2019-10-22
Premier e Gualtieri ricevono pernacchie. Manovra ostaggio dei quattro litiganti
Il faccia a faccia Conte-Di Maio non sblocca i veti incrociati. Il ministro tratta con M5s, Pd, Leu e Iv ma il testo è fuori dal cdm.La giornata è iniziata sotto i peggiori auspici. Ai rappresentanti della maggioranza di governo è bastato leggere i principali quotidiani per farsi una idea del livello di disagio e della complessità delle faide reciproche. In mattinata Giuseppe Conte e il leader grillino, Luigi Di Maio, si sono incontrati per scambiarsi le accuse reciproche. Il prima aveva detto: «Chi sabota la manovra fuori dal governo». Il secondo ha replicato: «Abbiamo tre condizioni senza il rispetto delle quali salta la manovra». Trovare un punto d'accordo non è risultato per nulla facile. Tant'è che il vertice di maggioranza previsto per le 17 è iniziato a ora di cena. E il Consiglio dei ministri, previsto per le 19 è scivolato in tarda sera. Soprattutto è stato svuotato. Avrebbe dovuto contenere il decreto fiscale, approvato una settimana fa salvo intese, modificato già 5 volte, e la bozza di manovra, invece è stato convocato per discutere delle agevolazioni fiscali del terremoto e di altri decreti di infima importanza, tra cui l'aggiornamento delle norme sullo sportello telematico dell'automobilista. Esce dall'ordine del giorno anche la proposta del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, sul carcere per i grandi evasori. In pratica, l'unica voce del Consiglio dei ministri che potrebbe dare adito ai 5 stelle di scatenare il litigio e la spaccatura è l'ultima della lista quella denominata varie ed eventuali. Sebbene l'andazzo porta nella direzione opposta. Non tanto perché sulle commissioni per i Bancomat e sull'obbligo per i commercianti di istallare Pos si sia trovato un accordo di fondo. Ma perché Conte sembra aver deciso di requisire la palla e buttarla in un altro campo di gioco. Soprattutto se si sceglierà di non riportare più in cdm il decreto fiscale e farlo discutere direttamente al Parlamento. Una scelta che evita il litigio in fase di cdm, ma che offre la guancia a una lunga serie di sberle. Sia i partiti di minoranza che quelli di maggioranza potranno sbizzarrirsi nell'inserire migliaia di emendamenti. Non che ci sia il rischio di peggiorare un testo che già non ha una logica, ma c'è la possibilità che esca un decreto completamente stravolto in grado di rivelarsi un vantaggio per un singolo partito. Le indicazioni ai deputati da parte dei segretari sono, infatti, già state diffuse. Ieri mattina Matteo Renzi, ha bocciato la sugar tax. «Abbiamo bloccato i 23 miliardi di Iva e oggi sono rimasti 200 milioni di sugar tax, e io non sono d'accordo. Dobbiamo prendere l'impegno a evitare anche la sugar tax». Stesso discorso su quota 100. Mentre i grillini insistono nel voler riformulare le norme contro le partite Iva. Nonostante nel frattempo si siano moltiplicati i richiami allo spirito di squadra. «Ogni anno», ha detto il ministro della Cultura e capo delegazione del Pd al governo, Dario Franceschini, «dimentichiamo quello che è successo negli anni precedenti. Quando si discute una manovra c'è sempre una discussione tra le forze politiche. L'importante è che avvenga con buon senso, equilibrio, senza risse tra le parti di maggioranza». Il Consiglio dei ministri», ha puntualizzato anche il ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano, «deve deliberare in via definitiva la manovra, cosa che abbiamo già fatto, ma ci sono alcun dettagli tecnici da definire. Nessuno però deve mettere in discussione il lavoro fatto e, soprattutto, gli accordi che abbiamo sottoscritto quando abbiamo dato vita al governo». A chiudere i battibecchi politici ci ha pensato Matteo Salvini con uno scioglilingua. «Renzi attacca Conte, Conte attacca Di Maio, Zingaretti attacca tutti, la Raggi s'attacca ai bidoni dell'immondizia, non è normale scherzare sulle tasse o la tassa sulle bibite gassate», ha detto il leader leghista. «Hanno aumentato la tassa sugli affitti concordati, in manovra economica c'è l'aumento delle accise sui diesel euro 3 ed euro 4. Mi sembra che in un mese stiano litigando più di quanto non abbiamo fatto in un anno», ha concluso Salvini.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)