2024-09-01
Rapite e ora incinte, le femministe tacciono
Un video denuncia: le ebree stuprate stanno per partorire. Ma il mondo ha dimenticato le vittime del 7 ottobre. Anche per colpa dei dem Usa. La cultura woke s’indigna per una desinenza sbagliata ma non si occupa delle ragazze violate in Africa o Afganistan.Il fiocco giallo è il simbolo degli ebrei rapiti il 7 ottobre. Di quelle e quelli che hanno subito violenza. È anche il simbolo di quelli che sono morti in pochi istanti o dopo lunghi e interminabili momenti di sevizie fisiche e psicologiche. Non c’è cavalcavia lungo le strade d’Israele che non sia colorato di giallo. È la vita che comunque si ostina a spuntare sotto i colpi della guerra. La vita che infastidisce il jihad e chi ha in odio l’intera cultura occidentale. Ma quale dovrà essere il colore del fiocco dei figli delle stuprate? Coloro che partoriranno il frutto della violenza di guerra e dell’ira religiosa. È successo nei Balcani, in Congo in Sud Sudan, in Rwanda. Ma stavolta c’è qualcosa di più.La follia islamica di Hamas ha previsto scientificamente il rapimento e lo stupro collettivo Per poi trasformare queste immagini a proprio vantaggio spostando paradossalmente i riflettori a Gaza. Da carnefici hanno usato le vittime per farsi passare da vittime. Basti pensare che in sede Onu si discute di genocidio da parte di Israele. Lo diciamo perché, ieri, i parenti delle vittime hanno diffuso un video che a undici mesi dal rapimento si concentra su un periodo di nove mesi. Quello che appunto serve a una donna per crescere in grembo un bimbo. Di chi si tratta? Potrebbero essere le cinque soldatesse nel kibbutz di Nahal Oz deportate dentro Gaza e oggi ancora vive. Non sappiamo cosa augurare loro. Forse la morte è meglio. Ma lo scriviamo noi che siamo comodi di fronte a un pc e non combattiamo come loro sono costrette a fare. Ma queste sono nostre considerazioni mosse dalla frustrazione nel vedere come il mondo le abbia dimenticate e abbandonate. In quanto ebree? In quanto donne ebree? In quanto vittime di stupro di guerra? La nostra opinione non conta. Tanto meno i sentimenti. Conta che non troviamo femministe a sbracciarsi per loro. Conta la politica e l’opinione pubblica. E qui in Occidente la sinistra e i gruppi pro Pal e pro Hamas sembrano avere la maggioranza. A noi non resta che constare che in questa deriva i dem americani hanno un ruolo importante che porta gravi colpe. Vale per Israele, per l’Afghanistan e da anni per l’Africa. Era il maggio del 2014 quando Michelle Obama, moglie del presidente Usa, compariva con una cartello dal titolo tipico da influencer. «Bring back our girls». Erano le ragazze nigeriane rapite da Boko haram. Il primo vero caso mediatico di violenza sulle donne nell’era delle guerre recenti. Grande eco e grande ritorno politico per Michelle. Peccato che le politiche del marito e del partito dem fossero rivolte in direzione diversa. A partire dal 2011 e per effetto delle primavere arabe il Sahel è stato travolto dai gruppi jihadisti e dai movimenti vicino ai Fratelli musulmani, entità un po’ lontane dal rispetto delle donne e dalla parità di genere. Lo diciamo perché oggi serve pure ribadire l’ovvio. E lo diciamo perché sono sempre i dem a cui si devono la filosofia woke, il Meetoo e tutte le campagne di difesa di genere. Campagne che hanno portato a incredibili paradossi fino alla censura verbale in contesti di totale parità e alla censura visiva in contesti dove le donne vengono lapidate. Per censura visiva intendiamo che la politica dei dem è: girarsi dall’altra parte. Ricordiamo che nonostante i nigeriani combattano, Boko Haram è sempre lì. Ricordiamo che nell’agosto di tre anni fa a dare l’ordine del ritiro dall’Afghanistan è stata l’amministrazione Biden con tanto di ruolo attivo di Kamala Harris. Ora candidata a prendere il posto di Joe. Non era difficile immaginare cosa avrebbero fatto i Talebani. Scrivere oggi cartelli a favor di social per difendere le donne costrette a stare senza occhi e senza voce è un ridicolo esercizio di retorica. Con la jihad non si parla si combatte e basta. Anche se il mondo occidentale non vuole ammetterlo e nemmeno dirselo. Ecco perché, in fondo, lo stesso discorso vale per le soldatesse e le ragazze rapite e stuprate nei kibbutzim lo scorso 7 ottobre. La politica estera dei dem Usa è altalenante. Lo è perché a casa punta sui voti di coloro che vanno in giro a sventolare le bandiere palestinesi per fare da scudi politici ad Hamas. Rincorrere questi voti e dirsi femministi fa ridere oltre che un po’ schifo. Ma al di là dei giudizi morali, ciò che ancor di più vale la pena ribadire è la schizofrenia tra lo storytelling e le azioni reali. Da un lato ci si straccia le vesti se una donna viene chiamata avvocatessa e non avvocato, presidente e non presidenta e dall’altra parte si perseguono politiche estere che incentivano di fatto la rimozione dalla base dei pilastri della cultura occidentale. Il discorso vale pure per la sinistra italiana ed europea. Dal Pd ad Avs. Ma non stiamo nemmeno a entrare nel merito. Piaccia o no a influenzare il mondo sono gli Usa. L’Europa non sa che posto prendere nel globo e e non ha una politica estera. Gli Usa hanno potere e più responsabilità. Travolti dal wokismo a sinistra sbandano. Per cui le ragazze israeliane rapite e stuprate sono un dito nella piaga. In molti vogliono rimuoverle. Non sappiamo che colore avrà il fiocco dei bimbi e delle bimbe che verranno alla luce. L’importante che non sia verde Hamas.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.