che il risultato sia lo stesso: zero. Lo dico senza alcuna acrimonia nei suoi confronti. Anzi, se devo dire, Gualtieri, il sindaco con la chitarra, mi sta pure simpatico: per quel poco che so di lui, è una persona per bene. Tuttavia, essere gentile e rispettoso delle regole non significa anche essere un buon sindaco. E per quanto mi riguarda, ma soprattutto per quanto riguarda la maggioranza dei romani, non lo è. L’ultima rilevazione del Sole 24 ore sul gradimento dei primi cittadini italiani lo colloca al terzultimo posto nella classifica degli 80 capoluoghi di provincia. Meglio di lui, perfino Giuseppe Falcomatà, criticatissimo capo giunta di Reggio Calabria. L’unico primato in cui Gualtieri svetta è quello di chi nell’ultimo anno ha perduto più consensi fra cittadini e il sindaco di Roma in questo eccelle, con un 15 per cento in meno, superando tutti. Ormai perfino chi lo ha votato, nella speranza che liberasse la Capitale da quel disastro chiamato Virginia Raggi, lo appoggia più. Carlo Calenda lo ha definito presuntuoso e incapace, spiegando che la città è allo sbando. Sabrina Ferilli su YouTube ha messo un video sulle condizioni del suo quartiere. Fiorello ha ritirato un premio dicendo che a Roma ormai ti sorridono i cinghiali. Lo scrittore Fulvio Abbate sostiene che la Città eterna sia invivibile e Carlo Verdone addirittura ha annunciato di voler emigrare, dicendo che la Capitale sembra il bagno a cielo aperto di un autogrill: «Dalla mia finestra vedo i ragazzi, gli ubriaconi, i romani e i turisti che vanno dietro le macchine, gli alberi e le statue a fare la pipì. È indecoroso. Che ci vuole, cara amministrazione, a mettere dei vespasiani?». E poi i gabbiani, «risultato di una città sporca» e i piccioni, per non parlare dei cinghiali. L’ultima in ordine di tempo a lamentarsi è stata Luisella Costamagna, che in un tweet di ieri ha denunciato la sporcizia sotto casa, chiedendosi dove sia l’amministrazione comunale e che fine facciano le tasse pagate dai cittadini. Tutti, anche i vip, quelli per cui l’Ama si affretta a far le pulizie di casa appena parlano, insomma si lamentano. E lui, Gualtieri? Zitto. Non pervenuto. Quasi che la faccenda delle condizioni di Roma non lo riguardi. Ogni tanto fa sapere che presto libererà la città dal problema dei campi rom, dagli incendi, alcuni dei quali, come ad esempio quello a Monte Mario, partono proprio dagli accampamenti abusivi (dove si brucia ogni genere di rottame per ricavarne rame o altro materiale), risolvendo il problema dei trasporti e pure quello della nettezza urbana. Ma come sempre le date parlano degli anni a venire, quando molto probabilmente il mandato del sindaco sarà scaduto. Nel frattempo, un tizio di nome Simone Cicalone, ex pugile che filma i borseggiatori in metrò e mette tutto online, è diventato un mito, una specie di giustiziere della capitale, senza pistola ma capace di mettere in fuga i borseggiatori sui mezzi pubblici. E a proposito di autobus, l’ultima notizia riguarda l’Atac, l’azienda tranviaria che ha previsto incentivi a macchinisti e controllori che lavorano invece di assentarsi. La misura, da quel che si capisce, servirebbe a incentivare il lavoro dei dipendenti, molti dei quali, troppi, invece di guidare l’autobus presentano il certificato medico. Intendiamoci: le condizioni in cui versa la capitale non sono tutte colpa di Gualtieri. Sono anni che Roma scivola lentamente verso il degrado. E sono anni che le giunte lasciano fare. Tuttavia, è un fatto che negli ultimi trent’anni la sinistra di cui il sindaco fa parte ha governato per almeno venti e se si aggiungono anche i grillini, che del Pd e di Avs sono alleati e addirittura minacciano di dar vita a un campo largo, si arriva a 25. Da Rutelli a Veltroni, da Marino a Gualtieri è quindi da un quarto di secolo che a Roma non si muove foglia che il Pd non voglia. Dunque, dai ritardi nei lavori per il Giubileo alle buche che si allargano nelle strade, non c’è guaio di cui la sinistra possa dirsi innocente. Vedendo il disastro, anche del debito pubblico, c’è da chiedersi perché nel 2021 Gualtieri abbia accettato di candidarsi. Ma poi, ricordando che prima di insediarsi in Campidoglio, il sindaco faceva il ministro dell’Economia nel governo giallorosso, quello - per intenderci - che ha scavato una voragine nei conti dello Stato con il super bonus e il reddito di cittadinanza, si capisce tutto. Da una devastazione all’altra nel segno della continuità. Sempre però con la faccia da persona per bene e con l’aria più mite che ci sia. Tanto l’aria degli incendi e delle discariche la respirano gli abitanti dei quartieri coinvolti, mica lui.
Edoardo Raspelli (Getty Images)
Nel riquadro: Mauro Micillo, responsabile Divisione IMI Corporate & Investment Banking di Intesa Sanpaolo (Getty Images)
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