2025-10-19
«Avvenire» sceglie i trans, non la vita
Il giubileo Lgbt a Roma del settembre 2025 (Ansa)
Il quotidiano dei vescovi celebra il Giubileo di «omoaffettivi e Lgbt». Neanche una riga per le ostetriche che si ribellano alla proposta di Crisanti di far praticare loro gli aborti.Com’è difficile cambiare passo. Nel mondo cattolico condizionato da 12 anni di turbo-progressismo bergogliano, ancora di più. E mentre Leone XIV prosegue nel suo cammino felpato verso il ritorno alla tradizione e verso lo sganciamento progressivo dalla «politique politicienne», la Conferenza episcopale nelle sue emanazioni mediatiche rimane avviluppata alle seduzioni woke.L’esempio plastico della disarmonia è rappresentato dall’Avvenire di ieri, che celebrava con una pagina il Giubileo Lgbtq+ e non dedicava neppure un rigo a una polemica centrale su un valore non negoziabile per la dottrina: il tentativo del Pd di aprire ancora di più (anzi di spalancare) la porta verso l’aborto indiscriminato, con la richiesta alle ostetriche di praticarlo.Difficile per i vescovi discostarsi dal partito di riferimento (alla faccia dell’equidistanza); è di sicuro più politicamente corretto illuminare la giornata dedicata ai credenti omoaffettivi e transgender del 5 e 7 settembre scorso che occuparsi di un autentico blitz tentato tre giorni fa in Senato da Andrea Crisanti e dalla pentastellata Elisa Pirro per assestare una picconata alla sacralità della vita. Sgomberiamo il campo dagli equivoci: nessuna intenzione di comparare i due argomenti e tantomeno di fare la recensione delle scelte redazionali altrui. Semplicemente spicca un’assenza, urla un silenzio. Ancora più assenza, ancora più silenzio se a guardare altrove con un dito sulle labbra è il più autorevole quotidiano cattolico, spesso centrale nel dibattito sui temi chiave dell’etica pubblica e istituzionale. Qui non si parla di Flotilla ma di vita negata alla nascita.Il giornale dei vescovi sottolinea che «il Giubileo transgender non era un gay pride» e questo non può che far piacere a chi distingue le istanze sociali di una minoranza in cammino dentro la fede (c’erano madri e figli accompagnati da sacerdoti) da un carnevale smutandato nel quale spesso si bestemmiano Gesù Cristo e la Madonna in effigie. L’ Avvenire aggiunge che nell’omelia al termine del pellegrinaggio il vicepresidente della Cei, monsignor Francesco Savino, ha sottolineato come sia arrivata l’ora «di restituire dignità a tutti, soprattutto a chi è stata negata». Un’attenzione legittima nel segno della carità cristiana, che stride con la distrazione sospetta riguardo al disegno di legge dell’insettivologo piddino diventato famoso durante il Covid.Nella pancia di un disegno di legge dal titolo «Modifiche al decreto legislativo 9 novembre 2007, n. 206 in materia di attività di competenza dell’ostetrica», Crisanti ha tentato di far passare una norma che avrebbe consentito alle ostetriche di praticare aborti, pur non essendo abilitate alla professione medica. In Italia solo i medici possono praticarli, le ostetriche appartengono alle «professioni sanitarie infermieristiche» ma non sono medici. Un dribbling surrettizio spiegato così: «Per dare più accessibilità e garantire i diritti delle donne». Con una conferma implicita: per il turbo-progressista l’ostacolo numero uno è il ginecologo o il chirurgo obiettore, colui che impedirebbe alle donne di abortire.In realtà, la legge in vigore parla chiaro, garantisce diritti e doveri, non nega alcuna possibilità. Esiste e non giustifica continue fughe in avanti di parlamentari di sinistra, accompagnate da favorevoli sussurri di sacrestia, più sorprendenti che giustificabili. Non esiste alcuna emergenza e per fortuna è stato lo stesso ordine professionale delle ostetriche a bocciare la furbata. Il presidente Silvia Vaccari ha detto: «Siamo totalmente estranei e contrari alla proposta». Una posizione forte, in linea con quella di papa Leone XIV che si è schierato più volte contro «il silenzioso sterminio».Così silenzioso che per il giornale caro al cardinal Matteo Zuppi, presidente della Cei, non è un argomento.
Mario Venditti. Nel riquadro, da sinistra, Francesco Melosu e Antonio Scoppetta (Ansa)
Nel riquadro: Ferdinando Ametrano, ad di CheckSig (IStock)