
Armata di ex dc di sinistra guidati dal Professore prova, con il tassatore Ruffini, a ricostruire per l’ennesima volta una Balena bianca progressista. Non la vuole nessuno, ma è un progetto che ha l’ok del capo dello Stato.Già la chiamano la nuova Balena bianca, ma in realtà è la solita sardina rossa, sottoposta a un candeggio per sembrare presentabile agli occhi dell’elettorato. Del resto, a guidarla c’è l’immarcescibile Romano Prodi, un uomo per tutte le stagioni, passato da Ciriaco De Mita a Massimo D’Alema, che lo scelse per consentire alla sinistra di conquistare Palazzo Chigi. La storia ci racconta come finì la corsa: il professor Mortadella lanciato contro una linea morta, liquidato in meno di due anni con un ribaltone che lo sostituì con l’allora segretario dei Democratici di sinistra giusto in tempo per consentire agli aerei della Nato e a quelli italiani di alzarsi in volo per bombardare Belgrado. Adesso l’ex presidente dell’Iri in formato scudocrociato, nonché ex premier ed ex capo della Ue, ci riprova. Con una serie di vecchi arnesi Dc, tra cui Pierluigi Castagnetti e Graziano Delrio, a cui di recente si è unito un figlio d’arte, ossia Ernesto Maria Ruffini, erede di un ex ministro della Democrazia cristiana degli anni Sessanta, il 18 di gennaio fonderà Comunità democratica, con l’obiettivo di far capire (ovviamente agli italiani) che «la cultura politica dei cattolici democratici può dare molto al Paese».Prodi e compagnia bella non sono neppure sfiorati dall’idea che il gruppo da loro rappresentato abbia già dato tanto e nessuno in Italia senta il bisogno di un bis. Il quartetto dei partecipanti, tre ex parlamentari più l’ex dirigente dell’Agenzia delle Entrate, neppure sospetta di sfiorare il ridicolo rifondando la Dc, ma al contrario. Non più Democrazia cristiana, ma Comunità democratica.Negli ultimi trent’anni sono stati numerosi i tentativi di rianimazione della Balena bianca. Finita la Dc, di cui i cattocomunisti vollero cancellare anche il nome preferendo ribattezzarla Ppi in ricordo delle origini, sono sorti l’Udc e l’Udeur, oltre a molte altre imitazioni, ultima delle quali denominata Margherita. Nonostante ci abbiano provato in molti, soprattutto a sinistra, tuttavia nessuno è mai riuscito a riportare in vita lo scudocrociato.La rifondazione democristiana, sebbene sia passato più di un quarto di secolo dalla scomparsa dell’originario partito, è rimasta un sogno. Nel 1996, Prodi accettò di fare il paravento di D’Alema, consentendogli di vincere le elezioni. E nel 2006 replicò, ma in entrambi i casi i comunisti, veri azionisti di maggioranza dell’esecutivo, lo liquidarono. Ora, a 85 anni suonati, invece di darsi pace, il professor Mortadella ci riprova, al grido di Balena bianca trionferà.Dunque, alle prossime elezioni, oltre ai già noti Matteo Renzi e Carlo Calenda alla ricerca di un centro di gravità permanente che, con il 2%, consenta di restare in Parlamento, rischiamo di trovarci pure alcune cariatidi democristiane e un giovane virgulto di nome Ernesto Maria Ruffini, già renziano ma, soprattutto, già accreditato presso gli italiani come l’uomo delle tasse, delle cartelle pazze e di ingiunzioni fiscali che Giorgia Meloni bollò come pizzo di Stato.Vedremo come finirà, anche se le premesse (un esattore in compagnia di un ex premier al quale si deve un’imposta straordinaria per entrare nell’euro) non paiono delle migliori. In attesa di assistere al debutto del nuovo Comitato di liberazione nazionale, resta da capire se la nuova Cd (leggasi Dc) goda della benedizione di Sergio Mattarella che ai rifondatori della Margherita è unito non soltanto dalla vicinanza politica (anche lui è un ex democristiano e anche lui è cresciuto all’ombra della sinistra cattolica), ma anche dalla prefazione all’ultimo libro di Ruffini.Quello del presidente della Repubblica sarebbe una sorta di certificato di autenticità, un sigillo sulle future mosse del nuovo partito che ci farebbe capire molto di ciò che ci attende. In attesa di lumi, prepariamoci stasera a sentire dalla viva voce del capo dello Stato il sermone per l’anno che verrà. Il discorso, prima ancora di essere tenuto, è già salutato da numerosi peana. Siamo, infatti, prossimi alla beatificazione di Mattarella.
