2022-03-10
Piacenza, giudice dà ragione al padre contrario alla vaccinazione del figlio
Rigettato il ricorso della madre: «Siero sperimentale. Non è nell’interesse del minore».Finalmente un giudice dalla parte dei bambini. Lucia Leoncini, della sezione civile del tribunale di Pistoia, ha respinto il ricorso di una mamma che, contrariamente al volere dell’ex coniuge, chiedeva di essere autorizzata a far somministrare ai tre figli il vaccino anti Covid. Il magistrato accoglie, invece, la documentazione prodotta dal padre e per la prima volta in Italia riconosce la fondatezza di dubbi e preoccupazioni per la salute dei minorenni, derivata da farmaci che «sono stati autorizzati “sotto condizione” da parte dall’autorità europea, poiché non risulta completata la necessaria IV fase di sperimentazione», scrive nero su bianco la dottoressa. Una sentenza da incorniciare. Nulla viene dato per scontato solo per il fatto che l’ha deciso il ministero della Salute, l’Istituto superiore della sanità o l’Agenzia italiana del farmaco, come si legge nella stragrande maggioranza dei rigetti di sacrosante richieste di non vaccinare indiscriminatamente i bambini, o di essere esclusi dall’obbligo di dover porgere il braccio. Il giudice innanzitutto osserva che, mentre la mamma si era limitata a dire di voler vaccinare i bambini con la generica argomentazione che è «per la loro salute», il padre aveva prodotto ampia documentazione scientifica a sostegno del suo non essere a favore. Quanto al vaccino anti Sars-Cov-2 attualmente in uso in Italia, la Leoncini ricorda che nel foglietto illustrativo sia Pfizer, sia Moderna indicano che «non è raccomandato nei bambini di età inferiore a 12 anni», perciò l’autorità giudiziaria «non può considerarsi ragionevolmente legittimata ad autorizzare l’utilizzo di un farmaco che l’autorità sanitaria a ciò preposta raccomanda di non utilizzare». E non tiriamo fuori la scusa del dosaggio, inferiore se per gli under 12. Sono vaccini che non vanno dati ai bimbi. Per risolvere la divergenza tra i genitori, il magistrato afferma che il criterio di valutazione da seguire «è quello del migliore interesse del minore, il cosiddetto best interest».Il beneficio principale sarebbe il non ammalarsi in forma grave perché vaccinato, il rischio sono i «possibili effetti collaterali del vaccino stesso». Però stando ai dati dell’Iss e dell’Istat, nella fascia di età 0-18 anni ci sono stati pochissimi casi di contagio, di ricovero in terapia intensiva, di decesso. «Il beneficio del vaccino, nella fascia d’età considerata, è quindi la possibile riduzione di eventi che si sono verificati di media in meno di due casi su 100.000 contagiati, e in meno di cinque casi su 1.000.000 di bambini, per quanto attiene al decesso; e in poco più di un caso su 10.000 contagiati, e in circa tre casi su 100.000 bambini, per quanto attiene al ricovero in terapia intensiva», scrive la Leoncini. E nei più piccoli, le vaccinazioni sono ancora in numero troppo ridotto per avere dati. Fondamentale il passaggio in cui il giudice annota che «i vaccini attualmente disponibili contro l’infezione non valgono ad evitare il contagio», come si legge nelle indicazioni terapeutiche. Era ora che un magistrato affrontasse la questione, senza ipocrisie. Illuminante, per la dittatura sanitaria che ci governa, il paragrafo dedicato ai possibili rischi da vaccino anti Covid. Per i soggetti minorenni, nel foglietto illustrativo delle aziende produttrici si dichiara «“non nota” la “frequenza” degli eventi avversi più gravi, come reazioni allergiche gravi e reazioni impreviste del sistema immunitario», mentre viene specificato l’aumento di rischio di miocarditi osservate più spesso nei maschi più giovani «quali sono, in particolare, due dei tre minori di cui si discute nel presente giudizio», sottolinea il giudice. Le ultime due pagine della sentenza scolpiscono concetti che solo La Verità continua a ripetere. Ovvero che un trattamento sanitario, di cui «non risulta nota la frequenza di importanti effetti collaterali» a medio e lungo termine, «per fronteggiare rischi medici remoti», non è per il bene del minore.
Il fiume Nilo Azzurro nei pressi della Grande Diga Etiope della Rinascita (GERD) a Guba, in Etiopia (Getty Images)
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