2023-07-06
Report di Pfizer: 3.000 morti per il vaccino
Anthony Fauci (Getty images)
In sei mesi la farmacovigilanza passiva ha segnalato 900 casi di cecità, 700 complicazioni in gravidanza. E negli Usa un giudice stanga Biden per le censure delle notizie sul Covid sui social: «Attacco alla libertà».Non è un caso che la storica sentenza che condanna l’amministrazione di Joe Biden per violazione del Primo Emendamento - attuata censurando gli scienziati che diffondevano evidenze scientifiche diverse da quelle imposte dal governo - sia stata emessa proprio il 4 luglio, festa nazionale degli Stati Uniti che celebra l’indipendenza americana. Il provvedimento, epocale per il peso degli imputati coinvolti (il presidente degli Stati Uniti, il suo consigliere Anthony Fauci e circa 45 funzionari federali di almeno 11 agenzie istituzionali) è stato adottato dal giudice distrettuale Terry Doughty dopo la causa intentata dai procuratori generali del Missouri e della Louisiana e conferma che durante la pandemia il governo americano ha pesantemente censurato le opinioni contrarie alla gestione pandemica. Oltre ai due procuratori, tra i ricorrenti figurano eminenti rappresentanti della comunità scientifica (Jay Bhattacharya della Stanford University, Martin Kulldorff, biostatistico ad Harvard, lo psichiatra Aaron Kheriaty, direttore di etica medica presso la Irvine School of Medicine e l’associazione Health Freedom Louisiana, rappresentati dalla New Civil Liberties Alliance), che hanno accusato Biden e Fauci di aver censurato, con la complicità delle piattaforme social, tutti i contenuti che hanno messo in discussione le politiche Covid del governo. I ricorrenti hanno denunciato «pressioni su larga scala: un vero e proprio esercito di burocrati federali coinvolto in attività di censura». Il riferimento è a quei funzionari di governo che hanno «segretamente comunicato con le piattaforme social-media per censurare e sopprimere» informazioni scientifiche valutate come «potenzialmente dannose» soltanto perché non allineate con la linea governativa. Molte di queste email sono ormai pubbliche, così come i contenuti dei cosiddetti «Twitter files», che hanno certificato l’intrusione nei social anche da parte dell’Fbi, pur di mettere a tacere gli autorevoli scienziati che hanno provato a dire che i lockdown erano inefficaci quanto gli obblighi vaccinali. Ecco perché il giudice Doughty ha anche emesso un’ingiunzione preliminare radicale che d’ora in poi limiterà a numerosi funzionari e agenzie federali - tra cui il ministro della salute Usa Xavier Becerra, la portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre, tutti i dipendenti del Dipartimento di Giustizia, della Homeland Security, dell’Fbi e dei Cdc - i contatti con le piattaforme social che hanno consentito questa censura.«Durante la pandemia il governo degli Stati Uniti sembra aver assunto un ruolo simile a un “Ministero della Verità” orwelliano», ha scritto Doughty nel suo parere di 155 pagine, che cita tutti gli argomenti «soppressi» dal governo attraverso cinque piattaforme social (Facebook, Twitter, YouTube, Instagram e LinkedIn) anch’esse citate in giudizio. Si va dall’obbligo vaccinale ai lockdown, passando per la sempre meno credibile tesi della «fuga del virus da laboratorio» fino al nefando obbligo di mascherine imposto anche ai bambini, seppur non supportato da alcuna evidenza scientifica. Misure che anche La Verità ha contrastato fin dall’inizio della pandemia e che saranno probabilmente oggetto dei lavori della commissione Covid che partirà a settembre. Il giudice ha anche evidenziato il risvolto politico della censura, rivolta agli esponenti del Partito Repubblicano: «Questa soppressione mirata delle idee conservatrici - ha scritto Doughty - è un perfetto esempio di discriminazione del free speech. I cittadini americani hanno il diritto di essere coinvolti in un libero dibattito sulle questioni cruciali che riguardano il Paese (…), le prove prodotte finora descrivono uno