2023-09-15
Retromarcia sui vaccini
Alcuni dei pasdaran adesso frenano. Persino Matteo Bassetti annuncia che moglie e figli non faranno altre dosi. Che abbiano letto gli ultimi rapporti sui morti durante la fase di sperimentazione del preparato Pfizer?C’è la casta degli esperti orfani di Roberto Speranza, capitanata da Walter Ricciardi, che ha provato a rimettere in moto la macchina infernale del terrore pandemico. E c’è una grancassa mediatica che versa benzina nel motore della propaganda. Ma qualcuno, più o meno manifestamente, resiste. Ha cominciato Giuseppe Remuzzi, su Avvenire di due giorni fa, invocando «buonsenso, buonsenso, buonsenso». E ricordando che la prossima infornata di vaccini è utile, al più, a «over 65, immunocompromessi, chi fa la dialisi, chi ha subìto un trapianto, chi ha un tumore e sta facendo la chemioterapia, i soggetti fragili». Per la serie: altro che mascherina a scuola. Può darsi sia sulla scorta di un’atmosfera scettica, o meno entusiasta del solito, che il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ieri era tornato a ventilare l’ipotesi che i nuovi farmaci, in arrivo tra 15 giorni, fossero offerti a pagamento alle categorie non prioritarie. Proposito subito ritrattato: shot gratuiti, nessun obbligo. Sui vaccini, pare aver ingranato la retro anche Matteo Bassetti. In tv, al posto di una replica argomentata sulla questione dei decessi post iniezione, si è limitato ad accusare La Verità di aver «fatto danni», spargendo «disinformazione». Quando certi appunti provengono dai contorsionisti del Covid, capaci di affermare tutto e il suo contrario, bisogna prenderli sul serio: sono maestri di tecniche per raccontare fesserie alla gente. Nel merito, va rilevato che Bassetti si è attestato sulla linea di Paul Offit, pediatra e membro del comitato della Food and drug administration che si occupa di valutare l’approvazione dei vaccini. Sia l’esperto americano sia il camice bianco della Liguria sostengono che i booster siano utili soltanto agli ultrasettantacinquenni. Invero, Bassetti aveva già criticato il progetto di distribuire urbi et orbi la quarta dose. Adesso che siamo arrivati alla quinta, con Ricciardi che avvisa di prepararsi alla sesta, il medico sbotta: «I miei figli e mia moglie non si vaccineranno». Ai rampolli della virostar, ritiene lui, è bastato il primo ciclo. Di quello, il papà era così convinto, da bacchettare il segretario della Lega, Matteo Salvini, il quale, al contrario, aveva scelto di non portare la sua bambina nell’hub.Può sembrare una posizione coerente: i giovani sani si sono messi al sicuro con due punture, alle quali, quasi sempre, s’è aggiunto un richiamo, imposto dal governo Draghi usando lo spauracchio della Dad e il ricatto della carta verde. E a ciò si è sommata l’immunizzazione da infezione . Il punto è che Bassetti e i suoi pari non si sono mai domandati se, davvero, il rapporto rischi/benefici delle inoculazioni fosse favorevole per tutte le fasce d’età, sin da principio. Hanno minimizzato gli effetti collaterali. E forse non si sono resi conto che il virus rispetto al quale, oggi, ostentano freddezza, appartiene alla medesima famiglia da dicembre 2021: Kraken, Eris e Pirola sono sottovarianti di Omicron. Peccato che, quando comparve questo ceppo, intrinsecamente meno patogeno - lo ha riconosciuto Burioni in un suo recente articolo scientifico - tutti tifassero super green pass, lockdown per i no vax, profilassi obbligatoria per i sanitari, metodo Bava Beccaris per chi protestava. Cosa c’è di diverso, oggi? Era blanda la malattia provocata da Omicron 1, lo è quella causata dalle sue figlie. I vaccini non bloccavano il contagio allora e non lo bloccano ora. Anzi, quelli appena approvati dall’Ema sono tarati su Kraken, che ormai non circola quasi più. Allora, a che si deve l’indietro tutta? Molti luminari si sono comportati da agenti di commercio di Big pharma. Hanno pensato che piazzare sul mercato tre dosi fosse sufficiente? Che l’operazione di marketing dovesse arrestarsi prima di diventare un rito stagionale? Quale svolta scientifica giustifica la conversione improvvisa, la redenzione tardiva? Nel frattempo, mentre i competenti continuano a sghignazzare ogni volta che vengono evocate le reazioni avverse - vadano a ridere in faccia ai genitori di Camilla Canepa - qualcun altro mette la testa sui dati. E scopre dettagli inquietanti.È da poco in circolazione una ricerca, non ancora sottoposta a revisione paritaria ma ben strutturata, svolta da ben tredici analisti indipendenti, sul dossier relativo ai trial del primo vaccino di Pfizer. È strano, eppure è vero: non era mai successo che un team di studiosi, non legati alla casa farmaceutica, ficcasse il naso nelle carte in cui sono indicati i morti censiti nelle fasi di sperimentazione. Trentotto, per l’esattezza. Un numero che gli autori considerano stranamente basso, al punto da sospettare che i mancati follow up dei pazienti abbiano giocato un ruolo nella sottostima dei casi fatali.La scoperta più clamorosa, però, riguarda le circostanze che hanno ucciso alcuni dei soggetti inoculati. Quattordici dei 38 decessi, infatti, sono stati attribuiti a problemi cardiovascolari: il dato si traduce in un aumento di 3,7 volte, rispetto al gruppo placebo, delle morti per disturbi al cuore. Ce n’era abbastanza per drizzare le antenne. Eppure, denunciano gli esperti, «questo segnale significativo di evento avverso non fu riportato da Pfizer/Biontech» nei documenti consegnati a Fda, per ottenere l’ok alla commercializzazione del medicinale. Il faldone si interrompeva al 14 novembre 2020, sebbene il trial dovesse andare avanti fino al 13 marzo 2021. Nessun cenno altresì a un risultato bizzarro: per 20 settimane, tra gli «immuni», il tasso di mortalità non è sceso.Vanno poi considerate le discrepanze nei vari report di Pfizer, che i firmatari del paper definiscono «sconcertanti»: spesso, l’indagine sulle cause di morte veniva condotta in modo tale che fosse escluso il legame con le patologie cardiache. Mancavano i risultati di analisi e altre informazioni che avrebbero fornito un quadro più chiaro dello stato di salute dei soggetti coinvolti. Non sappiamo se questo clamoroso studio sia finito sulla scrivania di chi, smessi i panni da agit prop dei vaccini, sale in cattedra e spiega che inseguire nonni e nipoti con la siringa è una pessima idea. Di sicuro, c’è altro materiale per la commissione d’inchiesta, picconata dai rilievi di Sergio Mattarella sull’opportunità di evitare che si trasformi in un doppione dei processi giudiziari in corso. Per metterla a pieno regime occorre un terzo passaggio alla Camera; fonti di maggioranza stimano che, entro ottobre, l’iter si concluderà. Ecco. La grande retromarcia dei «competenti» è già partita. Parta anche l’indagine in Parlamento.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.