2022-09-09
Il Piemonte stanzia fondi anti aborto. Ma il Pd vuole usarli per più aborti
Nel riquadro, l'assessore al Welfare di Torino Jacopo Rosatelli (Ansa-IStock)
La Regione mette 400.000 euro per aiutare le giovani madri a tenere i bambini. La giunta cittadina rossa, però, scrive a Cirio perché li dirotti sulle interruzioni di gravidanza. La sinistra aiuta le mamme solo ad arrendersi. Ora non è più questione di opinioni o di differenti interpretazioni: qui siamo di fronte a un fatto. Le forze di sinistra vogliono più aborti, e lo mettono nero su bianco, così da fugare ogni dubbio persino nelle menti più sospettose. Volete la prova? La fornisce un documento ufficiale del Comune di Torino, firmato dall’assessore al Welfare, diritti e pari opportunità Jacopo Rosatelli di Leu. Si tratta di una lettera, su carta intestata, in cui la giunta comunale torinese chiede alla Regione Piemonte di usare soldi destinati alle madri in difficoltà per finanziare consultori, interruzioni volontarie di gravidanza e somministrazioni della pillola abortiva. Qualche mese fa, su iniziativa dell’assessore di Fratelli d’Italia Maurizio Marrone, la Regione ha stanziato 400.000 euro per aiutare le madri in difficoltà economica che sarebbero intenzionate ad abortire. È stato creato un fondo chiamato Vita nascente, pensato per offrire sostegno alle donne tramite le associazioni che si occupano di difendere la vita, le quali avranno il compito di fornire aiuti materiali, beni di prima necessità, supporto psicologico eccetera. Al momento dell’approvazione, da sinistra giunsero le immancabili accuse di fascismo, ma alla fine il provvedimento fu approvato grazie a un emendamento. Ora, però, i sempre simpatici progressisti hanno deciso di tornare alla carica, ma per via istituzionale. Un paio di giorni fa la giunta comunale guidata da Stefano Lo Russo del Partito democratico, nella persona dell’assessore Rosatelli, ha voluto bussare alla porta dei colleghi regionali di centrodestra, a partire dal governatore Alberto Cirio. Nella missiva ufficiale si legge che, il 15 giugno, il consiglio comunale torinese ha approvato ben due mozioni che chiedono, tra le altre cose, di annullare l’emendamento su cui si regge il fondo per la vita. L’assessore Rosatelli chiede che siano stanziate risorse economiche per potenziare «i percorsi di genitorialità responsabile, educazione alla sessualità e alla contraccezione, tutela della salute riproduttiva delle donne e degli uomini». E già qui ci sarebbe da obiettare: davvero servono altri soldi per «educare alla sessualità», cioè per organizzare radiose iniziative di propaganda arcobaleno? Il peggio, però, viene subito dopo. Rosatelli, infatti, a nome del sindaco di Torino e della giunta comunale, chiede alla Regione «di utilizzare lo stanziamento di 400.000 euro per una dotazione straordinaria di ecografi di medio livello per i consultori piemontesi e per i servizi di interruzione volontaria di gravidanza, anche in previsione della possibilità di trattamento farmacologico ambulatoria delle Ivg». Il concetto non potrebbe essere più chiaro: i soldi destinati alle madri in difficoltà e utili a sostenere le nuove nascite (la previsione è di 100 bambini nati in più, ma già la metà sarebbe un grande risultato) vanno deviati verso i consultori, affinché siano potenziati i servizi legati all’aborto e alla diffusione della pillola abortiva. Tanto per essere puntigliosi, giova ricordare che il Piemonte, stando ai dati del 2020 (già governava il centrodestra) era al secondo posto in Italia per tasso di abortività, dietro la Liguria e a parimerito con la Toscana. Dunque non ci risulta che da quelle parti sia impossibile interrompere una gravidanza, anzi. E non sembra nemmeno che sia necessario stanziare immediatamente altri fondi per garantire il servizio, che già viene svolto alacremente. Eppure, nonostante ciò, la maggioranza del consiglio comunale di Torino, il sindaco e la giunta vogliono togliere 400.000 euro - cifra tutto sommato contenuta - alla difesa della vita. La richiesta, per la precisione, è stata sottoscritta da Partito democratico, Leu, Radicali e Movimento 5 stelle. Ora qualcuno fra gli intelligenti dem dovrebbe spiegarci in quale modo si «garantiscono i diritti» levando soldi alle madri in difficoltà. Potrebbe esprimersi anche il segretario del Pd Enrico Letta, che si mostra così attento alla tutela delle donne: crede che togliendo soldi a chi vorrebbe far nascere un figlio si aiuti il genere femminile? Oppure ci spieghi: forse una misura che offre 400.000 euro alle madri lede i diritti di qualcuno? E di chi, di grazia? La sensazione è che, quando si parla di aborto, a sinistra perdano completamente la testa. Non appena sentono pronunciare la parola, la mente dei liberal si riempie di una mistura mefitica di ideologia, residui degli anni Settanta e postumanismo: i terrificanti effluvi di questa sostanza impediscono ai sedicenti democratici di ragionare, li privano persino del rispetto minimo che andrebbe garantito a chi la pensa diversamente. Pur di osteggiare la tutela della vita, i dem sono disposti a danneggiare scientemente le donne, si oppongono addirittura a provvedimenti che non hanno alcuna controindicazione, non ledono gli interessi di nessuno e vanno soltanto a beneficio di mamme e bambini. È un accanimento mostruoso, antiumano. Certo, probabilmente la Regione Piemonte rigetterà la richiesta del Comune, ma già il fatto che sia stata avanzata dimostra il livello a cui siamo giunti. «La spudoratezza della sinistra arriva a chiedere espressamente, a nome del Comune di Torino, di non dare un centesimo alle future mamme in difficoltà economica, donne che magari si trovano abbandonate dal partner o dai genitori per una gravidanza inaspettata», dice Maurizio Marrone. «Il fine è di usare invece il mezzo milione di fondi regionali stanziati su Vita nascente per attrezzare i consultori ad eseguire gli aborti farmacologici. I cittadini devono sapere che Pd e compagni mettono nero su bianco su carta intestata istituzionale il loro odio per la vita e la povera gente. Si rassegnino, mi sono già confrontato con l’assessore alla Sanità e ribadiamo che la Regione Piemonte non farà alcun passo indietro sullo stop al RU486 nei consultori e su Vita nascente: stiamo già scrivendo la delibera per erogare i contributi alle associazioni». Al netto dei toni da campagna elettorale, l’assessore regionale di Fdi non ha torto, poiché i progressisti piemontesi vogliono togliere alle mamme per dare a chi pratica aborti: sono come Robin Hood in versione Planned Parenthood.
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