2022-11-29
«Regione e Provincia latitano da 18 anni sul piano urbanistico di Casamicciola»
La Lega attacca: «Le autorità locali non sono mai intervenute». Sotto accusa anche lo spreco dei fondi per la tutela del territorio. Quando a Napoli qualcuno dice «è successa Casamicciola», vuol dire che ha trovato la casa sottosopra: il nome della località colpita dalla frana, anche secondo la Treccani, viene usata per indicare rovina, disordine, confusione. Il 28 luglio del 1883, Casamicciola fu colpita da un violentissimo terremoto, nel quale persero la vita i genitori e la sorella del filosofo Benedetto Croce, allora diciassettenne, che si salvò per miracolo, dopo essere rimasto «sepolto per parecchie ore sotto le macerie e fracassato in più parti del corpo», come lui stesso scrisse. La frase «cronaca di una tragedia annunciata» calza a pennello con quanto accaduto a Ischia: il rischio di frane assassine, infatti, è da sempre una caratteristica dell’isola, e in particolare proprio di Casamicciola: il 10 novembre 2009 un costone del monte Epomeo si è staccò a causa delle piogge, provocando una vittima. Il problema riguarda Ischia in generale: nel 1910 una alluvione provocò 11 morti, nel 1978 5 persone morirono a Barano (altro comune dell’isola). Ischia a rischio, continuo e costante, per colpa di chi? Bando all’ipocrisia: la politica ha sempre e comunque preferito chiudere un occhio sulle costruzioni sorte un po’ dovunque, in spregio alle norme sulla sicurezza. Ischia è una meta turistica importante, e così la pensioncina con un ampliamenti diventa alberghetto, l’appartamentino si allarga per essere fittato d’estate, il villino in una settimana diventa villone, e poi succede la tragedia. I controlli? Figuriamoci: i voti sono come i soldi, non puzzano, e quindi le promesse di condono sono state una valanga, perché in campagna elettorale conta più incassare una preferenza, una croce sulla scheda, che pensare a salvare le vite delle persone. E i soldi per mettere in sicurezza il territorio? Pure sono piovuti, su Ischia, come un temporale. Un ex sindaco di Casamicciola, che si chiama Giuseppe Conte (solo omonimo dell’ex premier), attualmente funzionario della Regione Campania, memoria storica del comune isolano, ha ricostruito la serie di finanziamenti: «Dal 2009 ad oggi», spiega Conte al Mattino, «sono stati stanziati dei fondi e ci sono stati commissariamenti per il dissesto idrogeologico dell’isola d’Ischia e di Casamicciola. Tre milioni e 100.000 euro per i lavori al Cretaio, un milione e 100.000 euro per sistemare gli altri alvei, 180.000 euro per la pulizia degli stessi. Sono tutti fermi». Secondo la Corte dei conti, la Campania ha utilizzato appena il 5% dei fondi europei che dovevano essere spesi entro il 2020 e il 22% di quelli che dovevano essere spesi entro il 2013 e fra questi soldi ci sono anche quelli per la messa in sicurezza del territorio. Lucilla Monti, geologa di Casamicciola, ha lavorato anche all’emergenza e al Piano di ricostruzione del dopo sisma del 2017. «Per Casamicciola», raccconta la Monti al Mattino, «sono stati stanziati fondi nazionali, regionali e della Città metropolitana di Napoli, nel corso degli ultimi anni, per una serie di interventi di diversa tipologia fermi al palo. Gli esempi negativi non mancano e delineano uno scenario articolato. Il Comune era soggetto attuatore dei lavori di sistemazione di un tratto dell’alveo di Cava Pozzillo, per 95.000 euro. Ma non è dato sapere perché non si sia fatto nulla. Analogamente c’era un progetto per la zona di La Rita, a cura della Città metropolitana, ma si è bloccato». Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ieri ha fatto sapere che la Regione Campania ha stanziato 4 milioni di euro per far fronte alle esigenze immediate della popolazione: al di là della cifra, sarebbe il caso che De Luca facesse chiarezza anche sulle responsabilità di quanto (non) è stato fatto fino ad ora, ricaricando il lanciafiamme. Mette le cose in chiaro, Carmela Rescigno, consigliere regionale della Lega in Campania e presidente della Commissione anticamorra: «Casamicciola», spiega la Rescigno, «è dotata oggi di un piano paesaggistico, ma non ha un Piano urbanistico comunale ma solo un Piano regolatore generale del 1983. La Regione ha emanato la legge urbanistica n.16 nel 2004 alla quale i comuni si sarebbero dovuti adeguare pena l’intervento sostitutivo della Provincia e della stessa Regione. Quindi i veri responsabili sono Regione e Provincia che negli ultimi 18 anni sono stati inadempienti sull’attuazione del Puc. È una verità che nessuno dice», prosegue la Rescigno, «il termine perentorio del Puc è stato via via spostato e fissato oggi al 31 dicembre 2021, quindi dopo 18 anni dall’emanazione della legge urbanistica. Ma niente è stato fatto e nessuno è intervenuto». Tornando a Conte, l’ex sindaco di Casamicciola, il 22 novembre, aveva pure avvertito del pericolo imminente, attraverso una Pec, il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, che è pure sindaco della Città metropolitana, la ex Provincia, e il Prefetto di Napoli, Claudio Palomba, di quello che stava per accadere, partendo dall’allerta meteo diramata dalla Regione, avvertendo: «Può sussistere lo stato di Grave crisi per la calamità naturale imminente, nei Comuni di Casamicciola Terme e di Lacco Ameno, dato dal pericolo imminente nella zona del vallone della Rita».
Il giubileo Lgbt a Roma del settembre 2025 (Ansa)
Mario Venditti. Nel riquadro, da sinistra, Francesco Melosu e Antonio Scoppetta (Ansa)