2020-02-12
Renzi vota con l’opposizione e gela il governo
In commissione congiunta Iv si schiera a fianco dil Carroccio, Fdi e Fi contro la prescrizione. I giallorossi reggono, ma nulla sarà più come prima tra gli alleati. Nicola Zingaretti sbotta: «Sono degli estremisti, così favoriscono la Lega». Vito Crimi: «Sembrano di centrodestra».Sulla prescrizione è tutto congelato. Niente emendamenti, niente disegni di legge, niente emendamento Conte bis. E - per ora - nessuna mozione di sfiducia al ministro Alfonso Bonafede. Matteo Renzi interviene ad Agorà, su Rai 3, di prima mattina. Dopo le tempeste di questi giorni, a chi gli chiede se la prescrizione valga una crisi di governo, risponde (ancora una volta) in modo sibillino: «Per me no. Lo dica a Bonafede, se lo incontra». Il leader di Italia viva rilancia la palla al Guardasigilli e spiega: «Ciò che faremo nei confronti del ministro della Giustizia lo verificheremo alla luce dei comportamenti del ministro stesso». Nessuno capisce se sia un annuncio o una ritirata, tornano a chiedergli che cosa significhi, e se la mozione di sfiducia al ministro Bonafede sia ancora in piedi. Lui risponde così: «Mi sembra di averglielo appena detto». Resta in piedi, dunque, la battaglia di Italia viva contro la riforma della prescrizione: «Noi saremo conseguenti con il nostro impegno di non votare questa norma. E a chi dice: Renzi farà l'accordo per due poltrone», spiega l'ex premier, «dico: tenevi le poltrone e noi ci teniamo i principi e gli ideali». E ancora: «Non si possono trasformare i cittadini in imputati a vita». Renzi si mostra euforico, come del resto ha fatto nella riunione notturna di lunedì sera, davanti ai suoi parlamentari, annunciando che la linea dura ha pagato: «La prescrizione non entrerà nel Milleproroghe!». Ma nel pomeriggio le cose per lui si complicano. Prima la Lega cofirma la presentazione dell'emendamento Annibali (Iv), con cui si rinvierebbe tutto di un anno. Poco dopo, in commissione congiunta Affari costituzionali e Bilancio della Camera, va in votazione il testo di un emendamento simile (slittamento fino al 2023), ma stavolta a firma di Magi (+ Europa), su cui si determina un fatto politico clamoroso: Italia viva vota con le opposizioni. Lega, Fratelli d'Italia, Forza Italia e renziani si aggregano per un pomeriggio contro il governo. Finisce 44 a 42, perché i voti controllati dall'ex premier non sono determinanti, ma il segnale è grosso come una casa. E il paradosso della grande offensiva mediatica dell'uomo di Rignano è questo: è riuscito a interrompere l'iter parlamentare di accordo sulla riforma Bonafede, ma proprio per questo non è riuscito a fermare la riforma stessa, già in vigore. Senza modifiche - e salvo muovi interventi - la legge resta quella che è: un trionfo per il ministro, forse, non certo per Italia viva.Che il percorso si faccia più complesso rispetto a come lo aveva immaginato Conte è certo: «Il governo non presenterà nessun emendamento al Milleproroghe sulla prescrizione», annuncia il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà, nel pomeriggio, ai cronisti che lo inseguono in Transatlantico. L'obiettivo, spiega, «è lavorare sul Milleproroghe e portarlo in Aula». La nuova versione della riforma Bonafede avrà dunque un altro percorso legislativo. Ma quale? Non si sa, anche perché il vertice di maggioranza salta di nuovo, dopo il blitz renziano del pomeriggio. L'unica cosa certa è che - a parte il destino delle modifiche concordate dalla maggioranza, Renzi ha rotto i residui vincoli di alleanza che erano rimasti indietro. Approfittando di una iniziativa in Regione, infatti, un Nicola Zingaretti scurissimo in volto tira le somme e prende atto dello strappo come mai aveva fatto prima in pubblico: «Italia viva», spiega il segretario del Pd «ha voluto il governo con i 5 stelle! A parole è nata per allargare il campo democratico ai moderati contro Salvini, ma oggi è la principale causa di fibrillazione di questo campo e fa un favore al leader della Lega. Sono diventati estremisti. Io lo chiamerei un fallimento strategico che non va scaricato sugli italiani». E ancora, non senza nascondere il suo dispetto: «Salvini, Meloni e Berlusconi ormai stanno zitti perché l'opposizione per loro la sta facendo qualcun altro e questa situazione sta diventando veramente insopportabile: non per il Pd, ma per gli italiani che chiedono un governo di persone serie. È tempo di uno scatto in avanti, si chiuda questa fase è rimettiamoci in sintonia col Paese». Parole che sembrano scritte in carta carbone con quelle del capo politico del M5s, Vito Crimi: «Italia viva non la comprendiamo, sembra stia facendo opposizione al posto del centrodestra. Basta polemiche, questo è il momento di lavorare per dare processi più rapidi e giusti». Insomma, l'accusa è quella - gravissima in una maggioranza - di «intelligenza con il nemico». Ma in che modo il testo potrebbe cambiare? Difficile dirlo ora, visto che dal governo escludono anche che il lodo Conte bis possa essere inserito nel disegno di legge del deputato di Forza Italia Enrico Costa, che vorrebbe cambiare l'intera riforma della prescrizione. Dopo questa giornata di fuochi d'artificio, il leader di Italia viva, nella serata di ieri ritorna improvvisamente conciliante: «La decisione del governo», dice Renzi, «mi sembra un gesto di buon senso, che evita forzature e spaccature. Lo apprezzo. Quando arriverà la legge sulla prescrizione in Aula», conclude, «noi voteremo coerenti con le nostre idee e il garantismo che ci caratterizza. Adesso concentriamoci sull'emergenza crescita, sulla produzione industriale, sui dati negativi del Pil. L'Italia ha bisogno di ripartire dall'economia». Parole distensive, che però non possono ingannare. La fiducia si è rotta, dentro il governo giallorosso. Nulla sarà più come prima tra gli alleati.
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