scenario quasi distopico». Il giudice ha tuttavia sottolineato che la censura ha colpito anche Robert F. Kennedy Jr., che si è battuto in prima persona contro l’obbligo di vaccinazione anti covid e che ha annunciato di volersi candidare con i Democratici per le presidenziali del 2024, sfidando Joe Biden. Nessuna delle piattaforme coinvolte ha voluto commentare la sentenza. In compenso, il New York Times, quotidiano dell’intellighenzia di sinistra, si è spinto a commentare la notizia come «un provvedimento che potrebbe ridurre gli sforzi per combattere le fake news sulla pandemia e su altre questioni», scatenando le proteste di molti americani sui social. L’epidemiologo di Stanford Jay Bhattacharya si è dichiarato soddisfatto, pur notando che «se non ci sarà alcuna riforma della Section 230 (la legge americana che conferisce alle piattaforme social ampia discrezione nella moderazione dei contenuti), Big Tech continuerà a poter censurare. Quello che vedremo è un futuro in cui gran parte della libera discussione, che dovrebbe svolgersi pubblicamente, potrebbe essere soppressa».La sentenza di Doughty avrà effetto immediato, ma potrà essere impugnata dall’amministrazione Biden, che ha rifiutato di commentarla. «Se le accuse dei ricorrenti verranno confermate, il caso attuale comporta probabilmente il più massiccio attacco contro la libertà di parola nella storia degli Stati Uniti», ha chiosato Doughty.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/report-di-pfizer-3-000-morti-per-il-vaccino-2662231723.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="pfizer-tremila-morti-post-vaccino" data-post-id="2662231723" data-published-at="1688590979" data-use-pagination="False"> Pfizer: «Tremila morti post vaccino» Un documento di Pfizer riporta 900 casi di cecità, 700 complicazioni in gravidanza e 3.000 decessi post vaccino anti Covid. Ne parla La Nuova Bussola Quotidiana, che è andata a controllare le 400 pagine appena pubblicate dalla casa farmaceutica sugli eventi avversi, segnalati in sei mesi (dal 19 dicembre 2021 al 18 giugno 2022) da operatori sanitari e da chi aveva subito pesanti conseguenze dopo l’inoculo. In un periodo di grande pressione dell’Oms e dei governi perché le popolazioni si vaccinassero, senza una farmacovigilanza attiva, quindi solo con le segnalazioni di pochi medici e dei tanti poveretti che si ritrovano con problemi di salute, i dati sottostimati contenuti nel dossier fanno rabbrividire. Perché se questi sono i numeri delle denunce spontanee, figuriamoci quale sarà la situazione reale delle vittime della vaccinazione. Scorri le pagine del report, anche La Verità ha voluto controllare, e scopri che non c’è una parte del corpo umano che non sia stata danneggiata in modo più o meno grave. Se il Covid arrivava a colpire i polmoni, che cosa possiamo dire di un vaccino che ha provocato embolie polmonari, trombosi, congestioni polmonari, ipertensione polmonare, infarto polmonare e almeno altre trenta patologie ai danni dei due principali organi dell’apparato respiratorio? In ordine alfabetico, si vedono elencati danni che sono un manuale degli orrori. Di trombocitopenia immunitaria stanno soffrendo 893 persone, e questo significa che il loro sangue non si coagula come dovrebbe, perché hanno un basso numero di piastrine. Non perché sia nato così, il disturbo piastrinico, ma perché all’improvviso il sistema immunitario ha iniziato ad attaccare e distrugge le piastrine del loro corpo per errore. Forse per la presenza della Spike? E più di 2.000 pazienti stanno sanguinando per effetto della trombocitopenia. Il numero di piastrine nel loro sangue è troppo basso, forse per una reazione a un farmaco che «può confondere il corpo e indurlo a distruggere le sue piastrine», spiega il Nih, l’agenzia governativa statunitense. Per non parlare degli oltre 16.000 casi di miocarditi, delle 35.000 persone costrette a convivere con battiti cardiaci accelerati e irregolari, dei 25.000 con tachicardia, delle linfoadenopatie