2025-02-19
Il quadro clinico di Bergoglio è peggiorato ancora: polmonite bilaterale
Bollettino poco rassicurante: Francesco era stato ricoverato per bronchite, però l’infezione si è estesa: «Terapia complessa».La situazione clinica di papa Francesco è seria. Con il bollettino diffuso ieri sera si attesta che il quadro è «complesso». Peraltro ieri pomeriggio una serie di notizie hanno cominciato a rincorrersi più o meno incontrollate e che riguardavano il precipitare della situazione della salute del pontefice ricoverato al Policlinico Gemelli dal 14 febbraio per quella che si era rivelata essere un’«infezione polimicrobica delle vie respiratorie».Ieri pomeriggio, come attestato dal bollettino medico diffuso verso le 19, il Papa è stato sottoposto a una tac al torace di controllo, prescritta dall’equipe sanitaria vaticana e da quella medica del Gemelli, che «ha dimostrato l’insorgenza di una polmonite bilaterale che ha richiesto un’ulteriore terapia farmacologica». La situazione quindi si è complicata, come attestavano ieri alcune fonti riservate che già nel tardo pomeriggio parlavano di cardinali allertati per una situazione critica. «Gli esami di laboratorio, la radiografia del torace e le condizioni cliniche del Santo Padre», riporta il bollettino, «continuano a presentare un quadro complesso».L’infezione polimicrobica, «insorta su un quadro di bronchiectasie e bronchite asmatiforme», sempre come attestato dal bollettino, che secondo alcuni avrebbe determinato anche l’ausilio dell’ossigeno, ha un «quadro terapeutico complesso a cui si aggiunge ora quello per la polmonite bilaterale».Il testo diffuso dai sanitari rileva comunque che «ciononostante Papa Francesco è di umore buono», un passaggio che in un certo senso rassicura sulla coscienza e lo stato vigile, ma che non toglie la gravità della situazione, andava approfondendosi durante i giorni di ricovero. Solo ieri mattina infatti il bollettino parlava di «notte tranquilla», il Papa, scriveva la Sala stampa, «ha riposato, quindi stamani ha fatto colazione e si è dedicato come di consueto alla lettura di alcuni quotidiani». Gli impegni di Jorge Mario Bergoglio sono stati annullati fino a domenica, per la celebrazione della Santa Messa del Giubileo dei Diaconi, prevista per domenica 23 febbraio. Il Papa ha delegato S.E. Mons. Rino Fisichella a svolgere i suoi compiti. Fino, come detto, al peggioramento repentino verificatosi ieri pomeriggio, e le comunicazioni informali sull’«allarmismo ingiustificato» si sono trasformate di colpo in un tam-tam che ha fatto pensare al peggio, tanto che qualche voce parlava addirittura di situazione ormai difficilmente recuperabile. In leggero ritardo rispetto a lunedì, il comunicato già citato ha fugato il pericolo imminente, ma ha comunque cambiato di colpo il tenore della situazione clinica e dunque rimesso in fibrillazione l’inevitabile «circo», non solo mediatico, che si scatena quando iniziano a spirare venti di Conclave.La gravità della situazione non pare comunque avere fiaccato in modo decisivo la tenuta e le parziali capacità di lavoro del Santo Padre, il quale durante il suo soggiorno in ospedale ha proseguito con i suoi gesti di vicinanza alla parrocchia di Gaza, con la consueta telefonata al parroco padre Gabriel Romanelli, e non ha trascurato gli affari ecclesiali nominando don Giuseppe Luigi Spiga vescovo della Diocesi di Grajaú in Brasile. Sempre ieri Francesco ha accettato anche la dolorosa rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Baie-Comeau, in Canada, presentata da monsignor Jean-Pierre Blais, 75 anni, che è menzionato nell’elenco degli aggressori sessuali depositato nell’ambito della class action contro l’arcidiocesi di Quebec.Di certo per il popolo di fedeli appare urgente la preghiera per la salute del successore di Pietro che «chiede, con animo grato, che si continui a pregare per lui».
Il giubileo Lgbt a Roma del settembre 2025 (Ansa)
Mario Venditti. Nel riquadro, da sinistra, Francesco Melosu e Antonio Scoppetta (Ansa)