
L'assurda teoria secondo cui i minori possano essere consenzienti o non subire alcun danno dai rapporti sessuali è un delirio che ci trasciniamo dagli anni Settanta. Quando gli intellettuali firmarono un «Manifesto» per giustificare le relazioni con i bimbi.La sessualità è il modo provato da Dio, o, se non credete in Dio, dalla vita, per creare i bambini. Non è una cosa da bambini. La sessualità può fare morti e feriti e i feriti possono essere gravi. La sessualità può generare la vita, può generare la morte, può generare il piacere più grande, può generare il dolore più immondo. I bambini, per favore, fuori dai piedi. I bambini sono quello che la sessualità produce, con la sessualità non devono essere coinvolti. Cosa avete mangiato ieri sera? Potete riassumerlo nella vostra memoria? Ora immaginate di prendere tutta la cena, vino e caffè inclusi, di metterla in un frullatore, sminuzzarla in maniera molto minuta, dopodiché trasferirla in un biberon e somministrarla neonato. Potreste ucciderlo o causargli una insufficienza epatica e renale irreversibile. Quello che buono ha un'età, è disastrosa in un'altra. La cosiddetta libertà sessuale sembra molto divertente, sulle corte distanze sicuramente può esserlo, ma su lunghe distanze aumentato la frustrazione e la solitudine. È già dannatamente difficile per un adulto. Per un bambino è distruzione. Madre natura segue linee erotiche, non concede la capacità psicologica di gestire la sessualità prima della maturazione sessuale. La sessualità quindi necessita di una grande effettività e di una grande maturità e deve essere vissuta solo quando la persona è potenzialmente in grado di accudire un bambino.Esistono due forme di abuso sul bambino, una fatta con torture e morte, come quelle che denuncia don Fortunato di Noto, che, incredibilmente, non si possono fermare perché qualche banale trucco informatico protegge dall'essere localizzati e incredibilmente le polizie di tutto il mondo hanno di meglio da fare invece che salvare bambini torturati. Fanno eccezione gli Stati Uniti di Donald Trump. I nostri media non lo riportano, ma il presidente Trump ha cominciato una caccia infernale, o forse sarebbe meglio dire magnifica, ai torturatori di bambini. E poi c'è invece l'orco gentile e carino, ricevuto nei talk show, osannato sui giornaloni. Cominciamo a parlare di loro.Mettere le mani su un bambino è sempre un gesto immondo. Esiste però la delirante teoria che possa esserci un abuso gentile, che dove il bambino sia simpaticamente consenziente per lui può essere un'esperienza simpatica. Anzi. Per lui è un dono avere un simpatico amico più grande che gli spiega come si sta al mondo.Questo è assolutamente falso e presuppone due concetti completamente idioti. Il primo è che il bambino possa gestire la sessualità senza subire un danno. Il bambino non ha la capacità psicologica di gestire la sessualità, esattamente come il neonato non ha la capacità epatica e renale di gestire la cotoletta coi piselli. Perché dovrebbe averla? La sessualità serve a creare bambini. Madre natura non la prevede per chi bambini non è in grado di farne. Il bambino ha una indubbia sensualità, e altrettanto indubbia è la sua curiosità per la sessualità, esattamente come enorme è la sua curiosità sul fare la ballerina o l'aviatore o il poliziotto o la domatrice di tigri. Oppure il guerriero. Esistono bambini che ti puntano addosso la mano a forma di pistola e fanno «pum» fingendo di spararti e ci sono bambini e bambine che hanno un atteggiamento seduttivo. Il bambino imita quello che vede. Lo schermo porta al bambino immagini di sparatorie e di seduzioni e il bambino imita entrambe, ma non deve essere coinvolto in una seduzione esattamente come non deve essere coinvolto in una sparatoria. Aggiungo che il bambino non ha nessuna voglia di essere coinvolto in una vera sparatoria. Il fatto che usando le dita come una