Antonio Scoppetta (Ansa)
- Nell’inchiesta spunta Alberto Marchesi, dal passato turbolento e gran frequentatore di sale da gioco con toghe e carabinieri
- Ora i loro legali meditano di denunciare la Procura per possibile falso ideologico.
Lo speciale contiene due articoli
92 giorni di cella insieme con Cleo Stefanescu, nipote di uno dei personaggi tornati di moda intorno all’omicidio di Garlasco: Flavius Savu, il rumeno che avrebbe ricattato il vicerettore del santuario della Bozzola accusato di molestie.
Marchesi ha vissuto in bilico tra l’abisso e la resurrezione, tra campi agricoli e casinò, dove, tra un processo e l’altro, si recava con magistrati e carabinieri. Sostiene di essere in cura per ludopatia dal 1987, ma resta un gran frequentatore di case da gioco, a partire da quella di Campione d’Italia, dove l’ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti è stato presidente fino a settembre.
Dopo i problemi con la droga si è reinventato agricoltore, ha creato un’azienda ed è diventato presidente del Consorzio forestale di Pavia, un mondo su cui vegliano i carabinieri della Forestale, quelli da cui provenivano alcuni dei militari finiti sotto inchiesta per svariati reati, come il maresciallo Antonio Scoppetta (Marchesi lo conosce da almeno vent’anni).
Mucche (iStock)
In Danimarca è obbligatorio per legge un additivo al mangime che riduce la CO2. Allevatori furiosi perché si munge di meno, la qualità cala e i capi stanno morendo.
«L’errore? Il delirio di onnipotenza per avere tutto e subito: lo dico mentre a Belém aprono la Cop30, ma gli effetti sul clima partendo dalle stalle non si bloccano per decreto». Chi parla è il professor Giuseppe Pulina, uno dei massimi scienziati sulle produzioni animali, presidente di Carni sostenibili. Il caso scoppia in Danimarca; gli allevatori sono sul piede di guerra - per dirla con la famosissima lettera di Totò e Peppino - «specie quest’anno che c’è stata la grande moria delle vacche». Come voi ben sapete, hanno aggiunto al loro governo (primo al mondo a inventarsi una tassa sui «peti» di bovini e maiali), che gli impone per legge di alimentare le vacche con un additivo, il Bovaer del colosso chimico svizzero-olandese Dsm-Firmenich (13 miliardi di fatturato 30.000 dipendenti), capace di ridurre le flatulenze animali del 40%.
Matteo Bassetti (Imagoeconomica)
L’infettivologo Matteo Bassetti «premiato» dal governo che lui aveva contestato dopo la cancellazione delle multe ai non vaccinati. Presiederà un gruppo che gestirà i bandi sui finanziamenti alla ricerca, supportando il ministro Anna Maria Bernini. Sarà aperto al confronto?
L’avversione per chi non si vaccinava contro il Covid ha dato i suoi frutti. L’infettivologo Matteo Bassetti è stato nominato presidente del nuovo gruppo di lavoro istituito presso il ministero dell’Università e della Ricerca, con la funzione di offrire un supporto nella «individuazione ed elaborazione di procedure di gestione e valutazione dei bandi pubblici di ricerca competitivi».
Sigfrido Ranucci (Imagoeconomica)
- La trasmissione lancia nuove accuse: «Agostino Ghiglia avvisò Giorgia Meloni della bocciatura del dl Riaperture». Ma l’attuale premier non ebbe alcun vantaggio. Giovanni Donzelli: «Il cronista spiava l’allora leader dell’opposizione?». La replica: «Sms diffusi dal capo dell’autorità».
- Federica Corsini: «Contro di me il programma ha compiuto un atto di violenza che non riconosce. Per difendersi usa la Rai».






