2020-05-26
Quella sentenza su Giovannini che Clivio scrisse per Palamara
La toga al pm: «Aggiungi una cosa». E lui: «Per il paragrafo 3 ho sputato sangue».L'onda lunga dell'inchiesta per corruzione, a carico di Luca Palamara, arriva anche a Bologna. L'ex procuratore aggiunto del capoluogo emiliano, Valter Giovannini, ha deciso infatti di controllare se, nelle migliaia di pagine di intercettazioni del procedimento di Perugia, ci sono tracce che riguardano il suo procedimento disciplinare. Quello che, nel 2017, lo ha portato alla sanzione della censura per aver «trascurato» le garanzie difensive e aver violato le norme processuali nell'interrogatorio, in qualità di testimone in una indagine su un furto di gioielli, di Vera Guidetti, farmacista di 62 anni che prima uccise la madre e poi si tolse la vita qualche giorno dopo essere stata ascoltata dal pubblico ministero bolognese. «La motivazione della mia sentenza disciplinare di condanna, redatta dal dottor Palamara, è stata scritta bene poiché confermata in Cassazione», ha dichiarato il magistrato, diventato famoso per il processo bolognese alla banda della Uno bianca. «Tuttavia per valutare meglio una eventuale istanza di revisione da presentare al Csm, poiché la legge consente, una volta concluse le indagini preliminari, a chiunque vi abbia interesse di richiedere copia di atti, ho incaricato il mio legale, avvocato Luca Moser, di inoltrare alla Procura di Perugia richiesta di conoscere se nelle intercettazioni vi siano riferimenti diretti o indiretti alla mia vicenda disciplinare. Lo devo a me stesso e a tutti coloro che hanno mostrato, in questi anni, stima e fiducia nei miei confronti». Il nostro giornale è in grado di anticipare però l'esito della ricerca perché effettivamente, nel corposo fascicolo umbro, ci sono diversi spunti che rimandano a Valter Giovannini, finito davanti al collegio disciplinare del Consiglio superiore della magistratura di cui facevano parte, oltre a Palamara, anche Nicola Clivio e Paola Balducci, indagata a Perugia per lo stesso reato contestato al boss di Unicost per i suoi disinvolti rapporti con l'imprenditore-lobbista Fabrizio Centofanti.Il 30 agosto 2017, ad esempio, Clivio dice a Palamara: «Tra stasera e domani ti mando il pezzo per la sentenza Giovannini». Sembrebbe, quindi, che nonostante sia Palamara l'estensore del provvedimento, un altro magistrato abbia contribuito alla sua redazione.Un paio di settimane dopo, siamo in prossimità del deposito della motivazione, Clivio si rivolge di nuovo al collega per suggerirgli alcuni interventi: «La premessa che abbiamo scritto insieme presuppone esposizione del fatto e quindi va dopo il paragrafo 2». Parrebbe, dunque, confermata l'ipotesi che entrambi abbiano partecipato all'estensione della motivazione della sentenza. Palamara risponde che ci aveva pensato, e domanda all'altro se gli piace il paragrafo 3 (per farlo «ho sputato sangue», sottolinea con enfasi). I colloqui via Whatsapp tra Clivio (non indagato) e il capocorrente Unicost proseguono con il primo che, vestendo quasi i panni del supervisore dell'intero lavoro, suggerisce a Palamara: «Secondo me dovresti aggiungere una cosa... poi ti dico a voce». Per qualche tempo, non ci sono più riferimenti espliciti agli episodi di Bologna. L'ultimo spunto su Valter Giovannini lo troviamo il 18 aprile 2018 quando ancora Clivio aggiorna il collega di Palazzo dei Marescialli della decisione della Corte di Cassazione: «Azz sentenza Giovannini confermata». Aggiungendo, subito: «Grande Ciccio».
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