2021-03-30
I ristoranti in guerra puntano sul pranzo di Pasqua a domicilio per sopravvivere
L'associazione di Federturismo Mio guida la rivolta e organizza riaperture e sciopero fiscale. Intanto nelle grandi città si cerca la riscossa con il delivery.Natale con i tuoi e Pasqua… pure! Per il secondo anno, causa virus cinese, bisogna arrangiarsi scontando le chiusure forzose dei ristoranti e qualche norma assurda che impedisce di passare la festa al mare o in montagna, ma non di pigliare un aereo e scappare. A questo tafazzismo turistico ricettivo i ristoranti che sono i più colpiti dalle clausure governative, i meno ristorati e soprattutto i più esasperati per i continui stop and go, reagiscono in due modi: c'è chi va in piazza e chi resiste con il menù da asporto e le consegne a domicilio. La protesta più consistente parte da Mio (l'associazione di Federturismo) con alla testa Paolo Bianchini, deciso a riaprire migliaia di tavole, nonostante i divieti, dal 6 aprile a pranzo e a cena promuovendo nel contempo una causa collettiva contro lo Stato che è uno sciopero fiscale per bloccare imposte, tariffe e contributi (per aderire www.mioitalia.it). Di segno eguale e contrario è la protesta di Gianfranco Vissani, forse il cuoco più popolare e abile d'Italia, che da un anno è alla testa delle imprese ricettive: «Io dico che bisogna chiudere tutto; dai panifici, ai bar: voglio voglio vedere come fanno. Ci hanno distrutto. Delivery? Non ne voglio neppure parlare». Almeno 90.000 sono le aziende già saltate, 400 milioni i danni che lo stop a Pasqua e Pasquetta procura al settore secondo Confcommercio. Come Vissani molti stellati, soprattutto in provincia, hanno deciso di chiudere, invece molti altri, soprattutto nelle città, portano la loro cucina a casa dei clienti. È lo spirito che anima alcuni grandi chef che hanno preparato menù speciali per Pasqua da consegnare a domicilio. Questa è la scelta di Mi View restaurant, locale innovativo a Milano che è nato come sintesi di una proposta di altissimo profilo qualitativo: quella che si aggrega attorno ad Artimondo, costola commerciale dell'Artigiano in fiera, la più importante rassegna del settore d'Italia. Il Mi View è nato una decina di mesi fa e sta al ventesimo piano della torre Wjc al Portello, da dove si domina tutta Milano, come a volo radente. L'idea? Raccontare il gusto italiano attraverso un'esperienza gastronomica ed emozionale orchestrata dalle abilità di uno degli chef più colti e creativi, Christian Spagnoli. I primi mesi sono stati euforici: il ristorante lo scorso maggio è diventato il punto di ritrovo di una comunità internazionale decisa a immergersi nell'italianità, poi in autunno è arrivato lo stop per Covid. Ma c'era l'opportunità di continuare la proposta di cucina per esaltare la qualità degli artigiani dell'agroalimentare aggregati dal portale Artimondo (www.artimondo.it, dove si fa spesa gourmet online). Antonio Intiglietta, presidente di Gestione fiere che ha generato questo circuito virtuoso - rassegna, portale, esperienza gastronomica - ha così puntato sul delivery. La Pasqua di Mi View restaurant intende trasformare l'eccellenza in capolavori da gustare. Basta cambiare la prospettiva: se le persone non possono andare al ristorante, è il ristorante che va a casa loro. C'è tempo fino a giovedì per ordinare online (www.miview.it) il menù di Pasqua che ha cinque portate: due antipasti innovativi a base di ostriche e tonno, i ravioli al ragù di capretto, l'agnello e la pastiera arricchiti se si vuole dalla colomba di Domenico Peragine, un eccellente maestro pasticcere, e dai vini scelti da Monica Angeli. Il prezzo è di 130 euro per due persone che diventano 160 con i vini e la colomba. È una proposta in linea con quella di molti altri ristoranti gourmet italiani. A Milano - con prezzi che vanno da 75 a 150 euro per due persone - offrono il delivery di Pasqua tra i tanti Andrea Berton, Carlo Cracco (anche con finalità benefica), Eugenio Boer, il ristorante Nobu e Claudio Sadler. A Verona Giancarlo Perbellini porta lui a casa il menù, a Milano lo affida al radiotaxi; sempre a Milano Marco Ambrosino (28 posti) ha ideato una Easter box. Il delivery offre anche occasioni irripetibili. Come la proposta dai fratelli Cerea: un menù da tre stelle Michelin con le ricette di Da Vittorio a Brusaporto (la consegna è in tutta la Lombardia) aggiungendo anche i vini della prestigiosa cantina di uno dei ristoranti più famosi d'Europa. A 120 euro potete gustare sei portate: dalla piovra al cartoccio al capretto alla bergamasca. Anche a Roma il menù di Pasqua a domicilio ha molte offerte che oscillano tra 230 e 140 euro per due persone: tra le più «in» ci sono quelle de Il giardino dell'Eden o de Il Pagliaccio, e poi c'è la proposta collettiva del Menù di Santa (officiato da Roscioli & co). Da non perdere il menù del San Domenico di Imola (90 euro) quello di Mattia Baronetto del Cambio di Torino, quello delle ragazze e dei ragazzi di Valle Vairata (35 euro a persona) a Torino e Cuneo, di Michele Biagiola (ristorante Signore te ne Ringrazi) a Montecassiano, degli Amici 1887 di Udine (75 euro a persona). Il delivery è l'altra Pasqua a Firenze come a Napoli o a Bari. Un tratto comune è che, salvo rare eccezioni, sono tutti menù improntati alla tradizione. Così arriva a casa il sapore di casa.