
L'organo, costituito quasi esclusivamente da esponenti della sinistra, ha dato via libera al commercio della morte, che si aggiunge a quello della vita con gli uteri in affitto. Pure la Chiesa ha grandi responsabilità, per aver passato anni a curarsi solo degli immigrati.La Corte costituzionale è una bizzarria. Perché si tratta di un organo che non si sa che cosa sia, e grazie all'istituzione del quale degli illustri cittadini sono stati collocati al di sopra di tutte le assemblee e di tutto il sistema del Parlamento e della democrazia per essere giudici. Così, questo gruppo di Elevati, per dirla con Beppe Grillo, l'altra sera ha deciso di riscrivere una legge stabilendo, in barba a quanto voluto in passato da Camera e Senato, che l'aiuto al suicidio non è un reato. Quindici «illustri cittadini», tutti o quasi di sinistra, nominati da presidenti della Repubblica di sinistra, in qualche caso addirittura ex parlamentari di sinistra. I quali, in base alle proprie opinioni, hanno sentenziato che il mercato del suicidio assistito, anticamera dell'eutanasia, non si deve punire.Ora, qualcuno penserà che definire una bizzarria la Consulta, dicendo che quindici privati cittadini decidono per 60 milioni di persone, sia una frase un po' forte. Ma le parole che ho usato all'inizio di questo articolo, per farvi comprendere che cosa sia successo l'altra sera con la sentenza dei giudici della legge, non sono mie. Sono riprese direttamente dal dibattito parlamentare che si svolse nel 1946 all'assemblea costituente, quella da cui nacque la Carta su cui si fonda la nostra Repubblica. A pronunciare le frasi che ho riportato fu Palmiro Togliatti, il capo dei comunisti italiani, il quale, insieme a un nutrito gruppo dei suoi, diffidava della Corte costituzionale, ritenendo che fosse un organismo che non avrebbe risposto al popolo, ma all'élite. E in effetti, il timore del segretario del Pci, che fece di tutto per rinviare la nascita della Consulta (entrò in vigore sette anni dopo il varo della Costituzione), si è rivelato del tutto fondato, perché un gruppetto di Elevati decide per tutti gli altri. Sulla rivalutazione e sul taglio delle pensioni che non siano al minimo, sulle leggi che regolano il lavoro degli italiani, sulla vita e la morte dei cittadini. Quindici persone cancellano una legge voluta dal Parlamento, massima espressione del popolo sovrano, e decidono che un reato previsto da anni nel nostro ordinamento, ossia il favoreggiamento del suicidio di una persona, non sia più un reato. E dire che la Costituzione, quella a cui i 15 «illustri cittadini» citati da Togliatti dovrebbero attenersi, tutela il diritto alla vita, non certo al fine vita. Ma per i togati che vigilano sulle leggi affinché la Carta sia rispettata, esiste anche un diritto alla morte e non solo lo può esercitare la persona che si voglia suicidare, ma a chi lo desideri è addirittura consentito di chiedere aiuto allo Stato. Che cosa tutto ciò implichi è piuttosto chiaro. Persone depresse, in difficoltà, psichicamente instabili, spaventate dalla vita e dalla malattia, da domani potranno farsi assistere per porre in atto i propri propositi suicidi. E, come già sta accadendo, ci sarà chi ne approfitta magari per fare un business, aprendo cliniche come quelle che esistono in Svizzera o in altri Paesi favorevoli al suicidio assistito. Così, quella che viene spacciata come una buona morte, diventerà un affare. Già sui social network c'è chi ha sfruttato pubblicitariamente l'hashtag #suicidioassistito. Immaginiamo che si tratti di un'iniziativa umanitaria, di persone sensibili alla sofferenza umana, che in tal modo vogliono tendere una mano a chi sia in difficoltà e disperato. Peccato che quella mano rischi di offrire la pillola letale, magari mettendo a disposizione un cocktail che affretti l'addio al mondo.Un tempo pensavo che dando retta ai Marco Cappato saremmo finiti al suicidio di Stato, una morte somministrata nelle corsie degli ospedali pubblici, pagata dalla mutua alla stessa stregua delle pasticche contro il mal di denti. Oggi mi rendo conto che ci attende un futuro peggiore, perché con la sentenza della Corte costituzionale si apre il Far West dei praticoni dell'assistenza letale, quelli che per pochi soldi ti accompagnano in Svizzera o ti aiutano a casa, tenendoti la mano mentre ingurgiti il beverone che ti garantirà il sonno eterno. Togliatti chiamò la Corte costituzionale una bizzarria. Io penso che questa Corte, più che aver fatto qualche cosa di bizzarro, abbia aperto le porte all'orrore, legittimando il commercio della morte dopo che già si fa pratica del commercio della vita con gli uteri in affitto. Le colpe di tutto ciò però non sono solo dei 15 giudici e nemmeno della maggioranza di sinistra che li ha espressi. Le responsabilità sono anche della Chiesa, che invece di difendere la vita degli italiani in questi anni si è occupata solo della vita degli immigrati. Il Papa non aveva che parole per gli extracomunitari, e così pure i vescovi e il loro giornale, mentre l'Elemosiniere riattaccava la luce agli abusivi. Risultato, oggi il buio rischia di calare su tutti noi e su chi la vita non vuole donarla a chi ci guadagna togliendola.
