2022-05-08
Più i booster fanno flop, più Speranza insiste
Roberto Speranza (Imagoeconomica)
Dati impietosi: sotto i 60 anni l’effetto del richiamo sulla protezione dai contagi ormai è nullo. Eppure...Se per caso pensavate di passare un’estate minimamente in libertà, anche solo mentale e psicologica, rispetto al Covid, vi sbagliavate: il proverbiale e onnipotente ministero della Paura, costantemente attivo, si prepara a farvi sapere che in Italia la libertà sarà ancora a lungo limitata e provvisoria. Per il vostro bene, si capisce. E quindi occorre prepararsi a un altro autunno in trincea.Ecco Roberto Speranza a Sky Tg24 sul menu dei prossimi mesi. Intanto, terza dose per chi finora ha cercato di sfuggirvi: «Dobbiamo insistere anche sulla terza dose, perché ci sono ancora tante persone che sono in condizione di farla […]. È essenziale per proteggersi». Ah sì? Eppure i dati Iss esaminati dalla Verità in queste pagine mostrano un risultato-flop del booster, specie per alcune fasce d’età.Ma Speranza è già oltre e rilancia la campagna per la quarta dose, che orwellianamente viene ogni tanto definita «secondo booster»: evidentemente suona meglio, e dà meno il senso dell’inoculazione compulsiva. Secondo il ministro, «abbiamo individuato alcune categorie a cui è richiesto, è raccomandato, anche un secondo booster». Sarebbero gli over 80, gli ospiti delle Rsa e i 60-79enni fragili, ai quali il politico di Articolo 1 parla così: «Il mio appello, la mia raccomandazione a queste persone, è a chiedere una quarta dose, un secondo richiamo».E esattamente questi soggetti cosa dovrebbero farsi iniettare? Qui Speranza è più vago: «L’auspicio dell’autorità scientifica a livello internazionale è che in autunno potremo avere un nuovo vaccino […] adattato alla variante Omicron». Ma quando? Non si sa: «Non abbiamo ancora date certe scritte sul calendario, ma l’ipotesi prevalente è che in autunno, ci auguriamo per l’inizio (della stagione, ndr), potremo avere un vaccino adattato alle nuove varianti». Morale: «Qualora questo fosse vero, noi immaginiamo di poter offrire questo vaccino anche a una fascia di popolazione molto più larga». Stessa musica, in questo caso in un’intervista alla Stampa, da parte di Guido Rasi, già numero uno dell’Ema e consulente del generale Francesco Paolo Figliuolo. Si comincia con un grande classico, un evergreen del repertorio pandemico, e cioè il rischio di nuove varianti: «Omicron 4 e 5 sono un pericolo reale». E ancora: «Come avremmo dovuto ormai aver appreso dalle altre versioni mutate del virus, se sono più contagiose, nel giro di qualche settimana arrivano. L’estate potrebbe rallentarne la marcia ma poi potremmo ritrovarci ad affrontare il terzo autunno problematico dell’era pandemica». Su queste premesse, il titolo è inevitabile: «Rischiamo un altro autunno difficile». A questo punto, sorge spontanea la domanda se i vaccini aggiornati saranno in grado di proteggere da queste varianti gli inoculati. E qui Rasi pare cautissimo: «Purtroppo non lo sappiamo ancora. Sappiamo però che BA.4 e BA.5 riescono a evadere la difesa immunitaria indotta dagli attuali vaccini e dal contagio con la versione di Omicron attualmente più diffusa da noi». E quindi? «Sarà importantissimo ora condurre dei test di immunogenicità per vedere se il siero di chi è stato vaccinato in via sperimentale con i vaccini aggiornati neutralizza anche queste sotto varianti. Se così fosse, potremmo guardare all’autunno con un certo ottimismo».Domanda ulteriore: e chi dovrebbe essere somministrata la quarta dose? Risposta: «Se non arrivano nuove subvarianti, agli over 70 e ai fragili perché è li che si concentrano i decessi».Ora, con tutto il rispetto per Speranza e per Rasi, la sensazione è che si sia di fronte a una sorta di inversione logica e cronologica. Buonsenso suggerirebbe (prima) di verificare se e quando arriveranno i nuovi vaccini, (poi) se saranno in grado di proteggere dalle nuove varianti, e (infine) di immaginare una campagna di somministrazione. Ovviamente, se si fosse in un Paese minimamente liberale, con una inoculazione offerta, proposta, a chi vorrà farla, e non certo imposta, nemmeno in modo surrettizio. Qui invece, in un capovolgimento delle cose, già si parla di quarte dosi, senza ancora sapere bene che vaccini si avranno a disposizione e che tipo di copertura potranno offrire. E tutto ciò, semmai, con dati Iss che, almeno per alcune fasce di età, sembrano indicare una scarsa performance del booster. Resta il dubbio che questa inversione e questo martellamento politico e mediatico abbiano il sapore di un atto di fede richiesto ai cittadini. Come dire: dovete credere nel rito del vaccino. E soprattutto (ma questo non viene mai esplicitato): occorre che la paura circoli ancora. Chirurgico e preveggente, il grande Checco Zalone aveva anticipato tutto a Sanremo qualche mese fa: «La curva è andata giù/ sta per finire il sogno/ nessuno si spaventa più […]. Pandemia ora che vai via/ che ci faccio con la rosolia/ Pandemia se te ne vai via/ lavo i piatti in qualche pizzeria…».Esagerava? Forse per difetto.