pistola e facendo «pum» finga di sparare non vuole dire che sia pronto a essere coinvolto in una sparatoria, non vuol dire che sia giusto ferirlo o ucciderlo perché «ha cominciato lui». Se qualcuno lo facesse, sarebbe correttamente identificato come folle o criminale. Il bambino seduttivo sta semplicemente imitando una seduzione, non vuole sedurre come il piccolo pistolero non vuole sparare, sta perfezionando l'imitazione, basata sui neuroni specchio di cui il suo cervello è ricchissimo, perché l'apprendimento e la maturazione sono basati su questa capacità imitativa. Se la sessualità umana viene giustificata in ogni sua modalità di esercizio in base esclusivamente alla autodeterminazione individuale, senza alcun limite di normalità biologica e di riconoscimento etico, allora anche la pedofilia potrebbe trovare una giustificazione sociale. La deriva proveniente dallo scardinamento del confine tra ciò che è conforme alle strutture fisiche e biologiche dell'essere e ciò che non è ad esse conforme è evidente che porti al rapporto con minori «consenzienti». Il consenso è insensato. Un bambino con deficit affettivi, soprattutto un bambini senza padre, si lascia estorcere facilmente il «consenso» per racimolare attenzione e affetto. Questa è la seconda idiozia dell'abusatore di bambini gentile, essendo la prima il concetto che il sesso per un bambino possa non essere distruttivo. Il consenso è sempre estorto in cambio di affetto dai bambini occidentali, in cambio di cibo da quelli dei paesi del terzo mondo. Il bambino non vuole fare sesso esattamente come non vuole partecipare a una sparatoria. Peraltro non si può dimenticare che negli anni Settanta un gruppo di intellettuali molto noti, tra cui uno dei capifila del movimento omosessuale, Michel Foucault, diffuse il Manifesto in difesa della pedofilia. Il documento aveva in calce i nomi di molti esponenti dell'intellettualità europea, tra cui Louis Aragon, Roland Barthes, Simone de Beauvoir, André Glucksman, Felix Guattari, Jack Lang, Bernard Kouchner, Jean-Paul Sartre, Philippe Sollers. Il testo, volto a propagandare la più assoluta liberalizzazione della sessualità, pretendeva anche che fosse modificato il giudizio in ordine al carattere di perversione dell'abuso sessuale su minore, non tenendo conto della vulnerabilità psicologica di un minore e delle ricadute gravissime che rapporti sessuali precoci possono provocare sull'intera esistenza della persona. Il sostegno culturale alla liberalizzazione dell'abuso sessuale su minore è stato nei decenni successivi molto attenuato. Non si può tuttavia dimenticare che alcuni intellettuali appartenenti al medesimo mainstream dei firmatari del Manifesto, hanno continuato in un'opera subdola di banalizzazione della pedofilia.Per esempio Daniel Cohn-Bendit, firmatario del Manifesto, pubblicò nel 1975 il libro Le grand bazar, dedicato alla sua esperienza nella scuola materna. In linea con alcune idee promosse nell'ambito dei movimenti di contestazione degli anni Sessanta e Settanta, alcuni passaggi del libro teorizzano il risveglio della sessualità dei bambini da 1 a 6 anni ed assumono la possibilità di rapporti fisici ambigui. Racconta delle sue esperienze di maestro in una scuola di infanzia nei seguenti termini: «Mi è successo più volte che alcuni bambini mi abbiano aperto la patta dei pantaloni e abbiano iniziato ad accarezzarmi».Vero che negli anni seguenti ha parlato di una provocazione letteraria, tuttavia le sue parole restano come segno di un movimento che non si è ritirato nell'ombra, ma che si è diffuso a macchia d'olio nell'intera società.
Elly Schlein (Ansa)
Avete presente Massimo D’Alema quando confessò di voler vedere Silvio Berlusconi chiedere l’elemosina in via del Corso? Non era solo desiderare che fosse ridotto sul lastrico un avversario politico, ma c’era anche l’avversione nei confronti di chi aveva fatto i soldi.
