La produzione da eolico e solare aumenta ma il costo dell’energia è raddoppiato. È ancora il gas che fissa il prezzo: ha subito rincari ma «copre» tutta la Penisola.
La produzione da eolico e solare aumenta ma il costo dell’energia è raddoppiato. È ancora il gas che fissa il prezzo: ha subito rincari ma «copre» tutta la Penisola.Cresce la produzione di energia da fonti rinnovabili e cresce anche il prezzo dell’energia elettrica. Questo, ad agosto, sul mercato all’ingrosso (Mgp) ha raggiunto i 128,44 euro/Mwh (megawattora, ndr), con un +14,4% rispetto a luglio, ai massimi dall’aprile 2023. I prezzi «elettrici» sono in rialzo pressoché costante dal gennaio di quest’anno, quando la media mensile fu di 99,16 euro/Mwh.Eppure, da mesi non si fa che parlare del «sorpasso» che le fonti rinnovabili hanno compiuto in Italia rispetto ai combustibili fossili. Nei quattro mesi tra aprile e luglio scorso, la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile in Italia ha superato la produzione di energia a base di gas e carbone. A luglio, ad esempio, il fabbisogno è stato coperto per il 44,2% da fonti rinnovabili e dal 42,2% da fonti energetiche non rinnovabili. A fronte di un tale successo, ci si aspetterebbe che i prezzi a luglio siano stati bassi, visto che quasi metà dell’energia è arrivata da fonti che hanno costi di produzione vicini allo zero. Invece no: a luglio il prezzo medio sul mercato è stato pari a 112,32 euro/Mwh, +8,8% rispetto a giugno.Perché accade questo, e perché i prezzi salgono? Perché la quantità di energia non significa nulla relativamente al prezzo: nel sistema di prezzi marginali, a determinare il prezzo è l’impianto che offre la propria energia all’ultimo tratto della curva di domanda, zona per zona. Per cui nel mese di agosto, ad esempio, sulle 744 ore del mese, le fonti rinnovabili hanno fissato il prezzo marginale per due ore in Sicilia, due ore in zona Sud, un’ora in zona Nord, tre ore in Sardegna, due ore in zona Centrosud, due ore in Calabria e un’ora in zona Centronord. Cioè, praticamente, mai.A fissare il prezzo in tutte le zone di mercato, ad agosto, sono stati per 500 ore ed oltre, sulle 744 del mese, gli impianti alimentati a gas. Questo anche nelle zone e nelle ore con la maggiore produzione da pannelli solari, e questo anche nei mesi precedenti.Il grande volume di energia da fonti rinnovabili, di per sé, non è in grado di fissare i prezzi. Sono gli impianti a gas a farlo e questi impianti hanno dei costi di produzione legati, ovviamente, al prezzo del gas. Il quale è salito, in questi mesi, così come è salito il prezzo della CO2. Sappiamo, però, che la produzione di questi impianti è scesa molto, in volume. Ne consegue che gli impianti a gas fissano i prezzi nel 70% delle ore anche se soddisfano solo il 42% della domanda aggregata e questo influenza il modo con cui questi offrono la propria energia in borsa. I produttori tengono conto del minor volume prodotto e cercano di recuperare marginalità con prezzi più alti, soprattutto nelle ore in cui la produzione fotovoltaica si abbatte, nel tardo pomeriggio. I prezzi più alti (anche oltre i 200 euro/Mwh) si registrano, infatti, tra le 19 e le 21.Facendo un confronto con i prezzi di qualche anno fa, si certifica l’effetto nullo della corsa alle fonti rinnovabili sulla discesa dei prezzi. È vero che il gas è più costoso rispetto al 2009, ma da allora sono entrati in funzione decine di migliaia di megawatt di potenza elettrica da fonte rinnovabile: questo, però, non ha avuto alcun effetto sui prezzi. Anzi, i prezzi dell’energia nel 2023 rispetto al 2009 risultano esattamente raddoppiati (da 63,72 euro/Mwh a 127,24 euro/Mwh).Si continua, insomma, a parlare dei volumi di energia rinnovabile e non della concreta possibilità per solare ed eolico di fornire l’ultimo tratto della curva di domanda, che oggi è pari a zero (o due ore al mese, come abbiamo visto). Avere aggiunto al sistema elettrico italiano in vent’anni 40.000 megawatt di potenza tra fotovoltaico ed eolico, con investimenti enormi, non ha avuto alcun effetto ai fini della riduzione dei costi dell’energia elettrica. Questo è nei numeri.Naturalmente, anche i produttori da fonte rinnovabile incassano i prezzi alti del mercato, pur avendo costi di esercizio decisamente bassi. Chi tra questi non è sul mercato, gode degli incentivi che, annualmente, pesano tra i 7 e gli 8 miliardi di euro all’anno sulle bollette degli italiani e che si aggiungono ai prezzi alti.
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