2023-10-01
Poste diventa socio in Mediobanca e abbassa il quorum di maggioranza
Francesco Gaetano Caltagirone (Imagoeconomica)
Blitz prima dell’assemblea. L’azienda non voterà, ma riduce le soglie per chi manovra.Poste Italiane è entrata nel capitale di Mediobanca con una quota di oltre l’1% ma non superiore al 3%, la soglia oltre la quale scatta l’obbligo di comunicazione al mercato. La notizia è stata anticipata da La Stampa e poi confermata dalla società controllata dallo Stato (con il Tesoro al 29,26% e Cdp con un altro 35%). In una nota si precisa che «per quanto concerne gli investimenti effettuati da Poste Vita, la compagnia detiene oltre 150 miliardi di euro di investimenti, tra questi anche titoli bancari e quotati, incluso Mediobanca». Poste poi sottolinea che «come da prassi consolidata, non eserciterà il diritto di voto nell’assemblea del 28 ottobre». Il dettaglio è rilevante perché il blitz del gruppo guidato da Matteo del Fante avviene mentre si avvicina l’assise di Piazzetta Cuccia dove Delfin, la cassaforte della famiglia Del Vecchio, si prepara a presentare una lista alternativa a quella del cda uscente. Tra l’altro, proprio il nome di Del Fante era fra quelli circolati un anno e mezzo fa, in occasione della battaglia su Generali ingaggiata (e persa) da Francesco Gaetano Caltagirone e Leonardo Del Vecchio, come possibile ceo del Leone al posto di Philippe Donnet. Non solo. La scorsa primavera Poste ha siglato un patto parasociale col gruppo Caltagirone sul 14,2% del capitale della società di risparmio gestito Anima per presentare una lista di minoranza. Ecco perché in molti, leggendo le rivelazioni de La Stampa di ieri, hanno subito pensato che l’operazione fosse tesa a sostenere il fronte che si va compattando sulla lista di Delfin. Poste, con la nota diffusa ieri, assicura di no. D’altronde Mef e il ministro Giancarlo Giorgetti desiderano affermare sul tema la neutralità dello Stato. Ma anche se non eserciterà il diritto di voto all’assemblea di fine ottobre è chiaro che sedendosi al tavolo degli azionisti (dove si trovano già Delfin con il 19,8% e Caltagirone con il 9,9%) può comunque indirettamente influire sugli equilibri della governance dell’istituto guidato da Alberto Nagel. Come? Abbassando il quorum necessario per conquistare la maggioranza dei voti in assemblea. L’ad sarà riconfermato, in quanto figura al secondo posto dietro il presidente Renato Pagliaro nella lista presentata dal cda e destinata ad avere la maggior parte delle poltrone. Entro martedì però la cassaforte dei Del Vecchio (primo socio della banca) presenterà a sua volta la sua squadra di candidati per i posti di minoranza e se dovesse prevalere nei voti, potrebbe schierare nel board una minoranza più corposa dei due posti previsti da statuto. Il pacchetto in mano agli investitori istituzionali è di circa il 35%, Unipol (1,9%) non si è espressa ma dovrebbe votare con il cda, i Benetton (2,2%) decideranno all’ultimo ma potrebbero scegliere una posizione di neutralità. Sullo sfondo si agita inoltre la partita - più politica - sugli emendamenti proposti da Fdi e Forza Italia al cosiddetto Dl Capitali all’esame della Commissione Finanze del Senato in cui verranno inserite anche le nuove regole per le liste dei cda delle società quotate che faranno contento Caltagirone in vista della prossima battaglia sulle Generali. Nelle settimane scorse fonti del Mef, che controlla Poste, avevano sottolineato che gli emendamenti relativi alle liste dei cda uscenti nelle società quotate «non rispecchiano la posizione del ministro Giorgetti e che quindi il governo avrebbe fatto una sintesi portando in commissione un parere sul tema che prescinderà dagli emendamenti e i subemendamenti finora presentati». Poi è stato trovato un punto di caduta smussando gli angoli delle nuove regole: per esempio dovrebbe scomparire la soglia dei quattro quinti e anche quel 49% dei posti da assegnare alla seconda lista dovrebbe diventare più bassa. Una mediazione al ribasso sui tecnicismi, insomma, però la norma passerà. E il lavoro verrà portato avanti solo dalla Commissione: il Mef avrebbe però deciso di fermarsi e non presentare un proprio testo come ipotizzato. Martedì prossimo ci sarà il voto.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.