Molti fondi offrono prodotti selezionati in base alle cedole, in ripresa dopo la pandemia. Secondo uno studio di Janus Henderson, bene anche i titoli energetici. L’esperto: «Attenti ai portafogli troppo concentrati».
Molti fondi offrono prodotti selezionati in base alle cedole, in ripresa dopo la pandemia. Secondo uno studio di Janus Henderson, bene anche i titoli energetici. L’esperto: «Attenti ai portafogli troppo concentrati».Selezionare le azioni in base al dividendo, privilegiando le società più generose? È un criterio che piace a molti risparmiatori e sono numerosi i fondi o gli Etf dedicati a questo tema. L’indagine trimestrale sulle 1.200 maggiori società al mondo in termini di capitalizzazione di mercato, condotta da Janus Henderson, ha fotografato negli scorsi giorni il tema dei titoli che offrono le cedole più succose e da questo punto di vista l’anno sembra iniziato bene, visto che il primo trimestre 2022 ha visto i dividendi globali salire dell’11% a 302,5 miliardi di dollari. Gli autori del rapporto ritengono che questa forza sia in parte dovuta alla continua normalizzazione dei pagamenti dopo l’interruzione causata dal Covid. I dividendi sono stati fortemente ridotti nel primo trimestre del 2021, aprendo la strada a una base di confronto relativamente favorevole. Inoltre, il forte rimbalzo economico post pandemia che si è verificato nella maggior parte dei Paesi ha sostenuto il boom dei dividendi.Tutte le regioni del mondo hanno partecipato alla crescita della cedola, a partire dai mercati emergenti (+36,4%), Asia-Pacifico ex Giappone (+26,4%), Europa ex Regno Unito (+22,2%), Regno Unito (+14,2%), Giappone (+13,2%) e Nord America (+10,8%).In Europa, il primo trimestre è stato caratterizzato da una buona performance in Danimarca, dove il gruppo marittimo Moller maersk si è distinto per aver moltiplicato il suo dividendo annuale quasi per otto volte. Tra gli eventi degni di nota del primo trimestre, la relazione della società di gestione sottolinea anche la generosità del gruppo petrolifero norvegese Equinor, che ha quasi raddoppiato i pagamenti in seguito all’impennata dei prezzi del petrolio.In Francia, il settore del lusso ha beneficiato della ripresa post pandemia. Kering (Gucci) e Hermès hanno ripristinato integralmente i loro dividendi, annunciando pagamenti record a maggio.Nel caso delle società del lusso, va sottolineato, da inizio anno in Borsa le quotazioni però hanno visto il segno meno di circa il -22% dopo la forte salita del passato e questo ricorda che il dividendo è sempre uno degli aspetti da valutare quando si investe in un portafoglio diversificato.In generale, esaminando i diversi settori di attività, gli esperti di Janus Henderson hanno notato che i dividendi del settore petrolifero e minerario sono stati quelli che hanno registrato la crescita più rapida nel primo trimestre. «Scegliere i titoli solo in base ai dividendi può portare a una forte concentrazione dell’investimento», dice Salvatore Gaziano, direttore investimenti di Soldiexpert scf, «Per esempio, le società più generose sono tradizionalmente soprattutto banche e compagnie energetiche, un aspetto che va considerato. Come consulenti finanziari indipendenti, se dal punto di vista tattico possiamo investire una parte residuale del portafoglio su titoli legati al tema “alto dividendo”, non riteniamo corretto concentrare la parte strategica e più di lungo periodo su un unico tema come quello dei dividendi».
Stephen Miran (Ansa)
L’uomo di Trump alla Fed: «I dazi abbassano il deficit. Se in futuro dovessero incidere sui prezzi, la variazione sarebbe una tantum».
È l’uomo di Donald Trump alla Fed. Lo scorso agosto, il presidente americano lo ha infatti designato come membro del Board of Governors della banca centrale statunitense in sostituzione della dimissionaria Adriana Kugler: una nomina che è stata confermata dal Senato a settembre. Quello di Stephen Miran è d’altronde un nome noto. Fino all’incarico attuale, era stato presidente del Council of Economic Advisors della Casa Bianca e, in tale veste, era stato uno dei principali architetti della politica dei dazi, promossa da Trump.
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 10 novembre con Carlo Cambi
Martin Sellner (Ansa)
Parla il saggista austriaco che l’ha teorizzata: «Prima vanno rimpatriati i clandestini, poi chi commette reati. E la cittadinanza va concessa solo a chi si assimila davvero».
Per qualcuno Martin Sellner, saggista e attivista austriaco, è un pericoloso razzista. Per molti altri, invece, è colui che ha individuato una via per la salvezza dell’Europa. Fatto sta che il suo libro (Remigrazione: una proposta, edito in Italia da Passaggio al bosco) è stato discusso un po’ ovunque in Occidente, anche laddove si è fatto di tutto per oscurarlo.
Giancarlo Giorgetti e Mario Draghi (Ansa)
Giancarlo Giorgetti difende la manovra: «Aiutiamo il ceto medio ma ci hanno massacrati». E sulle banche: «Tornino ai loro veri scopi». Elly Schlein: «Redistribuire le ricchezze».
«Bisogna capire cosa si intende per ricco. Se è ricco chi guadagna 45.000 euro lordi all’anno, cioè poco più di 2.000 euro netti al mese forse Istat, Banca d’Italia e Upb hanno un concezione della vita un po’…».
Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, dopo i rilievi alla manovra economica di Istat, Corte dei Conti e Bankitalia si è sfogato e, con i numeri, ha spiegato la ratio del taglio Irpef previsto nella legge di Bilancio il cui iter entra nel vivo in questa settimana. I conti corrispondono a quelli anticipati dal nostro direttore Maurizio Belpietro che, nell’editoriale di ieri, aveva sottolineato come la segretaria del Pd, Elly Schlein avesse lanciato la sua «lotta di classe» individuando un nuovo nemico in chi guadagna 2.500 euro al mese ovvero «un ricco facoltoso».






