2025-07-21
Riccardo De Corato: «Il Pd a Milano deve fare mea culpa»
Riccardo De Corato (Ansa)
Il deputato di Fdi, a lungo vicesindaco della città: «Già con la giunta precedente ci furono indagini sui rapporti con gli immobiliaristi. L’attuale primo cittadino ha applicato un metodo che esisteva prima di lui».Onorevole Riccardo De Corato, se si parla di Milano non posso non disturbare chi come lei è stato anche vicesindaco«Eccomi!»Beppe Sala deve dimettersi?«Sì, ma non tanto e non solo per i gravi fatti di queste ore. Ma dovrebbero dimettersi ancora prima i vertici del Pd e del centrosinistra. Sala è solo l’ultimo arrivato. Devo farle un elenco di cose e persone che non vanno a Milano?»Se non è lungo, sì. Abbiamo una pagina per questa chiacchierata«All’avvocato Ada De Cesaris, vicesindaco con Pisapia, viene perquisito l’ufficio quando era ancora in carica. Le viene sequestrato il telefonino. Già allora c’erano indagini sui rapporti fra la giunta e il mondo degli immobiliaristi. Lei era accusata di essere il tramite. Si capiva già allora che c’era qualcosa che non andava».Sala invece?«Condannato a sei mesi per Expo. Gestione non trasparente. Il tutto trasformato in una multa da 45.000 euro. Vale la stessa considerazione di prima».Che si capiva che c’era qualcosa che non andava? Ma Sala faceva cose a Milano. Anche Albertini era uno che faceva cose…«Ma quello che fa Sala escludendo il consiglio con i rappresentanti eletti, noi lo facevamo invece coinvolgendoli a pieno titolo. Le faccio la trafila di come funzionava con noi».Utile per chi non è esperto. Come chi le parla.«Materia urbanistica? Delibera in giunta, poi consiglio di zona, poi consiglio di municipio per un parere e quindi voto in consiglio comunale. Sala invece fa costruire un palazzo di 20 piani in Piazza Aspromonte gestendo la cosa fra il presidente della commissione paesaggio Marinoni e l’assessore Tancredi. Una Scia e via. Se non ascolti e non fai esprimere i consigli vuol dire che non ascolti i cittadini. Le sembra la stessa cosa rispetto a quello che facevamo noi?».Ed infatti tutto parte da un esposto dei cittadini sul grattacielo di Piazza Aspromonte. «Noi contavamo le mani alzate degli eletti. Se permette, le decisioni che riguardano la vita della città non le fai non ascoltando i cittadini. Come fa un partito come il Pd a tollerare che la politica, e quindi i cittadini, vengano esclusi dalle decisioni? Con tutto il rispetto Milano non è un Comune della provincia. Ma la capitale economica del Paese».Bruciavano i tempi per essere efficienti?«Anche la giunta Albertini era efficiente. Ma noi trovavamo pure il tempo di confrontarci con la Procura in via preventiva e con spirito di collaborazione. Con Borrelli ci confrontavamo a Palazzo Marino. In Procura. E a pranzo. Se uno vuol fare le cose bene ma rispettando la legge, non ha bisogno di sotterfugi. E di cose noi ne facevamo. Ma non escludevamo l’assemblea dei rappresentanti dei cittadini dalle decisioni fondamentali sull’assetto della città. Cosa che sistematicamente ha fatto questa giunta. Comprende cosa hanno combinato?».Ma la commissione paesaggio, che ora è al centro dell’inchiesta, è un esperimento da abolire? O da migliorare?«Ma esisteva anche con noi. Cosa crede? Solo che dava un parere consultivo. Serviva per svolgere al meglio la funzione istruttoria. Poi decideva la politica. Con noi il Catella di turno, intendendo con questa espressione gli imprenditori in genere, mica spadroneggiava su Milano. Faccio una considerazione di principio. Se coinvolgi nel processo decisionale gli eletti dai cittadini (consiglio municipale, consiglio comunale e giunta) in maniera trasparente come facevamo noi, poi diventa complicato corromperli tutti. Sa come si sono ripartiti i compiti con l’amministrazione Sala?».Come?