Beh, in un trentennio sono cambia ti i protagonisti, ma la sinistra non è cambiata e continua a odiare la ricchezza che non sia la propria. Così adesso, sepolto il Cavaliere, se la prende con il ceto medio, i nuovi ricchi, a cui sogna di togliere gli sgravi decisi dal governo Meloni. Da anni si parla dell’appiattimento reddituale di quella che un tempo era la classe intermedia, ma è bastato che l’esecutivo parlasse di concedere aiuti a chi guadagna 50.000 euro lordi l’anno perché dal Pd alla Cgil alzassero le barricate. E dire che poche settimane fa la pubblicazione di un’analisi delle denunce dei redditi aveva portato a conclusioni a dir poco sor prendenti. Dei 42,6 milioni di dichiaranti, 31 milioni si fanno carico del 23,13 dell’Irpef, mentre gli altri 11,6 milioni pagano il resto, ovvero il 76,87 per cento.
In sintesi, il 43 per cento degli italiani non paga l’imposta, mentre chi guadagna più di 60.000 euro lordi l’anno paga per due. Di fronte a questi numeri qualsiasi persona di buon senso capirebbe che è necessario alleggerire la pressione fiscale sul ceto medio, evitando di tartassarlo. Qualsiasi, ma non i vertici della sinistra. Pd, Avs e Cgil dunque si agitano compatti contro gli sgravi previsti dal la finanziaria, sostenendo che il taglio dell’Irpef è un regalo ai più ricchi. Premesso che per i redditi alti, cioè quello 0,2 per cento che in Italia dichiara più di 200.000 euro lordi l’anno, non ci sarà alcun vantaggio, gli altri, quelli che non sono in bolletta e guadagnano più di 2.000 euro netti al mese, pare davvero difficile considerarli ricchi. Certo, non so no ridotti alla canna del gas, ma nelle città (e quasi sempre le persone con maggiori entrate vivono nei capoluoghi) si fa fatica ad arrivare a fine mese con uno stipendio che per metà e forse più se ne va per l’affitto. Negli ultimi anni le finanziarie del governo Meloni hanno favorito le fasce di reddito basse e medie. Ora è la volta di chi guadagna un po’di più, ma non molto di più, e che ha visto in questi anni il proprio potere d’acquisto eroso dall’inflazione. Ma a sinistra non se la prendono solo con i redditi oltre i 50.000 euro. Vogliono anche colpire il patrimonio e così rispolverano una tassa che punisca le grandi ricchezze e le proprietà immobiliari. Premesso che le due cose non vanno di pari passo: si può anche possedere un appartamento del valore di un paio di milioni ma, avendolo ereditato dai geni tori, non avere i soldi per ristrutturarlo e dunque nemmeno per pagare ogni anno una tassa.
Dunque, possedere un alloggio in centro, dove si vive, non sempre è indice di patrimonio da ricchi. E poi chi ha una seconda casa paga già u n’imposta sul valore immobiliare detenuto ed è l’I mu, che nel 2024 ha consentito allo Stato di incassare l’astronomica cifra di 17 miliardi di euro, il livello più alto raggiunto negli ultimi cinque anni. Milionari e miliardari, quelli veri e non immaginati dai compagni, certo non hanno il problema di pagare una tassa sui palazzi che possiedono, ma non hanno neppure alcuna difficoltà a ingaggiare i migliori fiscali sti per sottrarsi alle pretese del fisco e, nel caso in cui neppure i professionisti sia no in grado di metterli al riparo dall’Agenzia delle entrate, possono sempre traslocare, spostando i propri soldi altrove. Come è noto, la finanza non ha confini e l’apertura dei mercati consente di portare le proprie attività dove è più conveniente. Quando proprio il Pd, all’e poca guidato da Matteo Renzi, decise di introdurre una flat tax per i Paperoni stranieri, migliaia di nababbi presero la residenza da noi. E se domani l’imposta venisse abolita probabilmente andrebbero altrove, seguiti quasi certamente dai ricconi italiani. Del resto, la Svizzera è vicina e, come insegna Carlo De Benedetti, è sempre pronta ad accogliere chi emigra con le tasche piene di soldi. Inoltre uno studio ha recentemente documentato che l’introduzione negli Usa di una patrimoniale per ogni dollaro incassato farebbe calare il Pil di 1 euro e 20 centesimi, con una perdita secca del 20 per cento. Risultato, la nuova lotta di classe di Elly Schlein e compagni rischia di colpire solo il ceto medio, cancellando gli sgravi fiscali e inasprendo le imposte patrimoniali. Quando Mario Monti, con al fianco la professoressa dalla lacrima facile, fece i compiti a casa per conto di Sarkozy e Merkel , l’Italia entrò in de pressione, ma oggi una patrimoniale potrebbe essere il colpo di grazia.
