2025-11-11
A Milano già 44 giornate di smog: i dati del 2025 in peggioramento
Il sindaco di Milano Giuseppe Sala (Imagoeconomica)
La direttiva Ue consente di sforare 18 volte i limiti: le misure di Sala non servono.Quarantaquattro giorni di aria tossica dall’inizio dell’anno. È il nuovo bilancio dell’emergenza smog nel capoluogo lombardo: un numero che mostra come la città sia quasi arrivata, già a novembre, ai livelli di tutto il 2024, quando i giorni di superamento del limite di legge per le polveri sottili erano stati 68 in totale. Se il trend dovesse proseguire, Milano chiuderebbe l’anno con un bilancio peggiore rispetto al precedente. La media delle concentrazioni di Pm10 - le particelle più pericolose per la salute - è passata da 29 a 30 microgrammi per metro cubo d’aria, confermando un’inversione di tendenza dopo anni di lento calo.Il limite fissato dalla vecchia direttiva europea del 2008 consentiva al massimo 35 giorni di superamento all’anno. Milano li ha oltrepassati da tempo, e la nuova direttiva approvata nell’autunno scorso fissa per il 2030 un obiettivo ancora più severo: non più di 18 giornate sopra soglia. Un traguardo che, allo stato attuale, sembra impossibile.Le ultime rilevazioni di Arpa Lombardia, aggiornate a domenica 9 novembre, confermano un quadro pesante su tutta la città: nella stazione di Milano Marche sono stati registrati 70 microgrammi di Pm10 per metro cubo d’aria, a Città Studi (Pascal) 64, al Senato 50, al Verziere 37 e nella zona est, al Limite di Pioltello, 54. Il valore massimo consentito dalla legge è di 50 microgrammi: significa che in gran parte della città l’aria è risultata più inquinata del limite giornaliero fissato per la tutela della salute.Complice l’assenza di piogge e il traffico tornato ai livelli pre-pandemia, l’aria di Milano è tornata a farsi pesante. Le centraline dell’Arpa segnalano valori in crescita costante, e i prossimi giorni non promettono miglioramenti: le condizioni meteorologiche restano «favorevoli all’accumulo» degli inquinanti, con scarsa ventilazione e temperature sopra la media stagionale.Eppure, se si guarda indietro di vent’anni, un progresso c’è stato. Nel 2005 Milano superava i limiti di Pm10 per oltre 150 giorni l’anno e le medie giornaliere erano spesso doppie rispetto a quelle di oggi. L’introduzione di Area C, del divieto di circolazione per i veicoli più inquinanti e di norme più severe sul riscaldamento civile ha permesso di dimezzare la concentrazione media di polveri sottili. Ma il miglioramento si è fermato: oggi la città resta stabilmente sopra i valori considerati sicuri per la salute.L’inquinamento, ricordano gli esperti, non è un problema burocratico ma sanitario. Bambini, anziani e soggetti fragili sono i primi a risentirne: tosse, bronchiti, peggioramento di patologie respiratorie e cardiovascolari sono in aumento nei periodi di alta concentrazione.Sul piano politico, l’attenzione torna sul ruolo del Comune di Milano e sul sindaco Beppe Sala. Dopo più di dieci anni di Area C e cinque di Area B, le due zone a traffico limitato simbolo delle politiche antismog non bastano più. I dati dell’Arpa confermano che, nonostante il sistema dei divieti progressivi e dei pedaggi per i veicoli più inquinanti, i livelli di Pm10 restano elevati. L’efficacia delle misure si è indebolita: l’uso dell’auto privata in città non è diminuito in modo significativo, e i flussi di ingresso restano alti anche nei giorni più critici.Area C e Area B, nate come simboli di una svolta ecologica, rischiano di trasformarsi in strumenti ormai ordinari, incapaci di incidere su un problema che si rinnova ogni inverno. Milano, insomma, è di nuovo intrappolata nella sua nube grigia. Ma anche i dati lombardi non sono incoraggianti. La cappa di smog riguarda tutta la Pianura Padana. Da oggi in tutta la provincia di Pavia scattano le misure anti-smog di primo livello: vietati i camini a legna fino a 3 stelle, lo spandimento dei liquami zootecnici e le combustioni all’aperto, con un grado in meno di riscaldamento nelle case e stop alla circolazione per i veicoli benzina fino a Euro 1 e diesel fino a Euro 4.
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Da sinistra: Piero De Luca, segretario regionale pd della Campania, il leader del M5s Giuseppe Conte e l’economista Carlo Cottarelli (Ansa)