2024-09-07
Promosso dal Maxxi al dicastero. Per Giuli è la grande occasione
Sergio Mattarella e Alessandro Giuli (Ansa)
Il premier evita rimpasti e strascichi archiviando la vicenda con un giuramento lampo.È Alessandro Giuli il nuovo ministro della Cultura. Nominato ieri, intorno alle 17.30, immediatamente dopo le dimissioni dell’ormai ex Gennaro Sangiuliano. Nessun totonomi, segno che il suo profilo era già tra i papabili da qualche giorno. Giornalista, ex direttore di Tempi, ha lavorato al Foglio dove dal 2008 ha ricoperto la carica di vicedirettore fino a diventare condirettore nel 2017. Ha collaborato con Linkiesta, il Tempo, Libero e il Corriere dell’Umbria. In televisione era ospite fisso della trasmissione Patriae su Rai 2, di Annalisa Bruchi, poi ha condotto Seconda Linea con Francesca Fagnani. Dal dicembre 2022 è stato nominato proprio dal ministro Sangiuliano presidente della fondazione Maxxi. Romano, classe 1975, ha studiato filosofia all’università di Roma La Sapienza prima di lasciare e di dedicarsi alla carriera di giornalista. È sposato con una collega giornalista, due figli. Per il resto si sa poco, geloso della sua vita privata, possiede da sempre una spiccata passione per la cultura. Il suo insomma è considerato un profilo serio, per questo erano pochi i possibili competitor. Si era fatto il nome anche di Pietrangelo Buttafuoco, poco disposto però a lasciare il suo attuale incarico nella Laguna, dove ricopre il ruolo di presidente della Fondazione La Biennale di Venezia da quasi un anno. Nominato nell’ottobre 2023 sempre dal ministro Sangiuliano. Giorgia Meloni, nel prendere atto «delle irrevocabili dimissioni di Sangiuliano», ha detto che il nuovo ministro «proseguirà l’azione di rilancio della cultura nazionale, consolidando quella discontinuità rispetto al passato che gli italiani ci hanno chiesto e che abbiamo avviato dal nostro insediamento a oggi». Erano vari gli scenari che si prospettavano dinanzi al premier. Avrebbe potuto attendere la nomina di Raffaele Fitto come commissario europeo per avviare un mini rimpasto, ma ha deciso di agire subito, anche per la brutta piega che stava prendendo la vicenda Sangiuliano-Boccia. Immediata la reazione del collega ministro, nonché vicepremier, Matteo Salvini , che pure aveva fatto notare più di qualche malumore per la vicenda: «Un abbraccio e un ringraziamento a Gennaro Sangiuliano per questi due anni. Benvenuto e buon lavoro ad Alessandro Giuli».«Il nuovo ministro, con il quale ho collaborato a lungo in questo periodo, perché era alla guida del Maxxi e abbiamo collaborato per la ricostruzione della cattedrale di Odessa, è un uomo di cultura e di qualità. Farà sicuramente bene», il commento dell’altro vicepremier, Antonio Tajani. «Sono contento per Giuli. È una persona altrettanto competente e sono dispiaciuto per l’amico Gennaro Sangiuliano, della cui amicizia mi onoro perché è una persona perbene e ministro competente». Lo ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. Il suo giuramento al Quirinale, ieri alle 19, alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e del premier Meloni, accompagnato dal sottosegretario Alfredo Mantovano. Non sarà un percorso facile quello di Giuli che al pronti via si ritroverà subito ad avere a che fare con il G7 Cultura previsto dal 19 al 21 settembre in Campania. Mancano alcuni dettagli, come la messa a punto della serata del secondo giorno, a Pompei, la città di origine della pietra dello scandalo Maria Rosaria Boccia. Dopo la visita agli scavi e la foto di rito era previsto il concerto dell’Orchestra Scarlatti di Napoli, diretta da Beatrice Venezi, e poi la cena nella Palestra grande. Bisogna capire se si potrà mantenere il programma visto che Boccia ha detto di conoscere «il percorso principale, i percorsi alternativi per i ministri al G7 e i dettagli dell’organizzazione». La buccia di banana è dietro l’angolo ed è chiaro che per la sicurezza sarà un problema. Una grana che dovrà risolvere il nuovo ministro, a costo di dover modificare il programma.
Il fiume Nilo Azzurro nei pressi della Grande Diga Etiope della Rinascita (GERD) a Guba, in Etiopia (Getty Images)