2020-05-30
Quadruplicati gli sbarchi in Italia mentre preparavano la sanatoria
Sono 5.024 gli stranieri accolti dal nostro Paese nel 2020, contro i 1.561 dell'anno prima. Senza alcuna possibilità di rispettare le norme anti Covid. Ma i giallorossi pensano a smantellare i decreti Sicurezza.Da lunedì mattina i migranti clandestini presenti sul territorio italiano (e i datori di lavoro eventualmente disposti a sanare le loro situazioni) potranno presentare la domanda di regolarizzazione in virtù della nuova norma voluta dal ministro Teresa Bellanova. Vedremo quante saranno le richieste, ma la sensazione è che «l'immigrazione sommersa» funzioni un po' come una bottiglia bucata. Cerchiamo di mettere in regola gli stranieri, ma intanto continuiamo a far entrare migliaia e migliaia di irregolari. Stando ai dati forniti ieri dal Viminale, finora gli immigrati sbarcati sul suolo italiano nel 2020 sono 5.024. Lo scorso anno, nello stesso arco temporale, ne erano arrivati appena 1.561. Certo, sempre molti meno di quelli giunti nel 2018 (13.430), ma dobbiamo tenere presente che, nel mezzo - oltre a un calo delle partenze dovuto a fari fattori che potremmo definire «ambientali» - ci sono stati anche i decreti Sicurezza del governo a trazione Lega-5 stelle. E, ovviamente, ci sono stati i famigerati blocchi navali che potrebbero costare a Matteo Salvini un processo niente affatto simpatico, oltre che assurdo.In realtà i decreti Sicurezza sono ancora in piedi, ma l'intenzione dell'esecutivo - stando almeno a quanto dichiarato giorni fa da Luciana Lamorgese - è quella di smantellarli del tutto. Di fatto, anche ora non vengono applicati, a meno che non ci sia di mezzo qualche scadenza elettorale, nel qual caso invece le navi delle Ong vengono fermate eccome. Tra l'altro, disponendo la sanatoria, il governo si è anche premurato di fornire indicazioni in materia di accoglienza, spiegando che i migranti potranno essere ospitati pure negli Sprar (fino a ieri riservati ai soli profughi certificati) e che potranno essere individuate nuove strutture da destinare all'ospitalità degli stranieri (con conseguente lievitazione dei costi). Il combinato disposto di tutti questi fattori - uniti all'arrivo della bella stagione, al comportamento di Malta che devia ogni imbarcazione verso le nostre coste e al caos libico che si fa sempre più intenso - hanno prodotto un'impennata degli ingressi. Tra giovedì e ieri, solo a Lampedusa, sono sbarcate 187 persone, mentre altre 200 sono state riportate indietro dalla Guardia costiera libica. Nel solo mese di maggio, dunque, sono giunti qui 1.559 stranieri. Solo nell'ultima settimana, dunque si è registrato il 10% del totale degli sbarchi. Per avere una idea delle proporzioni, basti pensare che a maggio del 2019 sbarcarono in tutto 782 persone. Tradotto: negli ultimi 30 giorni gli arrivi sono raddoppiati, mentre dall'inizio dell'anno a oggi sono quasi quadruplicati. Senza contare i cosiddetti «sbarchi fantasma». Gli approdi registrati coinvolgono per lo più stranieri che, almeno sulla carta non avrebbero diritto all'accoglienza, almeno per ragioni legate all'instabilità politica: bengalesi, ivoriani, tunisini, sudanesi, algerini, marocchini...Il fatto è che ospitare tutti costoro e contemporaneamente rispettare le norme di sicurezza dovute all'emergenza coronavirus sta diventando troppo complicato. A Lampedusa l'hotspot (che può contenere fino a 200 persone) è già al completo. Piena pure la nave predisposta dal governo per la quarantena al largo della costa agrigentina. Il sindaco di Lampedusa, Totò Martello, da giorni si affanna per smentire le voci - circolate soprattutto online - sull'apertura di un nuovo centro di raccolta per migranti: «Fin quando io sarò sindaco, sull'isola non si realizzerà un secondo centro di accoglienza». Ma se gli arrivi procedono, visto che i trasferimenti negli altri Stati Ue sono per lo meno carenti (per non dire inesistenti), queste persone da qualche parte bisognerà pure metterle. E pure i trasferimenti in altri Comuni siciliani sono problematici. A Siculiana (Agrigento) è stato riaperto il vecchio centro di accoglienza di Villa Sikania, da cui nei giorni scorsi sono fuggiti circa 30 tunisini, restii ad affontare la quarantena. Gli abitanti del luogo sono comprensibilmente preoccupati, ma non sembra che il governo condivida i loro timori. In fondo, c'è prima da pensare alla sanatoria, no?
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)