2018-06-20
Pillole e preservativi gratis, anche ai richiedenti asilo
Sta facendo discutere l'iniziativa lanciata dall'Emilia Romagna. Una regione che, peraltro, ha un grave problema di denatalità.Pillole del giorno dopo, spirali, anelli e preservativi. Tutto rigorosamente gratis. È l'iniziativa lanciata da circa un mese dalla Regione Emilia Romagna su proposta dell'assessore alle Politiche per la salute Sergio Venturi, e destinata ad alcune specifiche categorie: gli under 26, purché residenti e iscritti al servizio sanitario nazionale, e le donne fino ai 45 anni disoccupate o «con esenzione di lavoratrici colpite dalla crisi» dopo un aborto o nell'immediato post partum. «Una misura epocale che si rivolge a una platea molto ampia, richiedenti asilo compresi», ha dichiarato Claudio Veronesi, responsabile dei consultori di Bologna, per elogiare questo provvedimento approvato a gennaio ed operativo a maggio che però pare si stia rivelando un flop.Infatti, ad oltre un mese dall'entrata in vigore dell'iniziativa, a fare richiesta di contraccezione gratuita presso il Poliambulatorio Roncati, dove ha sede lo spazio giovani, si sono fatte avanti appena un centinaio di donne, nella maggior parte dei casi ragazze tra i 14 ed i 19 anni, quasi tutte per richiedere la pillola. Lo scarso entusiasmo finora dimostrato per la contraccezione gratuita viene addebitato alla non conoscenza, da parte dei molti, di questa possibilità offerta dalla regione. Sarà. Viene tuttavia da interrogarsi sul significato e soprattutto sull'opportunità di una simile iniziativa in una regione, l'Emilia Romagna, dove, secondo la Fondazione Agnelli, a causa della denatalità nei prossimi 10 anni la popolazione scolastica tra i 3 e i 18 anni passerà 9 ad 8 milioni di unità. Una flessione di studenti che potrebbe costare il posto a un gran numero di insegnanti, e per la quale i sindacati sono già comprensibilmente in allarme. Andrebbe inoltre compreso, se la contraccezione gratuita mira a ridurre il numero di aborti, sulla base di quali elementi si immagina che il provvedimento possa raggiungere tale scopo dal momento che molti riscontri anche a livello internazionale vanno in direzione totalmente opposta. In Inghilterra e Galles, per esempio, tra il 1997 e il 2006 la copertura contraccettiva è rimasta sostanzialmente stabile, eppure il tasso di abortività è cresciuto da 16,3 a 18,3 ogni 1.000 donne in età fertile. Invece tra il 1978 e il 2000 in Francia le donne che non desiderano una gravidanza e che usano un metodo contraccettivo sono passate dal 52 all'82%, ma il numero di aborti è rimasto costante. Analogo discorso per la Spagna, dove tra il 1997 e il 2003 la copertura contraccettiva è cresciuta dal 43,8% al 60,7% ma il tasso di abortività, anziché diminuire, è aumentato passando da 5,5 ad 8,8 ogni 1.000 donne in età fertile. Un trend che rimane invariato anche estendendo l'osservazione alle statistiche iberiche fino al 2007. Difficile dunque che la contraccezione gratuita, ancorché salutata come «misura epocale», possa sortire chissà quali miracolosi effetti in Emilia Romagna, posto che tuttavia, lo si ripete, si tratta di una regione che, al pari di quasi tutte quelle italiane, più che di evitare le gravidanze avrebbe l'urgenza di riempire culle che, anno dopo anno, sono sempre più vuote.