2022-02-03
Pregliasco indagato. Ma il pm chiede di archiviare il caso
Fabrizio Pregliasco (Ansa)
Il gip deve decidere sull’accusa di «interruzione di pubblico servizio». I non vaccinati respinti dal Galeazzi attendono ancora.La richiesta di archiviazione è una doppia notizia. Da nessuna parte, infatti, era trapelato che Fabrizio Pregliasco fosse indagato per interruzione di pubblico servizio. Dopo la trasmissione Fuori dal coro, condotta da Mario Giordano su Rete 4, che lo scorso 18 gennaio aveva rivelato discriminazioni ai danni di pazienti non vaccinati, il direttore sanitario dell’Istituto ortopedico Galeazzi di Milano era stato sentito dal procuratore aggiunto, Tiziana Siciliano. Il professore aveva spiegato che non si trattava di voluta esclusione di pazienti in base alla vaccinazione, ma che erano stati «riprogrammati e posticipati solo gli interventi non urgenti» e che comunque il fine era quello di «riorganizzare e ottimizzare le sale operatorie». Sembrava che il chiarimento fosse finito lì, in quella convocazione al Palazzo di giustizia diciamo pure dovuta, visto il clamore suscitato da quelle testimonianze in tv, invece la Procura di Milano ha aperto un procedimento penale nei confronti di Pregliasco.L’ipotesi di reato è violazione dell’articolo 355 del codice penale, che sanziona la condotta che abbia comportato l’interruzione del servizio pubblico, così pure il comportamento che abbia inciso semplicemente sul regolare svolgimento servizio pubblico. Lo si legge nel documento datato 31 gennaio, dove la Siciliano ritiene infondata la notizia di reato «in quanto gli elementi acquisiti nelle indagini preliminari non appaiono idonei a sostenere l’accusa in giudizio», e per questo chiede al gip l’archiviazione del procedimento. Dunque la Procura ha aperto un fascicolo nei confronti del direttore sanitario del Galeazzi, Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs) che riceve diversi fondi ministeriali. Non si era limitata a prendere atto della versione dei fatti del professore e a chiuderla lì. Nella trasmissione Fuori dal coro, lo ricordiamo, alcuni pazienti avevano raccontato di essere stati cancellati dalla lista d’attesa per interventi chirurgici, in quanto senza vaccino. «Abbiamo ricevuto indicazione a riguardo proprio dal professor Pregliasco», aveva risposto un operatore del noto centro ortopedico, parlando di un documento ufficiale fatto circolare all’interno dell’ospedale come informativa per il personale. La Verità aveva pubblicato la testimonianza della signora Raffaella, che da due anni soffre di dolori al piede ma non può essere operata perché non ha fatto la terza dose; così pure la protesta del giovane Kevin, cui era stato rifiutato l’intervento al polso in quanto non vaccinato; e la promessa di denuncia nei confronti dell’istituto ortopedico da parte della signora Eleonora, che non può finire in sala operatoria malgrado la sofferenza continua alla mano destra, perché non si è immunizzata. L’esperto di igiene aveva poi inviato una lettera di scusa al direttore Maurizio Belpietro, dichiarandosi «sinceramente dispiaciuto per i disagi arrecati ad alcuni nostri pazienti, non per nostra volontà, ma a causa dell’emergenza verificatasi due settimane fa e ho già dato disposizione perché siano ricontattati per riprogrammare gli interventi». Pregliasco assicurava che la vergognosa disposizione «è decaduta, avendo dato indicazioni in merito e assumendomi la responsabilità di aver preso a suo tempo una decisione ora non più necessaria vista l’attuale situazione epidemiologica». Nel frattempo, però, la Procura indagava sull’operato del professore, per capire se la circolare avesse davvero cagionato interruzione di servizio sanitario pubblico. Oltre alle testimonianze raccolte da Fuori dal coro, negli uffici giudiziari milanesi erano infatti arrivate «numerose segnalazioni di fatti ipoteticamente costituenti reato», scrive il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, che in conclusione però dice di ritenere le scelte operate dal Galeazzi «ragionevoli e adeguate alla gravissima emergenza sanitaria in corso». Per gli interventi non urgenti, «laddove le cure possano essere differite, a tutela dei soggetti non vaccinati è preferibile il rinvio dell’intervento di qualche settimana in attesa che scemi la virulenza della malattia e si abbassi di conseguenza il rischio di contagio», riporta la Siciliano, accogliendo le spiegazioni fornite da Pregliasco. Non c’è stata una condotta «atta a interrompere un servizio che anzi si è cercato spasmodicamente di rendere nella maniera più efficiente» e le «cure rinviabili non sono state rifiutate ma solo razionalizzate». Procedimento dunque archiviato, ma fuori dal piano giudiziario restano le promesse del direttore sanitario del Galeazzi di far ricontattare i pazienti rifiutati «per riprogrammare gli interventi». Due giorni fa, nella trasmissione Fuori dal coro era nuovamente ospite Kevin che ha dichiarato di non essere ancora stato chiamato. Liste d’attesa troppo lunghe per risentire tutti o il non essere vaccinato è sempre motivo di esclusione per il giovane, che deve aspettare di essere considerato «meno fragile» per poter essere operato, come le sue condizioni fisiche richiedono?