2025-10-03
Pur di andare contro il governo la sinistra si astiene sul piano di pace
La mozione della maggioranza sul sostegno al progetto Usa per la Striscia passa alla Camera, con il placet anche di Azione. Pd, M5s e Avs non votano. Bocciata la loro risoluzione sul riconoscimento della Palestina.A sinistra sono confusi, stanno affrontando un periodaccio: prima la disfatta alle Regionali nelle Marche, poi la missione in barca a vela degli attivisti a bordo della Global Sumud Flotilla si è arenata; ora la discussione parlamentare sulla crisi mediorientale e sul piano di pace per Gaza promosso dagli Stati Uniti ha dato il colpo di grazia. Dopo le comunicazioni rese dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani, l’Aula della Camera si è trovata a votare cinque diverse risoluzioni e ha approvato la risoluzione della maggioranza che introduce per la prima volta l’ipotesi di un «riconoscimento condizionato» dello Stato di Palestina. Tra i dieci impegni previsti dalla risoluzione figura anche il sostegno al rapido e sicuro rientro in Italia degli attivisti della Flotilla.Il centrodestra ha presentato due testi: uno in sostegno al piano di Donald Trump e un altro che apre al «riconoscimento condizionato» dello Stato di Palestina, subordinato alla liberazione degli ostaggi e al ritiro di Hamas da Gaza. Accanto, Italia Viva e +Europa hanno depositato proposte alternative, entrambe favorevoli a una soluzione «due popoli, due Stati» e comunque ancorate al progetto americano. Ma a sinistra del partito di Matteo Renzi le idee sono poche e ben confuse e non si è mai contenti. Volevano l’attenzione sulla Palestina, l’hanno ottenuta, ma non va bene lo stesso. È stata presentata una mozione unitaria a firma Pd, Movimento 5 stelle e Alleanza verdi e sinistra. Nel documento si chiede un riconoscimento immediato della Palestina nei confini del 1967, senza condizioni preliminari, e una condanna esplicita dell’intervento della Marina israeliana contro la Flotilla. Mozione respinta.La prima a puntare il dito è stata la dem Laura Boldrini, che ha attaccato il titolare della Farnesina: «Questa notte (vale a dire la notte tra l’1 e il 2 ottobre, ndr) Israele ha compiuto l’ennesimo reato fermando e, in alcuni casi, assaltando con idranti le barche della Flotilla in acque internazionali. Tra quelle barche ce n’erano alcune che battevano bandiera italiana e nostri concittadini erano anche su altre imbarcazioni». Per la dem, «un governo che si dice “patriota” dovrebbe condannare duramente un atto del genere». Ed eccola attaccare sul nodo politico del riconoscimento della Palestina: «Invocare l’unità del parlamento su un testo che riconosce la Palestina solo a condizione che Hamas si ritiri è una provocazione: uno Stato o si riconosce o non si riconosce, non ci sono se e ma, come hanno dimostrato tutti gli altri Paesi che lo hanno fatto anche recentemente all’Onu». Il centrosinistra continua a essere disorientato. Delegittima la strategia delineata da Washington e rimette la scelta nelle mani dei gazawi: «Sono i palestinesi che devono poter decidere cosa vogliono per il loro futuro, non Trump d’accordo con Benjamin Netanyahu e sostenuto da Tony Blair». Eppure, anche papa Leone XIV nei giorni scorsi aveva detto che il piano ideato da Trump potrebbe essere «realizzabile» e che sperava nella capitolazione di Hamas davanti a queste condizioni di pace. Al contrario, il leader di Italia viva, Renzi, ha rivendicato un approccio più pragmatico: «Voteremo la mozione di maggioranza pur non condividendo alcuni toni usati dal vicepresidente del Consiglio e voteremo la mozione delle opposizioni pur non condividendo la totalità delle considerazioni, e naturalmente ci auguriamo che venga votata la nostra che tenta di mettere in fila i punti concreti per arrivare davvero alla pace a Gerusalemme».Il governo ha difeso con forza il testo approvato, sostenendo che rappresenti un passo concreto nella direzione di una soluzione politica. Per il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè, di Forza Italia, il contributo del partito di Carlo Calenda ha rafforzato la proposta: «A una delle mozioni proposte oggi dalla maggioranza si è aggiunta anche Azione che, in questo caso, ha mostrato una grande responsabilità e maturità».Nelle comunicazioni rese alla Camera, Tajani ha sottolineato il duplice impegno del governo: garantire la sicurezza dei cittadini italiani fermati in Israele e mantenere un ruolo attivo nel processo diplomatico. «Il numero dei nostri connazionali fermati è ora di 40. Sono tutti in buone condizioni, assistiti dai Consolati italiani a Tel Aviv e Gerusalemme. Stiamo lavorando affinché possano rientrare già da venerdì (oggi, ndr)».Il ministro ha ribadito la linea di equilibrio che il governo intende seguire: «La crisi umanitaria nella Striscia è inaccettabile. Gaza non è Hamas, i palestinesi non sono Hamas: sono le prime vittime dei terroristi. Come saremo sempre amici del popolo palestinese, così siamo amici del popolo di Israele. Ma abbiamo chiesto a Tel Aviv di fermare le violazioni del diritto internazionale umanitario».