2021-09-23
Ricciardi kamikaze: semina il panico così il ministro può fare bella figura
Per il consigliere di Roberto Speranza «nel 2022 un richiamo spetta a tutti». Poi ammette che sui trasporti siamo fermi. Viene il dubbio che il tecnico, spesso smentito dai fatti, le spari grosse solo per preparare il terreno al governo.Ogni volta che Walter Ricciardi concede un'intervista, sorge imperiosa una fatale domanda: ma perché ancora parla? Con le castronerie proferite da costui potremmo riempire una enciclopedia, dunque ci limiteremo a citarne una minima parte. A gennaio del 2020 dichiarava sereno: «Le autorità sanitarie e il ministero della Salute si sono attivati tempestivamente. Si può stare ragionevolmente tranquilli, il contagio di massa non c'è stato, perché sono stati bloccati i viaggi». Salvo poi spiegare, qualche giorno dopo, che «il blocco dei voli aerei invece è inutile e sbagliato». A febbraio del 2020, affermò spavaldo: «Questa epidemia si rivelerà meno pericolosa di un'influenza». A stretto giro, alla fine di febbraio dell'anno scorso, ribadì che le mascherine «non servono alle persone sane, ma a quelle malate e agli operatori sanitari». Nell'aprile 2020, da consulente del governo, scrisse in un articolo scientifico che il lockdown fu una «misura di cieca disperazione», di fatto confermando la totale inadeguatezza del suo referente, Roberto Speranza. Non molti mesi dopo, in un altro testo scientifico, Ricciardi sbugiardò nuovamente il ministro della Sanità. Pose infatti la firma su un articolo che certificava l'inesistenza di un piano pandemico funzionante. Proprio così: mentre Speranza si ostinava a liquidare l'affare del piano anti pandemia come una stupidaggine brandita dai suoi nemici, Ricciardi assieme ad altri esperti metteva nero su bianco che il piano sarebbe stato utile, ma non era aggiornato. E decretava: «A parte i suoi principi generali, il quadro operativo del piano nazionale (es.: definizione dei ruoli e tempistica delle azioni) non è stato seguito».Uno, nessuno e centomila - ma soprattutto nessuno - Ricciardi è riuscito a consigliare tutto e il contrario di tutto. Ha detto che i tamponi non servivano, poi ha insistito che fossero fondamentali, poi ha cambiato ancora rotta, ripetendo che il green pass avrebbe dovuto essere concesso soltanto ai vaccinati. Quando l'epidemia stava esplodendo, disse che dal Covid si poteva guarire, poi si è trasformato in un tifoso sfegatato dei lockdown. Quando l'Italia ha riaperto, in primavera, prima ha evocato ecatombi, poi si è fatto i complimenti da solo per le riaperture, affermando in un'intervista: «Sostanzialmente stiamo andando bene, quello che è stato fatto nelle ultime due, tre settimane in Italia, con il rischio ragionato, ha funzionato e ha portato a buoni risultati». Ancora oggi, quando gli parlano di chiusure, s'ingolosisce. A luglio ha dichiarato, leccandosi i baffi: «Lockdown a ottobre? Non si può escludere». Salvo poi dire, un paio di giorni fa: «Nuovo lockdown generalizzato? Solo con variante più contagiosa della Delta, ma per ora mi sento di escluderlo». Che volete, l'uomo è così: è il bastone e la carota in una sola persona, il poliziotto buono e quello cattivo a ore alterne, talvolta persino contemporaneamente. Tale atteggiamento gli ha portato bene. Prima è diventato consulente di Speranza, poi papa Francesco lo ha scelto come membro della Pontificia accademia per la vita, quindi è entrato nel comitato scientifico della Santè publique di Francia.Forte di tutti questi incarichi, e della credibilità acquisita, Ricciardi non cessa di pontificare. Ieri ha concesso un'intervista al Messaggero (riportata anche dal Mattino), in cui afferma: «È plausibile che nel 2022 tutti dovranno fare un richiamo del vaccino». Viene da chiedersi in base a quali evidenze lo dica, a quali studi. Ma non è dato sapere, perché Ricciardi è apodittico.Il suo ruolo, in teoria, dovrebbe essere quello di consigliare il ministro della Salute affinché prenda le migliori decisioni possibili. Ma Ricciardi non è lì per questo, e lo dimostra ciò che ha detto nell'intervista di ieri. Prima ha rivelato di aspettare «con ansia» un vaccino per gli under 12. Poi si è sentito in dovere di dire la sua sulle scuole: «Nonostante tutte le cautele», ha scandito, «gli studenti vanno a scuola con mezzi pubblici affollati. Sono passati due anni da quando diciamo che autobus e treni locali non sono ancora messi in sicurezza. Ma siamo ancora al punto di partenza». Ecco, a questo punto uno si domanda: con chi parla Ricciardi? A chi ha detto di mettere in sicurezza i mezzi pubblici? Ai suoi parenti e amici? Al bar? O al governo di cui è consulente? Se lo ha fatto e non lo hanno ascoltato, forse dovrebbe dimettersi, perché se un consulente non può consigliare, allora non ha senso di esistere. Proprio per questo viene da pensare che il suo vero compito non sia quello di consigliare. Notiamo, infatti, che dal delirio emerge un metodo. Ricciardi, in sostanza, è l'uomo che deve spararla grossa per vedere l'effetto che fa. Deve creare il panico, così poi le decisioni del governo sembreranno comunque più dolci rispetto allo scenario apocalittico prospettato dal (presunto) esperto. Quando c'è da proferire qualche bestialità che verrà poi smentita dai fatti, chiamano Ricciardi e lui procede tetragono. Insomma, è la controfigura di Speranza nelle scene pericolose. Del resto, fino agli anni Ottanta, il bravo Walter ha lavorato come attore. Sbagliavamo noi a credere che avesse smesso.
(Totaleu)
«Tante persone sono scontente». Lo ha dichiarato l'eurodeputato della Lega in un'intervista al Parlamento europeo di Strasburgo.