2023-04-12
Pfizer difende la pillola abortiva e ciancia di indipendenza dell’Fda
L'ad di Pfizer, Albert Bourla (Ansa)
Albert Bourla sostiene l’operato dell’ente. Che, dietro pressioni, velocizzò il via libera ai vaccini.Pfizer in campo a difesa della pillola abortiva. Succede negli Stati Uniti, dove da alcuni giorni è in atto un vero e proprio terremoto a seguito del divieto, stabilito da un giudice del Texas, dell’aborto chimico. Più precisamente, è accaduto che nella serata venerdì scorso Matthew Kacsmaryk, giudice federale texano nominato da Donald Trump, abbia sospeso l’uso del mifepristone - noto in Italia come Ru486 -, annullandone temporaneamente l’approvazione della Food and drug administration (Fda) e vietando, nello Stato, la pastiglia ampiamente utilizzata in tutti gli Stati Uniti. Una decisione esplosiva, se si pensa che va a colpire il metodo più comune per l’interruzione volontaria di gravidanza, che è appunto quello delle pillole abortive, impiegate - secondo i dati del Guttmacher Institute - nel 54% delle soppressioni prenatali.Per questo, tutto l’establishment democratico è in allarme; a partire dal presidente Joe Biden il quale, preparandosi a scaldare i motori per la campagna per la rielezione alla Casa Bianca, ha fatto sapere che «lotterà» per ribaltare la sentenza che proibisce l’utilizzo della pillola abortiva. Ma contro tale sentenza, per venire a noi, si sono fatti vivi anche i manager di 250 società farmaceutiche, che hanno preso carta e penna sottoscrivendo un appello proprio per capovolgere la decisione della corte del Texas. «La decisione ignora decenni di prove scientifiche e di precedenti legali», recita il documento, secondo cui la decisione di Kacsmaryk, «crea un precedente che riduce l’autorità della Food and drugs administration e, facendolo, crea incertezza per l’intera biofarmaceutica». La dichiarazione inoltre continua segnalando come, «se i tribunali possono annullare le approvazioni dei farmaci senza tener conto della scienza e delle evidenze prodotte, o della complessità necessaria per valutare pienamente la sicurezza e l’efficacia dei medicinali, qualsiasi prodotto rischia di avere lo stesso destino del mifepristone»; di qui la richiesta di «annullamento» del provvedimento della corte texana. Ebbene, come anticipavamo, insieme a tante altre, c’è una firma di enorme peso in ambito farmaceutico: quella di Albert Bourla, il presidente e amministratore delegato del colosso Pfizer, che l’esperienza pandemica ha rilanciato come casa farmaceutica produttrice dei vaccini anti Covid-19. L’adesione di Bourla all’appello pro pillola abortiva è stata subito notata dagli organi di informazione, non solo per via dell’importanza di Pfizer, ma anche perché non tutte le altre grandi case farmaceutiche di vaccini, almeno per il momento, si sono accodate a tale iniziativa; per esempio, non risulta lo abbiano fatto né Moderna né Johnson&Johnson. Si vede, viene da commentare, che Bourla è più convinto di altri suoi colleghi dell’approvazione che, nell’ormai lontano 2000, la Fda aveva dato del mifepristone. La decisione presa da Kacsmaryk è stata infatti originata dalla denuncia di alcuni gruppi pro life secondo cui, nell’approvazione della pillola abortiva, la Fda non aveva «adeguatamente esaminato le prove scientifiche» nel loro insieme, con la conseguenza di aver, da allora, «ignorato i rischi legati alla sicurezza del farmaco».Ora, il fatto che Pfizer abbia scelto d’intervenire su questo tema, senza dubbio delicato, a difesa della regolarità dei controlli compiuti da Fda non può non strappare un sorriso. Parliamo infatti di una grande casa farmaceutica che quando, nel maggio 2021, aveva presentato domanda di approvazione completa - per persone a partire dai 16 anni - per il suo vaccino anti Covid, fino ad allora distribuito mediante un’autorizzazione d’emergenza, non ha dovuto aspettare che poche settimane per il placet. Insomma, non c’è dubbio che di autorizzazioni spedite Pfizer se ne intenda.
Il giubileo Lgbt a Roma del settembre 2025 (Ansa)
Mario Venditti. Nel riquadro, da sinistra, Francesco Melosu e Antonio Scoppetta (Ansa)
Nel riquadro: Ferdinando Ametrano, ad di CheckSig (IStock)