2022-02-05
Presidente, la dignità bisogna darla anche agli invisibili della pandemia
Sergio Mattarella ha invitato le Camere a non scordarsi di anziani, donne, detenuti e migranti. Ma non ha speso una parola per gli italiani esclusi da tutto perché renitenti al siero. Sono milioni e devono essere tutelati.Hanno tolto loro diritti e servizi in modo arbitrario. Sono diventati capri espiatori senza alcun fondamento scientifico. Vengono dileggiati, mostrificati o ignorati dall'opinione pubblica. Di fatto, sono milioni gli "invisibili" che, a prescindere dalla bontà o meno delle loro ragioni, vengono privati del lavoro e non solo in virtù di provvedimenti spericolati e quasi unici nelle democrazie occidentali. Vogliamo raccontare - anche - le loro storie. Scriveteci a invisibili@laverita.infoI cronisti parlamentari, quelli che hanno accolto con un torrente di saliva la rielezione di Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica, hanno contato quante volte nel suo discorso il capo dello Stato ha citato il sostantivo «dignità». Pare che il presidente ne abbia fatto un uso smodato: 18 volte su un intervento di 38 minuti lordi, comprensivi cioè di 55 interruzioni causa applausi.Per l’inquilino del Quirinale, la dignità è una pietra angolare contro il razzismo e l’antisemitismo, ma anche nella lotta alla povertà e nell’assistenza agli anziani, che non possono essere lasciati in solitudine. La dignità è indispensabile per impedire la violenza sulle donne e poi è necessaria per evitare che una lavoratrice sia costretta a scegliere fra il suo impiego e la maternità. C’è quindi la dignità di chi è ristretto in carcere e ambisce a essere reinserito in società, per non parlare poi della dignità delle persone disabili, ma anche di quella di un Paese che dev’essere libero dalle mafie e deve garantire un’informazione indipendente. Per finire, non poteva mancare la dignità dei migranti, che mette a dura prova la dignità di chi si oppone all’invasione. Insomma, Mattarella aveva dignità da spargere in grande abbondanza e infatti non ha risparmiato le citazioni, ripetendo il concetto più volte. L’unica dignità di cui il presidente della Repubblica, cioè il presidente di tutti, si è dimenticato, e che ovviamente i cronisti si sono ben guardati dal segnalare nei loro articoli, è quella di alcuni milioni di italiani che, grazie ai provvedimenti del governo, sono stati privati dei diritti costituzionali, ossia della possibilità di circolare liberamente e di fruire di servizi essenziali. Ecco, se per i detenuti e i migranti, per le minoranze e per i disoccupati il capo dello Stato ha chiesto dignità, invitando il Parlamento a una riflessione sui temi sociali, per quei milioni di italiani che hanno deciso di non offrire il braccio alla patria, oppure l’hanno offerto due volte ma non intendono farlo la terza, beh, Mattarella, il presidente di tutti, non ha speso una parola. Sì, nonostante la tolleranza, il rispetto, l’invito a riflettere «sul significato etico e culturale che riguarda il valore delle persone e chiama in causa l’intera società», non hanno trovato spazio i cittadini che hanno scelto di non vaccinarsi o, più semplicemente, hanno deciso di rinviare la terza dose, non persuasi delle argomentazioni confuse e poco convincenti del ministro della Salute, Roberto Speranza, e dei suoi compagni. Difficile pensare che Mattarella abbia avuto parole per ogni minoranza, sollecitando il Parlamento a mantenere un atteggiamento dignitoso nei confronti dei detenuti, dei migranti, di chi è oggetto di discriminazione, dei precari, ma anche del diritto alla libertà di informazione, e poi si sia dimenticato di chi è escluso per legge dalla vita sociale. Chi non si è vaccinato può sbagliare, le sue opinioni possono non essere condivise. Così come si possono discutere e contestare le idee di chi è riluttante a ricevere il famoso booster. Tuttavia, a quei milioni di italiani che hanno deciso diversamente non può essere tolta la dignità. Soprattutto, non possono essere privati dei diritti che la Costituzione riconosce a ogni cittadino. Forse in queste settimane il capo dello Stato era particolarmente impegnato a preparare gli scatoloni per il trasloco. Forse i lavori di trasferimento dal Quirinale alla casa presa in affitto si sono dovuti interrompere a causa delle liti di un Parlamento inconcludente e Mattarella ha avuto i suoi grattacapi, costretto a rimettere ogni cosa al proprio posto, rinunciando alla quiete dopo il Quirinale. Però, visto che lassù sul Colle lavorano alcune migliaia di persone e ci risulta che il presidente disponga di un efficientissimo ufficio stampa, qualcuno lo avrà avvisato della situazione che sta