2018-12-27
Riecco Benalla: ora promette di far tremare l’Eliseo
Il discusso funzionario beccato in una strana missione in Ciad. Il presidente prende le distanze, ma lui minaccia: «Non taccio più».Dopo l'«atto VI» dei gilet gialli, per Emmanuel Macron sta forse per iniziare un «atto II» dell'affaire Benalla. L'ex responsabile della sicurezza dei viaggi del presidente francese, Alexandre Benalla, è di nuovo sotto i riflettori. A inizio dicembre il giovane bodyguard ha effettuato un viaggio in Ciad dove ha incontrato alcuni dignitari locali. Ciò è avvenuto circa venti giorni prima della visita ufficiale di Macron, giunto nel Paese africano per trascorrere il Natale con le truppe francesi in missione anti terrorismo. Una coincidenza imbarazzante per il leader transalpino. Secondo Le Monde, alcune «fonti concordanti» hanno affermato che l'ex mister sicurezza del presidente francese, è arrivato a N'Djamena «con un aereo privato» ed è poi ripartito con un volo di linea. Insieme a lui c'erano «una mezza dozzina di persone». Il gruppo ha alloggiato all'hotel Hilton della capitale ciadiana. Il soggiorno nel cinque stelle e altre spese sono state «pagate con carta di credito». In Ciad, Benalla avrebbe incontrato il capo della direzione generale della riserva strategica del Paese, Oumar Déby, fratello del presidente del paese africano, Idriss Déby. Lo afferma La lettre du Continent, il giornale specializzato in politica africana. Benalla ha smentito questa informazione, ma il suo entourage ha dichiarato al settimanale L'Express che il giovane esperto di sicurezza ha incontrato il presidente ciadiano. Quest'ultimo ha detto di «aver scoperto la sua presenza nel momento in cui è entrato nel suo ufficio». Davanti al suo omologo africano, Macron ha dovuto fare un chiarimento che suona come un'excusatio non petita. In effetti, in una nota dell'Eliseo viene precisato che il leader francese «ha tenuto a far sapere a Idriss Déby che questa persona non era in alcun modo un intermediario ufficiale o ufficioso». E che «solo il ministro degli esteri Jean-Yves Le Drian, il consigliere diplomatico del presidente, Philippe Etienne e Franck Paris, consigliere per l'Africa possono rappresentare il capo dello Stato» nel continente. Era davvero necessario affermare una cosa così ovvia da parte del capo di una potenza nucleare, membro permanente del Consiglio di Sicurezza dell'Onu e Paese co-fondatore dell'Ue?La vicenda non finisce qui. Ieri, Benalla ha reagito piccato denunciando «affermazioni diffamatorie» da parte di «certe persone» all'Eliseo, lo ha riportato il sito del canale informativo Lci. Il giovane esperto di sicurezza, si è detto «scioccato e scandalizzato per le affermazioni irresponsabili fatte dall'Eliseo le quali sottointendono che, nell'ambito dei miei viaggi in Africa, avrei usato delle funzioni, titoli o poteri per delle iniziative professionali». L'ex collaboratore del presidente transalpino non si è limitato a gridare allo scandalo. Alcune delle sue dichiarazioni hanno assunto la forma di una specie di avvertimento. «Non starò più in silenzio», ha affermato, precisando di aver informato «la più alta autorità francese» dei propri viaggi all'estero. Ma la presidenza francese interrogata Lci, ha affermato di «non essere stata informata da Benalla in merito ai suoi spostamenti» prima del 20 dicembre. Chi avrà ragione? Difficile dirlo. Lo scandalo legato all'ex incaricato alla sicurezza dei viaggi presidenziali ha portato all'apertura di un'inchiesta a suo carico per «violenze volontarie», «porto illegale di distintivi regolamentati dall'autorità pubblica» e «riutilizzo di immagini provenienti da sistemi di videosorveglianza». È difficile credere ciecamente a una delle due parti. Di certo Emmanuel Macron vorrebbe evitare un nuovo scandalo. Ma l'attualità francese degli ultimi mesi ha mostrato che la distanza dal quotidiano dei cittadini comuni da parte delle élite francesi continua a giocare brutti scherzi queste ultime.