L’Ue vuole sovvenzionare l’Ucraina con altri 140 miliardi, ma non sa da dove tirarli fuori. Sul rischioso uso degli asset russi confiscati c’è il muro del Belgio, mentre l’indebitamento della Commissione o degli Stati esporrebbe troppo mercati e bilanci.
«Le esigenze di finanziamento dell’Ucraina non sono solo elevate, ma anche urgenti». Sono state queste le inequivocabili parole del Commissario Ue, Valdis Dombrovskis, in occasione della conferenza stampa di giovedì dopo il Consiglio Ecofin.
Ansa
Il generale Fabio Mini: «Qualsiasi attacco contro la Russia impatta solo sul breve periodo».
Nella roccaforte ucraina del Donetsk, a Pokrovsk, si fa sempre più concreto il rischio che l’esercito di Kiev abbia i giorni contati, nonostante le varie rassicurazioni dei vertici militari ucraini.
A confermare la situazione drammatica sul campo è il generale di corpo d’armata dell’Esercito italiano, Fabio Mini, che ne ha parlato con La Verità. «Zelensky sa benissimo che le unità del suo esercito sono state circondate» ha detto il generale. Non sono state «ancora eliminate» perché i russi «stanno sempre contrattando e trattando per un ritiro, visto che non hanno bisogno di fare prigionieri». Dunque «le sacche sono chiuse», ha proseguito Mini, sottolineando che dalle fonti «dell’intelligence statunitense e inglese» è evidente «che non ci sia più la grande speranza di una vittoria». Quel che resta è la possibilità «di una sconfitta onorevole».
Bruxelles: «Chiediamo tolleranza zero sulla corruzione». Lo scandalo agita pure il governo. Matteo Salvini: «I nostri soldi vanno ai criminali?». Guido Crosetto: «Non giudico per due casi». E Antonio Tajani annuncia altri aiuti.
«Mi sembra che stiano emergendo scandali legati alla corruzione, che coinvolgono il governo ucraino, quindi non vorrei che con i soldi dei lavoratori e dei pensionati italiani si andasse ad alimentare ulteriore corruzione»: il leader della Lega, Matteo Salvini, pronuncia queste parole a Napoli a margine di un sopralluogo al porto, a proposito dell’acquisto di ulteriori armamenti dagli Usa da inviare in Ucraina. «La via di soluzione», aggiunge Salvini, «è quella indicata dal Santo Padre e da Trump, ovvero dialogo, mettere intorno a un tavolo Zelensky e Putin e far tacere le armi. Non penso che l’invio di altre armi risolverà il problema e mi sembra che quello che sta accadendo nelle ultime ore, con l’avanzata delle truppe russe, ci dica che è interesse di tutti, in primis dell’Ucraina, fermare la guerra. Pensare che mandare armi significa che l’Ucraina possa riconquistare i terreni perduti è ingenuo quantomeno».
Volodymyr Zelensky
Pronto un altro pacchetto di aiuti, ma la Lega frena: «Prima bisogna fare assoluta chiarezza sugli scandali di corruzione». E persino la Commissione europea adesso ha dubbi: «Rivalutare i fondi a Kiev, Volodymy Zelensky ci deve garantire trasparenza».
I nostri soldi all’Ucraina sono serviti anche per costruire i bagni d’oro dei corrotti nel cerchio magico di Volodymyr Zelensky. E mentre sia l’Ue sia l’Italia, non paghe di aver erogato oltre 187 miliardi la prima e tra i 3 e i 3 miliardi e mezzo la seconda, si ostinano a foraggiare gli alleati con aiuti economici e militari, sorge un interrogativo inquietante: se il denaro occidentale ha contribuito ad arricchire i profittatori di guerra, che fine potrebbero fare le armi che mandiamo alla resistenza?