in ogni variante, di 16.000 casi di ronzii e rumori avvertiti nelle orecchie. È normale che un vaccino porti simili conseguenze? Più di 5.000 persone soffrono di paralisi facciale, 1.783 di paresi, 295.929 hanno forti emicranie che non riescono a far passare, 29.444 lamentano ipoestesia, ovvero riduzione parziale o totale della sensibilità nelle sue diverse forme (tattile, termica, dolorifica). Sono 16.936 quelli che da dopo il vaccino hanno disturbi di sudorazione eccessiva tanto da inzupparsi i vestiti o gocciolare dalle mani. Alla voce «cecità», scopri che 970 persone non possono più vedere. E che quasi 700 donne hanno avuto «complicazioni in gravidanza», non ben precisate ma che lasciano sconvolti solo a immaginare i problemi di una donna con una creatura nel grembo. Anche i disturbi nelle donne non in attesa sono tanti, dalle sofferenze uterine alle mestruazioni irregolari (quasi 50.000 casi). Il dato forse più spaventoso riguarda le morti, 3.000 decessi sono inseriti nel report. «Non dai complottisti, non dai negazionisti viene questa cifra terribile, ma dal produttore stesso del vaccino», sottolinea Paolo Gusilano, autore dell’articolo sulla Nuova Bussola Quotidiana. Persone che erano sane, che hanno accettato l’invito a vaccinarsi come prevenzione o ne sono stati obbligati in quanto sanitari, insegnanti o forze dell’ordine, e per i quali la somministrazione è risultata fatale. Pensare che sono sempre troppe le persone, convinte che non serva una commissione d’inchiesta sulla gestione Covid e quindi anche sulla campagna vaccinale.
Nel riquadro Roberto Catalucci. Sullo sfondo il Centro Federale Tennis Brallo
Sempre più risparmiatori scelgono i Piani di accumulo del capitale in fondi scambiati in borsa per costruire un capitale con costi chiari e trasparenti. A differenza dei fondi tradizionali, dove le commissioni erodono i rendimenti, gli Etf offrono efficienza e diversificazione nel lungo periodo.
Il risparmio gestito non è più un lusso per pochi, ma una realtà accessibile a un numero crescente di investitori. In Europa si sta assistendo a una vera e propria rivoluzione, con milioni di risparmiatori che scelgono di investire attraverso i Piani di accumulo del capitale (Pac). Questi piani permettono di mettere da parte piccole somme di denaro a intervalli regolari e il Pac si sta affermando come uno strumento essenziale per chiunque voglia crearsi una "pensione di scorta" in modo semplice e trasparente, con costi chiari e sotto controllo.
«Oggi il risparmio gestito è alla portata di tutti, e i numeri lo dimostrano: in Europa, gli investitori privati detengono circa 266 miliardi di euro in etf. E si prevede che entro la fine del 2028 questa cifra supererà i 650 miliardi di euro», spiega Salvatore Gaziano, responsabile delle strategie di investimento di SoldiExpert SCF. Questo dato conferma la fiducia crescente in strumenti come gli etf, che rappresentano l'ossatura perfetta per un PAC che ha visto in questi anni soprattutto dalla Germania il boom di questa formula. Si stima che quasi 11 milioni di piani di risparmio in Etf, con un volume di circa 17,6 miliardi di euro, siano già attivi, e si prevede che entro il 2028 si arriverà a 32 milioni di piani.
Uno degli aspetti più cruciali di un investimento a lungo termine è il costo. Spesso sottovalutato, può erodere gran parte dei rendimenti nel tempo. La scelta tra un fondo con costi elevati e un Etf a costi ridotti può fare la differenza tra il successo e il fallimento del proprio piano di accumulo.
«I nostri studi, e il buon senso, ci dicono che i costi contano. La maggior parte dei fondi comuni, infatti, fallisce nel battere il proprio indice di riferimento proprio a causa dei costi elevati. Siamo di fronte a una realtà dove oltre il 90% dei fondi tradizionali non riesce a superare i propri benchmark nel lungo periodo, a causa delle alte commissioni di gestione, che spesso superano il 2% annuo, oltre a costi di performance, ingresso e uscita», sottolinea Gaziano.