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Il toro iconico di Wall Street a New York (iStock)
Democratici spaccati sul via libera alla ripresa delle attività Usa. E i mercati ringraziano. In evidenza Piazza Affari: + 2,28%.
Il più lungo shutdown della storia americana - oltre 40 giorni - si sta avviando a conclusione. O almeno così sembra. Domenica sera, il Senato statunitense ha approvato, con 60 voti a favore e 40 contrari, una mozione procedurale volta a spianare la strada a un accordo di compromesso che, se confermato, dovrebbe prorogare il finanziamento delle agenzie governative fino al 30 gennaio. A schierarsi con i repubblicani sono stati sette senatori dem e un indipendente affiliato all’Asinello. In base all’intesa, verranno riattivati vari programmi sociali (tra cui l’assistenza alimentare per le persone a basso reddito), saranno bloccati i licenziamenti del personale federale e saranno garantiti gli arretrati ai dipendenti che erano stati lasciati a casa a causa del congelamento delle agenzie governative. Resta tuttavia sul tavolo il nodo dei sussidi previsti ai sensi dell’Obamacare. L’accordo prevede infatti che se ne discuterà a dicembre, ma non garantisce che la loro estensione sarà approvata: un’estensione che, ricordiamolo, era considerata un punto cruciale per gran parte del Partito democratico.
2025-11-10
Indivia belga, l’insalata ideale nei mesi freddi per integrare acqua e fibre e combattere lo stress
iStock
In autunno e in inverno siamo portati (sbagliando) a bere di meno: questa verdura è ottima per idratarsi. E per chi ha l’intestino un po’ pigro è un toccasana.
Si chiama indivia belga, ma ormai potremmo conferirle la cittadinanza italiana onoraria visto che è una delle insalate immancabili nel banco del fresco del supermercato e presente 365 giorni su 365, essendo una verdura a foglie di stagione tutto l’anno. Il nome non è un non senso: è stata coltivata e commercializzata per la prima volta in Belgio, nel XIX secolo, partendo dalla cicoria di Magdeburgo. Per questo motivo è anche chiamata lattuga belga, radicchio belga oppure cicoria di Bruxelles, essendo Bruxelles in Belgio, oltre che cicoria witloof: witloof in fiammingo significa foglia bianca e tale specificazione fa riferimento al colore estremamente chiaro delle sue foglie, un giallino così delicato da sfociare nel bianco, dovuto a un procedimento che si chiama forzatura. Cos’è questa forzatura?
Zohran Mamdani (Ansa)
Nella religione musulmana, la «taqiyya» è una menzogna rivolta agli infedeli per conquistare il potere. Il neosindaco di New York ne ha fatto buon uso, associandosi al mondo Lgbt che, pur incompatibile col suo credo, mina dall’interno la società occidentale.
Le «promesse da marinaio» sono impegni che non vengono mantenuti. Il detto nasce dalle numerose promesse fatte da marinai ad altrettanto numerose donne: «Sì, certo, sei l’unica donna della mia vita; Sì, certo, ti sposo», salvo poi salire su una nave e sparire all’orizzonte. Ma anche promesse di infiniti Rosari, voti di castità, almeno di non bestemmiare, perlomeno non troppo, fatte durante uragani, tempeste e fortunali in cambio della salvezza, per essere subito dimenticate appena il mare si cheta. Anche le promesse elettorali fanno parte di questa categoria, per esempio le promesse con cui si diventa sindaco.






