2021-09-18
Per bloccare due senatori ne dimezzano 193
La mancata nomina di Claudio Lotito e Michele Boccardi (riconosciuti parlamentari dalla Giunta) ha impedito la proclamazione di tutti gli altri eletti nei collegi plurinominali. La pratica è ferma da più di un anno. Un'anomalia che complica l'elezione per il Quirinale. Ci sono 193 senatori, tutti quelli provenienti dai collegi plurinominali, che non sono proclamati. Sono stati eletti nel 2018 e al momento esercitano le loro prerogative grazie a un pezzo di carta, la semplice proclamazione da parte degli uffici elettorali. Rischiano di vedere la fine della legislatura senza aver ricevuto l'imprimatur dal Senato, né conoscere il proprio status di parlamentari. A cristallizzare la paradossale situazione è il presidente della Giunta, il forzista Maurizio Gasparri, il quale durante la seduta del 21 luglio scorso scrive in merito alla verifica dei poteri che «sarebbe la prima volta dal 1948 in cui si verificherebbe in termini così estesi un fenomeno del genere, con la conseguenza per la maggioranza dei senatori di aver svolto il mandato parlamentare solo in virtù di un atto provvisorio mai convalidato dall'Assemblea». Ovviamente l'assurda anomalia ha una spiegazione molto razionale che parte da lontano. Dal 4 marzo del 2018, quando si sono tenute le ultime elezioni politiche. Vincenzo Carbone (inizialmente Fi, poi Iv) e Carmela Minuti (Fi) sono stati eletti in Campania e Puglia. Da subito entrambi i seggi sono finiti al centro di un contenzioso legale. A muoversi Michele Boccardi, già presidente di Assoeventi e onorevole nella predente legislatura e il più famoso, almeno per le cronache calcistiche, Claudio Lotito. Boccardi rivendica il seggio. All'indomani delle elezioni il Viminale attribuisce il seggio Puglia 1 e due seggi Puglia 2 a Forza Italia. L'ufficio elettorale di Bari però inverte le proporzioni e così Boccardi resta fuori. Più semplice l'evento che ha finito con il penalizzare il patron della Lazio. Qui il tema sta tutto in un errore di calcolo che ha causato un errato ripescaggio tra il seggio Campania 1 e Campania 3. Al di là dei numeri, Boccardi è partito in quarta, Lotito a seguire. Entrambi i ricorsi sono arrivati alla Giunta delle elezioni del Senato. Che si è preso il suo tempo per valutare la pratica. Fino al 7 settembre del 2020, quando arriva il responso. Lotito e Boccardi sono stati eletti e quindi gli altri due devono decadere. Da lì però tutto si ferma. L'Aula avrebbe 30 giorni per prendere atto e convocare un apposito ordine del giorno. In più di un anno Palazzo Madama non ha mai trovato 5 minuti per riunirsi e portare avanti quanto proclamato dalla Giunta. Boccardi non si arrende. Lo scorso giugno va in Procura e denuncia addirittura la presidente Elisabetta Alberti Casellati per omissione di atti d'ufficio. Per il mancato senatore è inammissibile che sia trascorso tutto questo tempo. Perché - come si evince dalla querela - nonostante l'errore materiale sia stato appurato già il 4 aprile 2018, sono serviti 23 mesi per prenderne atto. A ottobre 2020», scrive Boccardi, «veniva approvata dalla medesima Giunta la relazione scritta recante le motivazioni giustificative della delibera che immediatamente veniva trasmessa al presidente del Senato, affinché provvedesse all'immediata calendarizzazione e discussione in Aula del decisum della Giunta». A gennaio del 2021 preso dallo sconforto scrive al presidente Sergio Mattarella, a tutti i capigruppo e pure a Daniele Cabras, consigliere parlamentare per gli Affari giuridici e le relazioni costituzionali del Quirinale. «Nulla è accaduto e dell'esecuzione del deliberato», scrive ancora Boccardi, «non c'è traccia». Alle lettere - sostiene sempre Boccardi - non segue replica. Così all'ennesima sollecitazione decide di adire le vie legali. Si chiede anche perché in passato i tempi di definizione dei contenziosi elettorali siano stati assai brevi. In questa legislatura i casi relativi a Calabria ed Emilia Romagna sono stati gestiti in meno di due mesi. La scelta di denunciare penalmente la Casellati è certo forte. Forse troppo. Però alla luce di quanto scritto a luglio da Gasparri l'anomalia andrebbe affrontata e risolta. «Il sistema elettorale vigente per il Senato prevede dei calcoli a livello nazionale ai fini dell'individuazione delle liste che hanno superato la soglia di sbarramento del 3% ai fini del riparto proporzionale nei collegi plurinominali», si legge nel verbale datato 21 luglio, «per cui la convalida finale degli eletti non può che avvenire contestualmente per tutte le Regioni, in esito a conteggi precisi riguardanti ciascuna di esse. Pertanto, la mancata definizione in Assemblea delle due ricordate fattispecie (Campania e Puglia) in collegi plurinominali, impedisce di fatto che la Giunta possa procedere a deliberare la proposta all'Assemblea di convalidare gli eletti nei collegi proporzionali anche nelle altre Regioni, come pure sarebbe già stato possibile essendo stati ultimati da tempo i controlli sui risultati elettorali (anche di tipo matematico) nelle circoscrizioni regionali». Il passaggio è lungo, ma spiega perfettamente perché siamo arrivati ad avere 193 senatori che di fatto non sono senatori. Tanto più che fra poco siamo a ottobre e ancora nulla è successo. Al di là del fatto che a fine legislatura si porrà un tema da Corte dei conti (due senatori eletti ma mai nominati hanno diritto ai compensi? E i due non eletti ma finiti al Senato perché hanno percepito lo stipendio?), a breve si voterà il presidente della Repubblica. Possono 193 senatori non proclamati dire la loro regolarmente e sceglier e il successore di Mattarella? Molti costituzionalisti avrebbero dei dubbi. Fino ad oggi il caso Lotito e Boccardi si è intrecciato con le manovre politiche che hanno portato alla fine del Conte bis. Avere un senatore in più di Iv poteva tornare comodo e della Minuto (almeno così scrisse Il Tempo) si vociferava il possibile passaggio verso i «Responsabili». Quella è un'era geologica fa. Adesso l'elezione del Mattarella bis o del nuovo presidente è il tema caldo destinato a diventare bollente. Lotito & C. hanno tirato un rigore a porta vuota. Vediamo che succederà...
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