2024-12-31
Spuntano i documenti. Fino al 4 dicembre il paziente di Trieste era in lista d’attesa
Massimiliano Fedriga (Getty Images)
Il legale del signor Franco: «In tutti i referti la vaccinazione era solo consigliata. Ci riserviamo di denunciare la struttura».«Il mio assistito è vittima sia di un abuso inaudito da parte della struttura ospedaliera che gli ha rifiutato un intervento potenzialmente salvavita, sia di una campagna diffamatoria e calunniosa da parte di tutti gli organi di informazione, eccezione fatta per il quotidiano La Verità». L’avvocato Alessandra Devetag del Foro di Trieste interviene nella strumentalizzazione della vicenda che vede coinvolto Franco, cardiopatico di 63 anni, al quale il 12 dicembre era arrivata una lettera dalla cardiochirurgia dell’ospedale Cattinara di Trieste, con timbro e firma del primario Enzo Mazzaro, in cui si affermava che non era stato operato «per rifiuto di sottoporsi a vaccinazioni». E che veniva cancellato dalla lista d’attesa.Dopo le vili minacce e gli insulti arrivati al primario e ai suoi familiari, fin dal primo momento condannati dalla Verità, si è assistito a una vergognosa difesa solo della posizione del dottor Mazzaro, ignorando totalmente che c’era un paziente al quale è stata negata l’operazione per non essersi vaccinato. Asugi, l’azienda sanitaria universitaria giuliano isontina, non ha fornito spiegazioni esaurienti. «Una lettera superficiale e scritta male», l’ha definita, «non scritta dal dottor Mazzaro». Ma chi è il responsabile del reparto? E c’erano timbro e firma suoi. Però per i media l’Asl avrebbe «chiarito tutto». Perfino il governatore della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ha parlato di «una campagna d’odio basata su falsità (anche dopo chiarimento di Asugi che ricostruisce tutta la vicenda)». E non ha mostrato interesse per il paziente.Che non fossero falsità, ma torti veri quelli subiti da Franco, lo spiega bene l’avvocato. «Il mio assistito, affetto da insufficienza aortica di grado severo e con altre importanti comorbidità, è seguito dall’ospedale di Cattinara da diversi anni e non ha mai rifiutato l’operazione cardiochirurgica. L’intervento era stato solo rimandato nel 2022, ma poi riprogrammato nel 2024».Il legale ha visionato tutta la documentazione medica, dal 14 febbraio 2024 quando venne inserito in lista operatoria di cardiochirurgia, con richiesta di eseguire ulteriori esami. Il 13 maggio ci fu «il referto del reparto di ematologia, ospedale di Cattinara, con prescrizione di esami per patologia emersa in data successiva alle precedenti visite, non ostativa all’intervento». Il 16 ottobre, un referto della cardiochirurgia a firma del dottor Marco Gabrielli «conferma l’intervento cardiochirurgico previo intervento ortodontico, da eseguirsi necessariamente prima, ed eseguito poi dal paziente».Il 4 dicembre Franco si sottopone a nuova visita e viene confermato l’iter chirurgico a firma del dottor Massimo Maiani del reparto di cardiochirurgia (vedi il documento qui sopra). «In tutti i referti le vaccinazioni venivano soltanto raccomandate», sottolinea l’avvocato Devetag. Dopo pochi giorni, l’inspiegabile telefonata. «La cardiochirurgia informava il paziente che l’operazione non sarebbe stata eseguita in assenza delle vaccinazioni richieste, tra cui anche quella Covid 19. Riceveva quindi lettera di medesimo tenore con invito a cancellarsi dalle liste di attesa e avviso che, in caso di sua mancata risposta, sarebbe stato cancellato d'imperio».Altro che paziente che aveva rifiutato di operarsi, come viene detto da giorni e ripreso senza fiatare perfino dalla Rai del Friuli. «Il comunicato stampa pubblicato da Asugi è pertanto falso nel suo contenuto, posto che fa riferimento a un presunto “parere negativo” comunicato dal paziente a sottoporsi all’intervento di cardiochirurgia, e quindi non solo delle vaccinazioni, che mai prima di quel momento erano state proposte come “condicio sine qua non” all’operazione», dichiara l’avvocato.Se il primario ha sporto giustamente denuncia per le minacce ricevute da gente scriteriata, anche Franco non intende subire questa situazione. «Il mio assistito è intenzionato ad agire in tutte le sedi, ivi compresa quella penale, per tutelare le proprie ragioni sia nei confronti della struttura ospedaliera, sia nei confronti degli organi di stampa che, senza svolgere i doverosi accertamenti né premurarsi di sentire la sua versione dei fatti hanno