
Cambiano i requisiti per le pensioni anticipate e le norme per l’uso ai fini previdenziali del riscatto della laurea breve. Novità anche per la previdenza complementare, l’iperammortamento triennale, la spesa farmaceutica e il Ponte sullo Stretto. Sono alcune delle misure contenute nel pacchetto di emendamenti da 3,5 miliardi presentato dal governo in commissione Bilancio del Senato. La legge di bilancio è entrata nella fase decisiva. L’esame in aula a Palazzo Madama comincerà lunedì prossimo e andrà avanti il giorno dopo per l’approvazione con il voto di fiducia, come spiegato dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani.
Veniamo alle novità. Le più rilevanti riguardano le pensioni di anzianità, che oggi maturano con 42 anni e 10 mesi di contributi (un anno in meno per le donne). Per chi ha tali requisiti entro il 31 dicembre 2031, è previsto il posticipo dell’uscita di 3 mesi. Quindi ci si potrà ritirare con 43 anni e 1 mese. La decorrenza aumenta progressivamente: a 4 mesi per chi matura i requisiti nel 2032 e 2033, a 5 mesi per chi li raggiunge nel 2034 e a 6 nel 2035. Si aggiunge l’aumento dei requisiti legati all’aspettativa di vita, per cui va considerato un mese in più nel 2027 e altri due mesi nel 2028. Altra novità riguarda il riscatto della laurea breve. Dal 2031 peserà meno ai fini del pensionamento di anzianità. Sono interessati coloro che maturano i requisiti per l’uscita anticipata (42 anni e 10 mesi di contributi) dal 1° gennaio 2031: non concorrono, al conseguimento dei suddetti requisiti, sei mesi – tra quelli di anzianità contributiva – riscattati dalla laurea breve. Il valore del riscatto diminuisce di anno in anno: per chi matura i requisiti nel 2032 non concorrono 12 mesi tra quelli di anzianità contributiva riscattati, per chi li raggiunge nel 2033 i mesi diventano 18, poi 24 per chi matura i requisiti nel 2034 e infine 30 mesi, cioè 2 anni e mezzo, per chi li raggiunge nel 2035.
Cambiano alcune regole per la previdenza complementare. Si allarga platea delle aziende che versano il Tfr. Vengono inclusi, tra i soggetti che devono versare i contributi previdenziali al Fondo per l’erogazione del Tfr istituito presso l’Inps, anche i datori di lavoro (attualmente esclusi dell’obbligo) con almeno 50 dipendenti negli anni successivi a quello di avvio dell’attività. Sono interessati 2,5 milioni di dipendenti. Dal 1° luglio 2026 inoltre viene introdotto un meccanismo di adesione automatica alla previdenza complementare, con facoltà di rinuncia entro 60 giorni per i neoassunti del settore privato.
Sale il tetto della spesa farmaceutica dal 2026 di un ulteriore 0,1% annuo. Alla copertura dei maggiori oneri (140 milioni di euro annui) si provvede con la riduzione del Fondo per i farmaci innovativi che dal 2026 passa da 1,3 miliardi di euro annui a 1,16 miliardi. L’Inps può usare medici specializzandi per le visite fiscali finalizzate all’accertamento delle assenze per malattia.
Il maxi emendamento contiene poi misure per le imprese. L’iperammortamento diventa triennale (agevolazioni prorogate al 30 settembre 2028) per le aziende che investono in beni strumentali, nuovi materiali funzionali alla trasformazione tecnologica o digitale in chiave Transizione 4.0 o 5.0. L’emendamento elimina inoltre la maggiorazione prevista per gli investimenti green. L’accesso ai benefici è a condizione che i beni acquistati siano Made in Ue. È istituito un fondo da 1,3 miliardi di euro per il 2026 per incrementare le dotazioni di misure a favore delle imprese. Le risorse, specifica la relazione tecnica, «possono essere assegnate limitatamente agli investimenti effettuati prima del 31 dicembre 2025, all’incremento dei limiti di spesa per il credito di imposta» previsto per Transizione 4.0. Arriverà nel 2029 una ritenuta d’acconto dell’1% al netto dell’Iva all’atto del pagamento di fatture tra imprese. È una misura di contrasto alle omesse dichiarazioni e a quelle di insufficiente versamento delle imposte. Sono escluse dall’addizionale le imprese già soggette ad acconto. Il gettito atteso è di circa 1,47 miliardi dal 2029. Sul fronte delle grandi opere, sono stati spostati al 2033 i 780 milioni iscritti a bilancio quest’anno per l’avvio dei lavori del Ponte sullo Stretto, sulla scia dello stop della Corte dei Conti. Una scelta che non ridimensiona il progetto e lascia inalterato il valore complessivo delle somme autorizzate.
Il pacchetto governativo prevede un contributo da 1,3 miliardi a carico delle assicurazioni con un meccanismo di versamento anticipato pari all’85% del contributo dovuto sui premi delle assicurazioni di veicoli e natanti relativi all’anno precedente. Dal 2027 il sistema dovrebbe andare a regime, senza generare maggior gettito aggiuntivo. Spuntano nuove risorse per il Piano Casa per un totale di 300 milioni per il biennio 2026-2027. Previsti anche 1,2 miliardi per il Fondo per la prosecuzione delle opere pubbliche: 800 milioni per il 2026 e 400 milioni nel 2027. È rifinanziato con 3 milioni il fondo per l’Erasmus italiano, che permette agli universitari italiani di svolgere parte del percorso di studi in altri istituti del Paese.