degenerando nel Paese, con le persone non in possesso del super green pass che si sono viste annullare interventi chirurgici già programmati e pazienti che si sono visti cancellare visite in ospedale. La Costituzione, articolo 32, stabilisce che la Repubblica tutela la salute di ogni cittadino e, aggiungiamo noi, lo dovrebbe fare con pari dignità. Il capo dello Stato, che ha ricoperto anche l’incarico di giudice costituzionale, di certo queste cose le sa benissimo. Dunque, com’è possibile che questi cittadini, vessati e insultati per una loro libera scelta, non possano godere della stessa dignità che il presidente invita a riservare a migranti e detenuti? Forse chi non si è vaccinato, o si è vaccinato con sole due dosi, ha meno dignità di un pregiudicato o di un clandestino, per cui non merita neppure una citazione in un discorso presidenziale? E in Parlamento, quegli onorevoli che hanno applaudito 55 volte, quasi due volte al minuto, non hanno notato la clamorosa lacuna nell’intervento del capo dello Stato? Ricordo che al momento gli italiani vaccinati sono 48 milioni, ma di questi solo 34 milioni hanno ricevuto la terza dose. Significa che 14 milioni in teoria non sono in regola con il super green pass e dunque presto potrebbero trovarsi nelle condizioni di quei 5 o 6 milioni di cittadini che hanno scelto di non vaccinarsi, diventando italiani di serie B. Anzi invisibili, per lo meno agli occhi della politica. Forse il Parlamento e il presidente ritengono i renitenti al vaccino privi di dignità, disertori sul fronte della grande guerra anti Covid. Io non credo che le cose stiano così. Tuttavia, ricordo a tutti che anche i renitenti prima o poi votano.
Ecco #DimmiLaVerità del 31 ottobre 2025. Ospite il senatore di FdI Guido Castelli. L'argomento del giorno è: " I dettagli della ricostruzione post terremoto in Italia Centrale"
Foto Pluralia
La XVIII edizione del Forum Economico Eurasiatico di Verona si terrà il 30 e 31 ottobre 2025 al Çırağan Palace di Istanbul. Tema: «Nuova energia per nuove realtà economiche». Attesi relatori internazionali per rafforzare la cooperazione tra Europa ed Eurasia.
Il Forum Economico Eurasiatico di Verona si sposta quest’anno a Istanbul, dove il 30 e 31 ottobre 2025 si terrà la sua diciottesima edizione al Çırağan Palace. L’evento, promosso dall’Associazione Conoscere Eurasia in collaborazione con la Roscongress Foundation, avrà come tema Nuova energia per nuove realtà economiche e riunirà rappresentanti del mondo politico, economico e imprenditoriale da decine di Paesi.
Dopo quattordici edizioni a Verona e tre tappe internazionali — a Baku, Samarcanda e Ras al-Khaimah — il Forum prosegue il suo percorso itinerante, scegliendo la Turchia come nuova sede di confronto tra Europa e spazio eurasiatico. L’obiettivo è favorire il dialogo e le opportunità di business in un contesto geopolitico sempre più complesso, rafforzando la cooperazione tra Occidente e Grande Eurasia.
Tra le novità di questa edizione, un’area collettiva dedicata alle imprese, pensata come piattaforma di incontro tra aziende italiane, turche e russe. Lo spazio offrirà l’occasione di presentare progetti, valorizzare il made in Italy, il made in Turkey e il made in Russia, e creare nuove partnership strategiche.
La Turchia, ponte tra Est e Ovest
Con un PIL di circa 1.320 miliardi di dollari nel 2024 e una crescita stimata al +3,1% nel 2025, la Turchia è oggi la 17ª economia mondiale e membro del G20 e dell’OCSE. Il Paese ha acquisito un ruolo crescente nella sicurezza e nell’economia globale, anche grazie alla sua industria della difesa e alla posizione strategica nel Mar Nero.
I rapporti con l’Italia restano solidi: nel 2024 l’interscambio commerciale tra i due Paesi ha toccato 29,7 miliardi di euro, con un saldo positivo per l’Italia di oltre 5,5 miliardi. L’Italia è il quarto mercato di destinazione per l’export turco e il decimo mercato di sbocco per quello italiano, con oltre 430 imprese italiane già attive in Turchia.
Nove sessioni per raccontare la nuova economia globale
Il programma del Forum si aprirà con una sessione dedicata al ruolo della Turchia nell’economia mondiale e proseguirà con nove panel tematici: energia e sostenibilità, cambiamento globale, rilancio del manifatturiero, trasporti e logistica, turismo, finanza e innovazione digitale, produzione alimentare e crescita sostenibile.
I lavori si svolgeranno in italiano, inglese, russo e turco, con partecipazione gratuita previa registrazione su forumverona.com, dove sarà disponibile anche la diretta streaming. Il percorso di avvicinamento all’evento sarà raccontato dal magazine Pluralia.
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