diffuso informazioni false, diffamatorie e calunniose», fa sapere Devetag. «Basti pensare che tutti i mezzi di informazione hanno scritto che la vicenda è stata resa pubblica da un post sui social del mio assistito, quando sarebbe bastato interpellarlo per scoprire che è non vedente e non può usare il pc».Aggiunge: «Lo stesso valga nei confronti di tutti coloro che si sono espressi, sui social, con commenti calunniosi, diffamatori e di incitamento all’odio nei suoi confronti».Sulla vicenda è intervenuto anche il professor Roy de Vita, primario di chirurgia plastica e ricostruttiva al Regina Elena di Roma. In un suo Instagram reel, breve video, ha detto di non voler entrare in merito «alle violazioni deontologiche cui è incorso Mazzaro. Ne risponderà alla sua coscienza se ne ha una e all’Ordine dei medici quando riceverà una richiesta di chiarimenti». Il luminare, definendo quella di Mazzaro una «posizione indifendibile», nel suo commento ha detto di voler affrontare la vicenda «solo da un punto di vista etico e umano. Faccio il medico da 43 anni e da circa 23 sono primario all’Istituto nazionale dei tumori di Roma. Vivo nella malattia». Ha aggiunto: «Nella mia vita professionale non ho mai chiesto a un paziente se fosse vaccinato, quale fosse il suo orientamento politico, religioso o sessuale, semplicemente perché nessuno di questi è un elemento discriminante per decidere non se, ma come curare una persona». De Vita ha definito «scivoloso il tentativo di chiarimento» fatto da Asugi «che si è arrampicata sugli specchi» e «penosa la difesa d’ufficio fatta da alcuni organi di informazione, assolutamente imbarazzante il silenzio di tutti gli altri». Il professore ritiene che la «colpa più grave del dottor Mazzaro in questa vicenda è la sua mancanza totale di umanità […] trattare i pazienti come pratiche d’ufficio a cui si comunicano decisioni che impattano sulla loro vita con una lettera di poche righe ci fa comprendere in maniera inequivocabile il valore professionale di chi ha preso quel provvedimento».Sappiamo che è un periodo di feste, ma aspettiamo sempre l’intervento del ministro della Salute Orazio Schillaci.
La maxi operazione nella favela di Rio de Janeiro. Nel riquadro, Gaetano Trivelli (Ansa)
Nicolas Maduro e Hugo Chavez nel 2012. Maduro è stato ministro degli Esteri dal 2006 al 2013 (Ansa)
Un disegno che ricostruisce i 16 mulini in serie del sito industriale di Barbegal, nel Sud della Francia (Getty Images)
Situato a circa 8 km a nord di Arelate (odierna Arles), il sito archeologico di Barbegal ha riportato alla luce una fabbrica per la macinazione del grano che, secondo gli studiosi, era in grado di servire una popolazione di circa 25.000 persone. Ma la vera meraviglia è la tecnica applicata allo stabilimento, dove le macine erano mosse da 16 mulini ad acqua in serie. Il sito di Barbegal, costruito si ritiene attorno al 2° secolo dC, si trova ai piedi di una collina rocciosa piuttosto ripida, con un gradiente del 30% circa. Le grandi ruote erano disposte all’esterno degli edifici di fabbrica centrali, 8 per lato. Erano alimentate da due acquedotti che convergevano in un canale la cui portata era regolata da chiuse che permettevano di controllare il flusso idraulico.
Gli studi sui resti degli edifici, i cui muri perimetrali sono oggi ben visibili, hanno stabilito che l’impianto ha funzionato per almeno un secolo. La datazione è stata resa possibile dall’analisi dei resti delle ruote e dei canali di legno che portavano l’acqua alle pale. Anche questi ultimi erano stati perfettamente studiati, con la possibilità di regolarne l’inclinazione per ottimizzare la forza idraulica sulle ruote. La fabbrica era lunga 61 metri e larga 20, con una scala di passaggio tra un mulino e l’altro che la attraversava nel mezzo. Secondo le ipotesi a cui gli archeologi sono giunti studiando i resti dei mulini, il complesso di Barbegal avrebbe funzionato ciclicamente, con un’interruzione tra la fine dell’estate e l’autunno. Il fatto che questo periodo coincidesse con le partenze delle navi mercantili, ha fatto ritenere possibile che la produzione dei 16 mulini fosse dedicata alle derrate alimentari per i naviganti, che in quel periodo rifornivano le navi con scorte di pane a lunga conservazione per affrontare i lunghi mesi della navigazione commerciale.
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Viktor Orbán durante la visita a Roma dove ha incontrato Giorgia Meloni (Ansa)