2021-08-19
La riapertura della scuola? Una farsa che non fa ridere
L'inizio dell'anno scolastico a settembre non è una novità ma il governo riesce a farsi cogliere impreparato. Norme pubblicate in ritardo e confusionarie. «È in corso una riflessione». Su trasporti e mascherine il nulla.Le regole per riaprire la scuola? Saranno note dopo che la scuola avrà riaperto. Il governo dei migliori riesce in un'altra delle imprese peggiori. Infatti, sebbene l'inizio dell'anno scolastico a settembre non sia esattamente una novità dell'ultima ora, riusciamo a farci cogliere impreparati. Ma non solo impreparati perché non abbiamo fatto nulla. No, per quello, cioè per un flop ordinario, bastava anche l'ordinario disastro di Lucia Azzolina. Adesso sono entrate in campo le menti straordinarie e dunque anche il pasticcio assurge a vette straordinarie: oltre a non aver fatto nulla, infatti, il governo fa qualcosa di peggio. Annuncia, cioè, l'arrivo di nuove e meravigliose regole per fare chiarezza sull'inizio della scuola. Che però saranno pronte solo quando la scuola sarà già abbondantemente iniziata. Il risultato è che studenti e prof, alla seconda ripartenza dell'era Covid, vengono abbandonati nella confusione peggio che alla prima. Non si capisce nulla di nulla: green pass, distanziamento, temperatura, controlli, sanzioni. La confusione è totale. Che succederà? Nessuno sa dirlo. Nemmeno quelli che da mesi dovrebbero occuparsi giorno e notte soltanto di questo. A cominciare dal ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, il quale esce dal lungo letargo estivo solo per innestare precipitose marce indietro sui tamponi gratuiti agli insegnanti, generando ulteriori incertezze. E proseguendo poi con la sottosegretaria dell'Istruzione, Barbara Floridia, che infatti parla di «poca chiarezza nelle norme» (se lo dice lei), annunciando un emendamento per «declinare meglio alcuni aspetti della normativa». Emendamento che però, come ha anticipato ieri il Corriere della Sera, difficilmente potrà essere approvato prima del 13 settembre, data di inizio delle lezioni. E sicuramente non prima del primo settembre, data di riapertura delle scuole.se ne parla da mesi Dunque, per ammissione stessa dei vertici ministeriali, le scuole quest'anno apriranno senza che sia stata data un'indicazione su come devono aprire. Nell'incertezza. Nella poca chiarezza. Non è meraviglioso? E meno male che questi sono i migliori. Se fossero i peggiori che cosa farebbero? Bombarderebbero direttamente le aule scolastiche? Deporterebbero i presidi? Per altro delle misure necessarie per la scuola si parla da mesi. Come mai le norme sono state approvate solo a inizio mese (tardi) e pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale del 6 agosto (in extremis)? Aspettare l'ultimo minuto è già una follia. Eppure, come dicevamo, questa follia non è ancora nulla. Appena pubblicato quel decreto, infatti, al ministero si sono accorti che le indicazioni in esso contenute erano confusionarie. E così hanno cominciato a dire: «serve un chiarimento», «bisogna declinare meglio», e persino «è in corso una riflessione». Giuro. «È in corso una riflessione» sta scritto in un post della sottosegretaria Floridia dell'8 agosto. Due giorni dopo l'approvazione del decreto. Al che qualcuno potrebbe anche domandarsi col dovuto (si fa per dire) rispetto: ma non potevate riflettere un po' prima? Evidentemente no. E così mentre nei cervelloni del ministero sono in corso profonde, seppur tardive, riflessioni, presidi, docenti e studenti sono abbandonati nel caos. La distanza di un metro fra un banco e l'altro, per dire, va rispettata in modo rigoroso (protocollo firmato con i sindacati) o è solo una «raccomandazione» (nota del ministero)? Il green pass lo devono controllare i presidi (come chiede il ministero) o le Asl (come chiedono i presidi)? E se lo fanno i presidi potranno incorrere in sanzioni? Quali? E ancora: come funzionerà il tampone? Per chi sarà gratuito? La temperatura verrà misurata agli studenti? A casa o a scuola? E da chi? E se il supplente si può chiamare solo al quinto giorno, cioè quando al prof no vax viene sospeso lo stipendio, chi coprirà gli altri quattro giorni? Tutte domande che partono dalle cattedre e rimangono senza risposta. Se fosse l'interrogazione a uno studente sarebbe una solenne insufficienza. Invece è l'interrogazione al ministero. Dunque è una solenne indecenza.non è stato fatto nulla Anche perché in questi mesi non è stato fatto niente ma proprio niente per migliorare tutto ciò che sarebbe stato da migliorare per l'avvio dell'anno scolastico. Più spazi? Nemmeno per idea. Addio classi pollaio? Figuriamoci. Impianti di aerazione? Non pervenuti. Patrizio Bianchi presiedeva la task force che l'anno scorso, con Lucia Azzolina ministro, doveva preparare la ripartenza di settembre. Fu un flop. E lui si sfilò accusando, poco elegantemente la medesima Azzolina. Ora però che è ministro è riuscito a fare di peggio. Anche sui trasporti, infatti, siamo fermi al palo: il ministro Enrico Giovannini propone scuolabus per studenti delle superiori, ma pare non se ne faccia nulla. Il sindaco di Firenze, Dario Nardella, propone mascherine Ffp2 per gli studenti sui bus, e pare se ne faccia qualcosa. Ma nessuno sa ancora dire come, quando e perché. Risultato? Fra dieci giorni le scuole riaprono e nessuno sa che cosa fare. Ci sono stati mesi per prepararsi ma ci spiegano che la chiarezza (se mai arriverà) arriverà quando le scuole saranno aperte. Con comodo. Magari prima di Natale. Se ce la fate. O per Pasqua, come sorpresa dentro l'uovo. Nel frattempo l'unica indicazione certa che arriva dall'alto è (udite udite) che in classe bisogna tenere le finestre aperte. Anche d'inverno. Perfetto. Che le aprissero anche al ministero, però. Con l'aria gelida, chissà, magari prima o poi si svegliano.