Gli Etf, al contrario, sono noti per la loro trasparenza e i costi di gestione (Ter) che spesso non superano lo 0,3% annuo. Per fare un esempio pratico che dimostra il potere dei costi, ipotizziamo di investire 200 euro al mese per 30 anni, con un rendimento annuo ipotizzato del 7%. Due gli scenari. Il primo (fondo con costi elevati): con un costo di gestione annuo del 2%, il capitale finale si aggirerebbe intorno ai 167.000 euro (al netto dei costi). Il secondo (etf a costi ridotti): Con una spesa dello 0,3%, il capitale finale supererebbe i 231.000 euro (al netto dei costi).
Una differenza di quasi 64.000 euro che dimostra in modo lampante come i costi incidano profondamente sul risultato finale del nostro Pac. «È fondamentale, quando si valuta un investimento, guardare non solo al rendimento potenziale, ma anche e soprattutto ai costi. È la variabile più facile da controllare», afferma Salvatore Gaziano.
Un altro vantaggio degli Etf è la loro naturale diversificazione. Un singolo etf può raggruppare centinaia o migliaia di titoli di diverse aziende, settori e Paesi, garantendo una ripartizione del rischio senza dover acquistare decine di strumenti diversi. Questo evita di concentrare il proprio capitale su settori «di moda» o troppo specifici, che possono essere molto volatili.
Per un Pac, che per sua natura è un investimento a lungo termine, è fondamentale investire in un paniere il più possibile ampio e diversificato, che non risenta dei cicli di mercato di un singolo settore o di un singolo Paese. Gli Etf globali, ad esempio, che replicano indici come l'Msci World, offrono proprio questa caratteristica, riducendo il rischio di entrare sul mercato "al momento sbagliato" e permettendo di beneficiare della crescita economica mondiale.
La crescente domanda di Pac in Etf ha spinto banche e broker a competere offrendo soluzioni sempre più convenienti. Oggi, è possibile costruire un piano di accumulo con commissioni di acquisto molto basse, o addirittura azzerate. Alcuni esempi? Directa: È stata pioniera in Italia offrendo un Pac automatico in Etf con zero costi di esecuzione su una vasta lista di strumenti convenzionati. È una soluzione ideale per chi vuole avere il pieno controllo e agire in autonomia. Fineco: Con il servizio Piano Replay, permette di creare un Pac su Etf con la possibilità di ribilanciamento automatico. L'offerta è particolarmente vantaggiosa per gli under 30, che possono usufruire del servizio gratuitamente. Moneyfarm: Ha recentemente lanciato il suo Pac in Etf automatico, che si aggiunge al servizio di gestione patrimoniale. Con versamenti a partire da 10 euro e commissioni di acquisto azzerate, si posiziona come una valida alternativa per chi cerca semplicità e automazione.
Ma sono sempre più numerose le banche e le piattaforme (Trade Republic, Scalable, Revolut…) che offrono la possibilità di sottoscrivere dei Pac in etf o comunque tutte consentono di negoziare gli etf e naturalmente un aspetto importante prima di sottoscrivere un pac è valutare i costi sia dello strumento sottostante che quelli diretti e indiretti come spese fisse o di negoziazione.
La scelta della piattaforma dipende dalle esigenze di ciascuno, ma il punto fermo rimane l'importanza di investire in strumenti diversificati e con costi contenuti. Per un investimento di lungo periodo, è fondamentale scegliere un paniere che non sia troppo tematico o «alla moda» secondo SoldiExpert SCF ma che rifletta una diversificazione ampia a livello di settori e Paesi. Questo è il miglior antidoto contro la volatilità e le mode del momento.
«Come consulenti finanziari indipendenti ovvero soggetti iscritti all’Albo Ocf (obbligatorio per chi in Italia fornisce consigli di investimento)», spiega Gaziano, «forniamo un’ampia consulenza senza conflitti di interesse (siamo pagati solo a parcella e non riceviamo commissioni sui prodotti o strumenti consigliati) a piccoli e grandi investitore e supportiamo i clienti nella scelta del Pac migliore a partire dalla scelta dell’intermediario e poi degli strumenti migliori o valutiamo se già sono stati attivati dei Pac magari in fondi di investimento se superano la valutazione costi-benefici».
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