2019-07-27
Rissa nell’esecutivo sul taglio delle tasse. Tria irride la Lega
Il Mef snobba la flat tax, ma Matteo Salvini non ci sta: «O il problema sono io o il ministro». L'altro vicepremier: «Così perde il Paese».Giovedì Matteo Salvini e Luigi Di Maio hanno fatto la pace. Si sono parlati per più di un'ora. E non si vedevano dal lontano 11 luglio. Risultato: il governo va avanti. I pentastellati hanno digerito la Tav e archiviato il cosiddetto Rubligate. A distanza di 24 ore però i due hanno riaperto le ostilità. Come tutti gli organismi geneticamente modificati il governo gialloblù ha bisogno, evidentemente, di continui assestamenti in laboratorio e necessita sempre di un motivo per spostare in là la caduta. Un paradosso? Forse una necessità finché non ci sarà alternativa vera e sostenibile anche in Parlamento. Così ieri Lega e Movimento 5 stelle hanno risollevato la questione delle tasse. Alla base della legge Finanziaria del 2020 per il Carroccio deve esserci la flat tax, più o meno piatta. Nel senso che il progetto non è definito né perimetrato, ma promette una riduzione sensibile della pressione fiscale per la classe media. Il progetto leghista mira a dedicare, invece, a chi ha redditi inferiori ai 25.000 euro, un taglio del cuneo. Quindi un aumento della busta paga. Al tempo stesso una miscelazione del taglio delle tax expenditures, in modo che il saldo non sia zero. Cioè che non si eliminino tutte le detrazioni o le deduzioni e alle fine dei giochi sia una partita di giro. Ciò impone chiaramente di andare a deficit, anche perché il modello del Carroccio prevede un taglio del cuneo da 4 miliardi di euro che, sebbene non siano una cifra stratosferica, si aggiungerebbero al mancato gettito da Irpef. «La Lega non voterà mai una manovra economica timida e con pochi spiccioli», ha sparato ieri pomeriggio Salvini, a margine di una visita al centro di permanenza per rimpatri di Milano. «Bisogna avere pazienza, mi sono dotato di un'enorme pazienza da quando ho iniziato a fare il ministro», ha aggiunto il vicepremier ai giornalisti che gli facevano notare che Di Maio ritiene la flat tax un mistero. Poco prima che Salvini arrivasse a Milano il leader grillino esternava alle telecamere di Sky: «La flat tax è ancora un mistero per me. Lo dico con il massimo della collaborazione perché se si abbassano le tasse sono contentissimo però ancora non ho visto le coperture. Ieri si parlava di tassa piatta volontaria ma non ho capito che cosa significhi, perché se ci abbassi le tasse siamo tutti volontari e vogliamo farci abbassare le tasse. Vedremo», ha concluso aggiungendo un dettaglio velenoso. «Sono ore in cui si dice che si sta perdendo fiducia nel ministro dell'Economia, Giovanni Tria, e nel presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Questo non fa bene al Paese». Il riferimento è nuovamente all'alleato e avversario Salvini che a sua volta ha replicato a Tria. «Quando il ministro dice “su flat tax vedremo, chi vivrà vedrà", no. La Lega sta al governo se possiamo tagliare le tasse per tanti italiani, stare al governo per il gusto di starci non mi interessa». Tria ieri mattina ha di nuovo sparato contro il progetto leghista, ripetendo ciò che aveva già detto ad aprile: senza l'aumento Iva niente tassa piatta. Tanto che Salvini l'ha preso frontalmente. «Se il ministro dell'Economia del mio governo dice che di taglio delle tasse non se ne parla, o il problema sono io o è lui».Insomma, appare chiaro che qui sta il faro con cui Salvini punta a illuminare le prossime battaglie politiche. Il segretario del Carroccio sa bene che da oggi in avanti (non sarà più possibile per motivi tecnici votare a settembre) rischia di essere un suicidio. Rompere senza avere la garanzia di maneggiare la legge Finanziaria apre a un pericoloso esercizio provvisorio. Il che farebbe scattare le clausole di salvaguardia e l'auemnto dell'Iva, oltre a un'infornata di tagli lineari alla spesa. Significherebbe perdere la gran parte del consenso elettorale guadagnato in occasione del voto alle europee. La Lega potrebbe cedere temporaneamente sul progetto dell'Autonomia e continuare ad alzare la posta in vista della manovra. Taglio delle tasse senza copertura, cioè a deficit è la proposta della Lega, la quale sa bene che né Conte né i 5 stelle accetteranno lo scontro con l'Ue. E più le due compagine governative saranno filo europee, più Salvini chiederà di aver coraggio e sfidare Bruxelles. Un gioco che gli consentirà di arrivare a metà dicembre e svelare l'impossibilità di tagliare le tasse additando Conte e i 5 stelle come responsabili. A quel punto sarebbe costretto a cedere per non rompere e non infliggere all'Italia l'aumento dell'Iva. Da Capodanno però sarebbe libero di far cadere il governo e lanciare nuove elezioni. Tutto ciò ipotizzando che l'alleanza non salti prima. Le occasioni sono numerose e cominceranno, prima di Ferragosto, quando in Senato è prevista l'approvazione del decreto Sicurezza bis.
Giorgia Meloni e Donald Trump (Ansa)