2023-08-29
Domenica torna «Quattro ristoranti» con Alessandro Borghese
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Alessandro Borghese (Imagoeconomica)
Lo show condotto dallo chef, di ritorno su Sky alle 21.15 di domenica 3 settembre, celebra le tradizioni del territorio italiano con le nuove puntate girate fra Bassano del Grappa e l’Irpinia.
Lo show condotto dallo chef, di ritorno su Sky alle 21.15 di domenica 3 settembre, celebra le tradizioni del territorio italiano con le nuove puntate girate fra Bassano del Grappa e l’Irpinia.Esiste una verità innegabile, insindacabile: un eccesso di cucina ha travolto la televisione, un eccesso di fuochi e fornelli e chef assurti a santoni. La cucina è diventata troppo, e il troppo - come si dice - stroppia. Eppure, nel mare magnum di questo «troppo», dove ogni ulteriore programma (specie, se già visto) dovrebbe provocare una dolorosa forma di orticaria, c’è qualcosa che resiste. Uno zoccolo duro di format che, lungi dall’essere triti, sanno invece alimentare una forma confortevole di intrattenimento. Le copertine di Linus dell’autunno e dell’inverno, show come Quattro Ristoranti, di ritorno su Sky alle 21.15 di domenica 3 settembre.Quattro Ristoranti non è cambiato. Alessandro Borghese non è stato destituito. Il programma non è stato accompagnato da annunci trionfali di trasformazione, dalla promessa di una rivoluzione. Al contrario, il comunicato stampa voluto da Sky ha sottolineato e ribadito l’eterno ritorno dell’uguale, e un brivido di piacere ha scosso la nostra schiena. Perché Quattro Ristoranti, con i suoi «diesci» a location, menù, servizio e conto, con la sorpresa di un voto segreto che possa «ribaltare o confermare la situazione», è l’antidoto ad ogni mania di protagonismo. La cucina è diventata troppo, e in questo «troppo» televisivo i produttori hanno indetto una gara tutta loro: una corsa all’innovazione (presunta, spesso), un invito al «famolo strano», dove il maiale è stato appaiato ai marshmallows e i cuochi sfidati a provare ricette assurde. Pur di inserirsi in un mercato sovraffollato, emittenti e produttori hanno cercato la qualunque. Hanno fatto la qualunque, facendo parimenti il successo di chi, invece, si è chiamato fuori. Quattro Ristoranti, MasterChef, il meno popolare Little Big Italy hanno saputo tenere fede a se stessi. E, nel caso dello show condotto da Borghese, a un territorio, quello italiano, garbatamente estraneo alle pretese di globalizzazione della cucina internazionale. Quattro Ristoranti, le cui nuove puntate sono state girate fra Bassano del Grappa e l’Irpinia, ha saputo ancorarsi alla provincia ed esaltarla, ha saputo celebrare le tradizioni senza perciò mortificare l’ambizione di chi su quella tradizioni abbia cercato di costruire. E così, in questo equilibrio fra passato e presente, nel racconto di ciò che siamo (e mangiamo), ha riconnesso la cucina con il suo cuore pulsante. Furbescamente, pure. Quattro Ristoranti, come Little Big Italy, è riuscito infatti ad estendere in qualche modo i confini della cucina. A trasformarla in un viaggio, nel motore di una scoperta che parli di cultura e folklore. Ha scandagliato l’Italia e l’ha mostrata a chi avesse voglia di guardarla e conoscerla. L’ha portata fuori dai troppi studi che, in questi anni, hanno fatto a gara per contenerla. Ha cambiato i protagonisti della narrazione e sovvertito le gerarchie: non gli chef, ma i ristoratori - vestiti da clienti - si sono trovati a dare voti e giudizi. E che piacere guardarli, che piacere immedesimarsi. Che piacere, noi semplici spettatori, ritrovare seppur indirettamente la semplicità della tavola, riconoscerla come cosa nostra, come casa nostra.
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