2024-05-29
Putin sfotte Stoltenberg: «Una volta non era demente». E Borrell sposa la linea Nato
Jens Stoltenberg e Vladimir Putin (Ansa)
Lo zar crea una zona cuscinetto a Kharkiv e avverte l’Occidente: «Attenti a quello con cui giocate». Anche l’Alto rappresentante Ue apre all’uso delle armi contro Mosca.Lunedì era stata la Lituania a paventare il rischio che la Russia stesse organizzando attentati terroristici in Europa. Ieri i servizi segreti russi, per voce del generale Vladimir Kulishov, capo del servizio di frontiera dell’intelligence, hanno rivelato che la Nato si starebbe esercitando per compiere attacchi nucleari contro Mosca. L’escalation, per ora verbale, nei rapporti diplomatici tra Cremlino e Occidente si fa giorno dopo giorno sempre più preoccupante. A soffiare sul fuoco negli ultimi giorni ci ha pensato Jens Stoltenberg. Le affermazioni del segretario generale della Nato relative all’eventuale utilizzo delle armi fornite dall’Occidente all’Ucraina in territorio russo hanno inevitabilmente sollevato un polverone con Vladimir Putin che è passato immediatamente al contrattacco con le minacce, parlando di rischio di guerra globale qualora truppe occidentali entrassero in Ucraina. «La Nato sia consapevole di ciò con cui sta giocando», ha ammonito lo zar dall’Uzbekistan, dove si trova in visita, «l’uso di missili occidentali per colpire in profondità il territorio russo porterà serie conseguenze. I Paesi europei, specie quelli con un piccolo territorio e un’alta densità di popolazione devono capire cosa rischiano prima di parlare di attacchi nel profondo del territorio russo. Dovrebbero capire con chi hanno a che fare. Le truppe occidentali possono avvicinare il conflitto globale». Ancora più decisa e diretta, invece, la minaccia rivolta alla Polonia: «Se alcuni contingenti di Paesi europei arriveranno insieme ai polacchi, alcuni torneranno a casa, i polacchi mai». Parole inequivocabili che lasciano poco spazio alle interpretazioni. Il presidente russo ne ha per tutti: prima ha invitato il Parlamento ucraino a destituire Volodymyr Zelensky in quanto «la costituzione ucraina non prevede l’estensione della presidenza oltre i termini»; poi ha attaccato direttamente Stoltenberg dandogli del demente: «Ricordo quando era il primo ministro norvegese e ancora non soffriva di demenza». Riguardo alla situazione militare al fronte, il capo del Cremlino ha inoltre ammesso che l’esercito russo sta cominciando a costruire una zona cuscinetto di sicurezza nella regione di Kharkiv. Proprio attorno alla seconda città più popolata dell’Ucraina sembrano ruotare gli equilibri della guerra, sia dal punto di vista militare che diplomatico. Sempre Stoltenberg, intervenuto a margine del Consiglio Difesa a Bruxelles, ha spiegato che «sarà sempre più difficile per gli ucraini difendersi, come hanno il diritto di fare in quanto Paese aggredito, senza colpire obiettivi militari legittimi in territorio russo». E se finora la linea del segretario generale della Nato ha creato malumori e divisioni soltanto all’interno dell’Alleanza atlantica, da ieri è finita dentro questa spaccatura anche l’Unione europea, trascinata da Josep Borrell. L’Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza ha di fatto sposato la linea dell’ex premier norvegese ritenendo lecito togliere le restrizioni all’uso delle armi occidentali a Kiev: «Alcuni Paesi Ue fino a poche settimane fa erano contrari a permettere all’Ucraina di usare le armi occidentali per colpire obiettivi militari in Russia, ma adesso hanno accettato di modificare questa limitazione», ha detto al termine del Consiglio di difesa, «va considerato il rischio escalation, ma va bilanciato con la necessità degli ucraini di difendersi. Così è una situazione asimmetrica». Un’eventualità su cui si è espresso nuovamente il Cremlino con il portavoce Dmitri Peskov che ha avvertito che Putin sa già come rispondere in caso di raid sulla Russia.Nel frattempo, dopo che lunedì il comandante delle forze ucraine, Alexander Syrsky, aveva diffuso la notizia dell’accordo firmato con la Francia per l’invio di istruttori militari francesi in Ucraina, ieri è arrivata la precisazione da parte del ministero della Difesa di Kiev: «A partire da febbraio 2024, l’Ucraina ha espresso interesse alla prospettiva di ricevere istruttori stranieri», si legge nella nota, «al momento siamo ancora in trattative con la Francia e altri Paesi su questo tema». Dopo la visita di Zelensky in Spagna, dove il patto siglato con Pedro Sánchez, che prevede un sostanzioso incremento degli aiuti militari fino a 1 miliardo di euro - che Madrid si impegna a garantire a Kiev entro la fine del 2024 - ha già creato tensioni all’interno della coalizione di maggioranza, il presidente ucraino è volato a Bruxelles per incontrare il primo ministro belga, Alexander De Croo, e il ministro della Difesa, Ludivine Dedonder: sul piatto la firma di un accordo bilaterale sulla sicurezza e la consegna di 30 F-16 entro il 2028, sui quali non è stato inserito alcun divieto di utilizzo in territorio nemico. Anche l’Olanda, come ha fatto sapere il ministro della Difesa, Kajsa Ollongren, a margine del Consiglio di difesa europeo, ha avanzato un’iniziativa volta a consegnare in tempi brevi un sistema di difesa aerea Patriot a Kiev: «Siamo impegnati con alcuni nostri partner ad assemblare i componenti, possiamo fornire all’Ucraina almeno un sistema completamente operativo in tempi brevi», ha detto Ollongren. Ucraina che incassa nuovamente il sostegno dell’asse franco-tedesco, con il cancelliere Olaf Scholz che nel corso della conferenza stampa congiunta insieme al capo dell’Eliseo, Emmanuel Macron ha ribadito: «La più alta priorità è sostenere l’Ucraina in forze. Abbiamo promesso che lo faremo così a lungo quanto necessario. Emmanuel e io siamo d’accordo sul fatto che si debba portare questo sostegno a un nuovo livello». Ancora più esplicito il presidente francese: «L’Ucraina deve poter colpire in Russia»
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