2025-11-11
Ma pure a sinistra bocciano la patrimoniale
Da sinistra: Piero De Luca, segretario regionale pd della Campania, il leader del M5s Giuseppe Conte e l’economista Carlo Cottarelli (Ansa)
La gabella ideata da Schlein e Landini fa venire l’orticaria persino a compagni di partito e possibili alleati. Dopo la presa di distanza di Conte, il dem De Luca jr. smentisce che l’idea sia condivisa. Scettici anche Ruffini (ex capo dell’Agenzia delle entrate) e Cottarelli.«Continuiamo così: facciamoci del male», diceva Nanni Moretti, e non è un caso che male fa rima con patrimoniale. L’incredibile ennesimo autogol politico e comunicativo della sinistra ormai targata Maurizio Landini è infatti il rilancio dell’idea di una tassa sui patrimoni degli italiani. I più ricchi, certo, ma anche quelli che hanno già pagato le tasse e le hanno pagate più degli altri.Manco a dirlo, la proposta di Landini raccoglie critiche anche tra le opposizioni e anche dal Pd arrivano smentite: «Il Pd», sottolinea Piero De Luca, segretario regionale della Campania, a Rete4, «non ha presentato nessuna proposta di patrimoniale. L’unica patrimoniale finora l’ha messa il governo Meloni che da tre anni tassa e tartassa gli italiani con la pressione fiscale a livelli record da 10 anni a questa parte». Chi si è schierato dal primo momento contro l’ipotesi di una patrimoniale è il leader del M5s, Giuseppe Conte: «Vorrei mandare un messaggio direttamente a Meloni», argomenta Conte, «che ha voluto fare un post: si rassegni, non so se a sinistra c’è una discussione sulla patrimoniale, ma per quanto ci riguarda, noi siamo una forza progressista indipendente, una patrimoniale non è all’ordine del giorno». A rincarare la dose arriva la senatrice pentastellata Alessandra Maiorino: «Giorgia Meloni», sottolinea la Maiorino, «ha riservato ai cittadini tre anni di tasse, con il record della pressione fiscale. Questa è la vera patrimoniale sugli italiani. Intanto non toccano gli extraprofitti e intanto i cittadini attendono mesi per una prestazione sanitaria e non riescono più neanche a fare la spesa. Queste sarebbero le priorità per una manovra che si rispetti». Al Corriere della Sera, l’economista Carlo Cottarelli affida la sua contrarietà alla patrimoniale: «La ricchezza», spiega Cottarelli, «è frutto di un risparmio, che è frutto di un reddito che è stato già tassato una volta. Si tasserebbe, quindi, due volte lo stesso reddito. In situazione di estrema emergenza, nulla può essere escluso, ma I’Italia non è in crisi profonda». Perfino l’ex mister tasse, ovvero l’ex Direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, è assai scettico: «I contributi straordinari», risponde Ruffini alla Stampa, «sono imposte patrimoniali e l’importante è che non siano alibi per non valutare il sistema tributario nel suo complesso, che è molto più importante. Abbiamo redditi del ceto medio, da 50.000 euro, colpiti con la stessa aliquota di redditi milionari. Ha ancora un senso definirlo un sistema progressivo?». Non riesce a trattenere l’amarezza per l’errore politico e comunicativo Matteo Renzi: «Sentire parlare Landini di patrimoniale», dice Renzi a Un giorno da pecora, su Rai radio Uno, «mi fa cadere le gambe: Giorgia Meloni aumenta le tasse, lui dice “aumentiamole di piu” e così fa apparire la premier come una statista. La patrimoniale Landini la lasci da parte per una volta. Se la sinistra anziché fare una battaglia contro la Meloni che ha portato la pressione fiscale al 42.8%», aggiunge Renzi nella sua e-news, «le consente di fare l’eroina anti tasse perché dice no alla patrimoniale è un autogol gigantesco. La nostra presidente ha aumentato la pressione fiscale eppure da una settimana viene accusata di “aver tagliato le tasse ai ricchi”. È una follia. Intanto perché non l’ha fatto. Ma soprattutto perché quella fascia che viene considerata ricca, chi ha più di 2.000 euro di stipendio, è stata comunque punita con un intervento sulle detrazioni per cui anche l’eventuale vantaggio Irpef è stato strutturalmente annullato dalla cancellazione delle detrazioni nel 2025. La verità», aggiunge un amareggiato Renzi, che vede il suo campo largo affondare nelle sabbie mobili delle proposte controproducenti, «è che il dibattito di queste ore è lunare perché è ovvio che se incidi sulle aliquote Irpef ne beneficia anche chi prende più di 50.000 euro. Come del resto è accaduto con il Governo Draghi (fu invece volutamente diverso, per mia scelta, il caso degli 80 euro. La sinistra dovrebbe incalzare la Meloni sul fatto che nella vita quotidiana aumentano le bollette, i mutui, il gasolio, gli alimentari. Ci sono cinque milioni di italiani che chiedono interventi per loro, non contro gli altri. E invece chi sogna Landini guida della sinistra parla di patrimoniale. Intendiamoci: il tema delle diseguaglianze è molto importante ma va affrontato in modo politico e non ideologico. Ma l’obiettivo deve essere quello di tassare meno il ceto medio, non di tassare di più a casaccio. C’è una sinistra che da anni dice: anche i ricchi piangano. E non capisce che l’obiettivo della sinistra dovrebbe essere far ridere i poveri, non far piangere gli altri».
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Jannik Sinner (Ansa)
All’Inalpi Arena di Torino esordio positivo per l’altoatesino, che supera in due set Felix Auger-Aliassime confermando la sua solidità. Giornata amara invece per Lorenzo Musetti che paga le fatiche di Atene e l’emozione per l’esordio nel torneo. Il carrarino è stato battuto da un Taylor Fritz più incisivo nei momenti chiave.