2023-05-27
Rischi sanitari: evacuata Conselice. Sponda Pd-M5s sul commissario
Il paese, dove è in corso la vaccinazione straordinaria anti tetano, non riesce a smaltire il fango stagnante. L’opposizione strumentalizza la decisione del governo di rimandare la nomina alla fine dell’emergenza.Prosegue a distanza l’interlocuzione tra il premier Giorgia Meloni e il presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen sull’impegno di Bruxelles per la ricostruzione, dopo che le due hanno visitato assieme giovedì le zone alluvionate dell’Emilia Romagna. Il presidente del Consiglio, infatti, intervenendo ieri mattina da Palazzo Chigi al Festival dell’economia che si stava svolgendo a Trento, ha ricordato che l’esecutivo «sarà chiamato a trovare le risorse necessarie» e che «una cosa è leggere i numeri e l’altra è vedere i danni subiti». Riprendendo le parole della von der Leyen, la Meloni ha assicurato che «ci sono varie questioni sulle quali la Commissione può darci una mano: attiveremo soprattutto il fondo di solidarietà, c’è anche il fondo di coesione» ma soprattutto ha voluto sottolineare che c’è bisogno di «flessibilità dei fondi esistenti», riferendosi in particolare al Pnrr. «Il Pnrr», ha spiegato il premier, «riguarda soprattutto la messa in sicurezza, è un fondo strategico e questa è priorità assoluta». Ripercorrendo le fasi più drammatiche dell’alluvione, il presidente del Consiglio ha ricordato che si è trattato di un’ondata eccezionale: «In 15 giorni è caduta metà di tutta la pioggia che cadrebbe nella stessa zona in un intero anno. Il bilancio è grave in tema di vittime, ci sono oltre 15.000 evacuati, attività economiche e produttive in ginocchio. Oggi», ha proseguito, «non è ancora possibile la quantificazione dei danni complessivi, che sono ingenti». Quanto alla risposta che c’è stata da parte del governo e delle istituzioni in generale, la Meloni l’ha definita «immediata»: «Abbiamo lavorato a 360 gradi, perché l’Emilia Romagna è una locomotiva e se si ferma non possiamo mantenere i buoni parametri economici dell’Italia. Lo meritano i cittadini delle aree colpite». Proprio a questi ultimi il premier ha dedicato un pensiero particolare, raccontando che «di solito in questi casi si prova rabbia, invece, ho trovato un popolo che stava lì a spalare fango e lo faceva con l’orgoglio negli occhi». «Abbiamo fatto tutto quello che possiamo fare», ha aggiunto, «naturalmente questa è una parte dell’intervento, poi servirà altro per la ricostruzione». Ma l’emergenza, come dimostra quello che sta ancora succedendo sui territori colpiti dalla catastrofe, in alcuni casi è ben lungi da cessare: la situazione più critica, in queste ultime ore, si sta verificando a Conselice, in provincia di Ravenna, dove il sindaco ha emanato un’ordinanza che ha imposto ai cittadini di evacuare le case ancora abitate, dichiarando l’emergenza igienico-sanitaria. Il problema è il ristagno delle acque che non sono ancora riuscite a defluire: il contatto potrebbe causare il contagio da malattie come il tetano. A questo proposito la Ausl di Romagna ha avviato una campagna straordinaria di vaccinazioni antitetaniche. Gli infettivologi, consigliando la vaccinazione per i volontari e per i lavoratori che operano a stretto contatto delle acque stagnanti, hanno altresì tenuto a precisare che «al momento non vi è assolutamente un allarme che possa far prevedere la comparsa di epidemie». Sono ancora molti gli interventi sul campo della Protezione civile e delle forze armate: dall’inizio dell’emergenza vi sono stati circa 8.000 interventi in Emilia Romagna e in totale i mezzi impiegati ammontano a 282, tra natanti, anfibi, pompe ed elicotteri.Così come le acque nei paesi alluvionati, ristagna anche la polemica sulla nomina del commissario alla ricostruzione, sebbene il premier abbia spiegato a margine della visita con la von der Leyen che prima vi sono altri passi da compiere. E a dispetto del fatto che lo stesso Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia Romagna e candidato unico di tutto il centrosinistra per quell’incarico, ha concordato con Palazzo Chigi sul fatto che questa scelta non è imminente, poiché prima andrà chiusa la fase dell’emergenza. Nonostante ciò, il Pd e M5s anche ieri hanno attaccato la maggioranza su questo fronte: la capogruppo dem alla Camera Chiara Braga ha definito Bonaccini «scelta naturale» per questo ruolo, mentre il leader del M5s Giuseppe Conte, in piena trance agonistica da competizione a sinistra col Pd, promuovendo la manifestazione del 17 giugno ha affermato che «questo governo litiga per le poltrone e dice che non è urgente nominare un commissario quando la ricostruzione dell’Emilia Romagna andrebbe invece impostata da subito». Dalla maggioranza, dopo le parole del premier, tutti hanno ribadito che sarà il Consiglio dei ministri a tempo debito ad affrontare la questione sulla base di quello che la Protezione civile avrà messo nella sua relazione finale sui danni e le risorse necessarie per ripartire. Nella bozza del dl che in quell’occasione sarà licenziato dall’esecutivo c’è scritto che il governo potrà dichiarare, al termine dello stato d’emergenza, lo «stato di ricostruzione di rilievo nazionale». Il commissario straordinario del governo alla ricostruzione sarà «individuato tra soggetti dotati di professionalità specifica e competenza manageriale per l’incarico da svolgere» e sarà nominato con decreto del presidente della Repubblica su proposta del presidente del Consiglio «d’intesa con le Regioni e le Province autonome interessate». Nel suo operato, il commissario sarà coadiuvato da una cabina di coordinamento di cui faranno parte, tra gli altri, anche il capo della Protezione civile e i presidenti delle Regioni e delle Province autonome interessate.
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