«Le decisioni strategiche di urbanistica sono assegnate a funzionari e commissione paesaggi. La sanità, le case popolari e l’ordinaria amministrazione in giunta. Mentre decisioni che incidono nel vivo e nel cuore di Milano le prende il sindaco e gli immobiliaristi. Ma scherziamo?».Esistono i falchi della destra di rito ambrosiano. L’ala guerriera di La Russa e De Corato. Ed esistono le colombe. Che su Sala sono più comprensive. La stessa premier Meloni non invoca le dimissioni…«Giorgia Meloni ha ragione. Sono prima di tutto i vertici del Pd e del centrosinistra ad essere chiamati in causa. Tocca a loro per decenza fare un passo indietro. Prima ancora di Sala. Bisogna andare oltre le persone. Non è una questione solo del sindaco. Ma di sistema e di politica del centrosinistra milanese. Mica penseranno di cavarsela scaricando Sala come se fosse una cosa che riguarda solo lui? Sotto accusa è un sistema che agiva in maniera tale da esautorare completamente giunta, consiglio comunale e persino i municipi, che noi invece sistematicamente interpellavamo su tutte le decisioni. E non solo per l’urbanistica. A tutti i livelli. Sala non ha inventato un metodo. Sala ha applicato un metodo già inventato anni prima. Ne avevamo avuto le avvisaglie con la perquisizione del vicesindaco di Pisapia».De Corato ma Milano è Gotham City? Una città invivibile e in mano alla criminalità? O il paradiso dei nababbi del Qatar che finanziano la costruzione di appartamenti da sogno? Mica ci sto capendo qualcosa… confesso.«La Milano che conosco io e che conoscono migliaia di cittadini normali è Gotham City. C’è anche quella dei nababbi. Ma è ristretta ai quartieri dove si vota a sinistra. Guardi, le do una data: 10 maggio 2011».Cioè?«Era la festa della polizia. L’allora capo della Digos ed oggi questore di Milano, Bruno Megale, indicava un numero preciso che stavamo ottenendo con la giunta Moratti. 40% di reati in meno. Si insedierà poi la giunta Pisapia. Lui che veniva da Rifondazione comunista. Ricordiamolo. E con Boeri assessore. Anche questo ricordiamolo. Sa quale fu la sua prima decisione?».No.«Tolse dalle periferie 430 militari. Smontò l’operazione “Strade sicure”. Che noi avevamo costruito collaborando con l’allora ministro degli Interni Roberto Maroni e con l’allora ministro della Difesa Ignazio La Russa. È grazie a quella operazione iniziata nel 2009 che siamo arrivati al 40% in meno di reati nel 2011. Numeri della Digos, non miei, ripeto. Sono stato così preciso che le ho indicato pure la data di quando Megale ha riportato quel dato».Non ne dubito, tranquillo.«Oggi la città di Milano è diventata la città più insicura d’Italia. La città più pericolosa. Il Sole 24 Ore ne è testimone. A questo aggiungiamoci l’immigrazione record».Ma se sbarcano i clandestini a Lampedusa che c’entrano Sala e Pisapia?«Corteo a Porta Volta pro-immigrati con Sala nel 2017. E poi il pranzo con gli immigrati a Parco Sempione. Che messaggio viene dato con queste iniziative se non: “venite tutti a Milano”?».Un invito alle scorribande?«Se sei un malintenzionato, Milano è perfetta. Qui ci sono i danè! Immigrazione, poi i maranza e anche le gang dei sudamericani che sono pericolosissime. Abbiamo vigili che fanno multe in strada ai milanesi. Sa quanto hanno incassato secondo il Codacons? 192 milioni. Ma i vigili danno la caccia a chi fuma. Tengono chiuso il centro. Ztl dentro la Ztl. E l’80% dei reati di furto e rapina, dati della prefettura, sono commessi da stranieri. Il 75% dei detenuti a San Vittore è straniero. Questo è il vero fallimento della giunta Sala. Lo dico ormai da anni. C’è un problema di sicurezza di enormi proporzioni. Con l’imbrunire la città è inaccessibile e inagibile se non sei un delinquente. Scatta il coprifuoco in automatico. San Siro è una Kasbah. Non le dico il quartiere Corvetto. Impossibile per una donna prendere i mezzi. Salire sul 90, sul 91 o sulla 56».La destra non chiede a gran voce le dimissioni di Sala perché non ha un candidato da proporre, si maligna in giro…«I candidati si trovano e le posso assicurare che se vogliamo ci riusciamo e bene. Siamo una coalizione. E siamo in tre decidere. Non c’è qualcuno che comanda più di un altro».Profilo?«Senza nulla togliere al candidato civico, io dico che deve essere un politico. Ha ragione da vendere sul punto Ignazio La Russa. I civici sono spesso poco conosciuti. Mezza campagna elettorale ci va via solo per cominciare a farlo conoscere. Il civico conosce bene la sua materia. Ma sul resto? Serve un politico che abbia fatto strada. Ma nel vero senso della parola. Che conosca le strade e le vie perché ci va».Ma perché il centrodestra a Milano non tocca palla da lustri?«Perché fatichiamo a portare i nostri in cabina. Spesso si vota a giugno. E se presenti volti non conosciuti poi non riesci a mobilitare il tuo elettorato. Alle ultime elezioni comunali il 54% dei milanesi è rimasto a casa. E Sala è diventato sindaco con solo il 27% dei consensi di tutti i milanesi».
Charlie Kirk (Getty Images). Nel riquadro Tyler Robinson
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